EOK presidente sfida l’autonomia dello sport

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Kersti Kaljulaid ha acceso il dibattito sul palco del Play the Game 2025 in Finlandia, sostenendo che lo sport internazionale manca di vera democrazia. Le sue osservazioni hanno scatenato reazioni e aperto questioni su trasparenza e responsabilità nelle istituzioni sportive globali.

Perché Kaljulaid parla di «assenza di democrazia» nello sport

Secondo l’ex presidente estone, gli incontri sportivi internazionali appaiono troppo orchestrati. Invece dei dibattiti accessibili come nelle sedi politiche, prevalgono interventi brevi e un clima che scoraggia domande profonde.

Kaljulaid sottolinea che, nei fori politici, i leader sono abituati a confronti duri e pubblici. Questo confronto produce cambiamenti concreti. Nel mondo dello sport, invece, l’assenza di opposizione visibile rende difficile correggere problemi sistemici.

La sua critica più netta: l’autonomia dello sport viene spesso usata come scusa per sfuggire al confronto con la società.

Dal palcoscenico politico alla presidenza del Comitato Olimpico

Ex presidente della Estonia (2016-2021), Kaljulaid ha trasferito il suo stile schietto anche nel nuovo ruolo nel movimento olimpico nazionale. Propone un approccio dove il confronto aperto è la regola.

Racconta che non teme di sollevare questioni pubblicamente, anche con leader consolidati delle federazioni. Per lei, dire le cose apertamente è il primo passo per provocare cambiamenti reali.

Autonomia dello sport: tra diritto e scudo

Il dibattito sull’autonomia è centrale. Il Comitato Olimpico Internazionale tutela lo spazio separato dello sport da eventuali interferenze statali. Ma questa separazione può trasformarsi in un alibi.

  • Critica politica: l’autonomia diventa un modo per non rispondere a richieste sociali.
  • Problema di accountability: senza controlli esterni, chi vigila sull’etica e sulla governance?
  • Richiesta di trasparenza: più processi partecipativi e forum pubblici per decisioni chiave.

Per Kaljulaid, il concetto di autonomia non può giustificare l’assenza di responsabilità verso la società.

Il nuovo corso dell’IOC: Kirsty Coventry e le consultazioni aperte

La presidente appena insediata, Kirsty Coventry, ha mostrato fin da subito segnali di cambiamento. Ha organizzato una consultazione ampia, definita «Pause and Reflect», per ascoltare membri e stakeholder.

Coventry proviene anch’essa da esperienze politiche e sportive. Ha lanciato l’iniziativa «Fit for the Future» e ha invitato a un confronto su priorità pressanti.

Le aree di lavoro già avviate

  • Giochi Olimpici Giovanili: pianificazione e sostenibilità.
  • Programma Olimpico: quali sport restano e con quali criteri.
  • Partnership commerciali e strategie di marketing.
  • Protezione della categoria femminile: regole di eleggibilità di genere.

Questi gruppi mirano a includere diverse voci e a raggiungere compromessi che siano percepiti come equi.

Play the Game: ambiente di confronto e premi a chi denuncia

La conferenza ha riunito giornalisti, accademici, atleti e whistleblower per discutere temi sensibili. Tra i punti centrali: tutela, diversità, anti-doping e lotta alla corruzione.

Alla chiusura dell’evento sono stati riconosciuti due coraggiosi denuncianti nello sport, simbolo dell’importanza di proteggere chi porta alla luce comportamenti scorretti.

  • Sicurezza degli atleti e safeguarding.
  • Misure contro conflitti d’interesse e opacità finanziaria.
  • Ruolo dei media nel controllo delle istituzioni sportive.

Questioni aperte: costi, ospitalità e tutela delle atlete

I partecipanti a Play the Game hanno messo sul tavolo problemi pratici e politici. Il costo delle manifestazioni, la selezione delle città ospitanti e la protezione delle sportive sono al centro delle discussioni.

La speranza di molti è che i tavoli avviati dall’IOC producano riforme trasparenti. Ma per ora la trasformazione resta in corso, monitorata da osservatori esterni e dalla stampa internazionale.

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