Morto David Sassoli / Fondazione Fossoli: “se ne va grande leader Ue”

 Morto David Sassoli / Fondazione Fossoli: “se ne va grande leader Ue”

A luglio scorso visitò campo di concentramento con von der Leyen.

È morto il presidente del Parlamento europeo David Sassoli.

Soltanto ieri era stata diffusa la notizia del suo ricovero in Italia per il sopraggiungere di una grave complicanza dovuta ad una disfunzione del sistema immunitario.

Il suo portavoce, Roberto Cuillo, ha annunciato che il presidente si è spento alle ore 1.15 dell’11 Gennaio presso il CRO di Aviano, in provincia di Pordenone, dove era ricoverato.

Lo piange, fra i tanti messaggi di cordoglio, anche Pierluigi Castagnetti, presidente della Fondazione Fossoli, che ricorda la visita di Sassoli al campo di concentramento di Carpi (Modena) a luglio scorso per la commemorazione dell’eccidio del Cibeno (12 luglio 1944) quando 67 prigionieri politici furono trucidati dalle SS naziste. Sassoli in quell’occasione aveva voluto portare a Fossoli anche Ursula von der Leyen “perché fosse visibile da che parte stesse l’Europa democratica nella storia del Novecento – sottolinea Castagnetti – Nel suo intervento si soffermò a lungo sulla figura di Giuseppe Dossetti, rendendo omaggio a uno dei suoi maestri nell’impegno politico oltre che al monaco di Montesole, l’altro luogo simbolo in cui si manifestò la crudeltà del mostro nazista. Fu l’ultima sua partecipazione a una manifestazione pubblica non istituzionale. Anche per questo consideriamo quella partecipazione il suo testamento politico, di cui gli siamo affettuosamente grati”.

“La morte di David Sassoli è per me la morte di un amico fraterno. Un grande dolore – dice Castagnetti – Poi la morte di un grande leader europeo, tra i maggiori convintamente europeisti. La morte di un uomo forte che ha combattuto a lungo e in silenzio un male terribile che alla fine ha prevalso”.

LA VITA

Da volto familiare del TG1 a presidente del Parlamento europeo, quella di David Maria Sassoli e’ stata una vita divisa fra il giornalismo e la politica, a cavallo fra Firenze, Roma e Bruxelles fino a diventare nel 2019 presidente dell’Europarlamento.

Nato nel capoluogo toscano il 30 maggio 1956, ha frequentato da giovanme l’Agesci, Associazione guide e scout cattolici italiani.

Il padre era un parrocchiano di don Milani e lui ha cominciato fin da giovane a lavorare per piccoli giornali e in agenzie di stampa prima di passare a ‘Il Giorno’ e poi fare il grande salto in Rai.

Fiorentino di nascita ma romano di adozione, era diventato un volto noto alle famiglie italiane soprattutto per la sua conduzione del Tg della rete ammiraglia della Rai, di cui e’ stato anche vicedirettore durante l’era di Gianni Riotta. Una carriera che si chiuse nel 2009, quando Sassoli decise di dedicarsi alla politica. Candidato come capolista del neonato Partito democratico nella circoscrizione Italia centrale, il presidente del Pe venne eletto la prima volta con oltre 400mila preferenze e, forte di questo successo, diventa subito il capo della delegazione del Pd al Parlamento europeo.

Nel 2013 il tentativo di rientrare in Italia come sindaco di Roma si incaglia nelle primarie del Pd. Candidato in quota franceschiniana, Sassoli si piazza secondo, battendo il futuro presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ma ottenendo la meta’ dei voti di Ignazio Marino. Dopo un decennio passato fra i banchi di Bruxelles e Strasburgo, Sassoli – giunto alla sua terza legislatura – era uno degli eurodeputati piu’ esperti. Nel 2014-2019 ricoprì la carica di vicepresidente per l’intero mandato, occupandosi soprattutto di trasporti (il cosiddetto terzo pacchetto ferroviario), politica euro-mediterranea e bilancio. Il 3 luglio del 2019 David Sassoli, all’inizio del suo terzo mandato, venne eletto Presidente dell’assemblea. Nel suo discorso di apertura iniziale, Sassoli rabadì l’importanza di agire per contrastare il cambiamento climatico, la necessità di una politica più vicina a ai cittadini e ai loro bisogni, soprattutto ai giovani, e l’urgenza di rafforzare la democrazia parlamentare e di promuovere i valori europei. Durante la situazione eccezionale e senza precedenti causata dalla pandemia di Covid-19, Sassoli si è impegnato affinché il Parlamento europeo rimanesse aperto e continuasse ad essere operativo, introducendo – già nel marzo 2020 – dibattiti e votazioni a distanza, primo parlamento al mondo a farlo.

Sposato e padre di due figli, tifoso della Fiorentina, Sassoli viveva a Roma ma appena possibile si spostava nella casa di Sutri, un delizioso paese medievale della Tuscia lungo la via Cassia, una trentina di chilometri a nord della capitale, per coltivare le sue passioni per il giardinaggio e le buone letture.

Sassoli è stato il secondo presidente italiano del Parlamento europeo dopo Antonio Tajani da quando l’assemblea di Strasburgo viene eletta a suffragio universale. Il suo incarico sarebbe scaduto a giorni: la prossima settimana la riunione plenaria dell’Europarlamento che si riunirà a Strasburgo per eleggere il suo successore.

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