Festival Filosofia 2022: i temi, il programma e i relatori

 Festival Filosofia 2022: i temi, il programma e i relatori

Festival filosofia 2022: sfere di giustizia. Nelle piazze e nei cortili del festival si discuterà di diseguaglianza e merito, pace e guerra, pena e riparazione, giustizia intergenerazionale

Da venerdì 16 a domenica 18 settembre a Modena, Carpi e Sassuolo quasi 200 appuntamenti fra lezioni magistrali, mostre e spettacoli. Tra le relatrici e i relatori, quasi la metà sono al debutto al festival
Dedicato al tema giustizia, il festivalfilosofia 2022 è in programma a Modena, Carpi e Sassuolo dal 16 al 18 settembre.
Sarà un festival che torna in piena capienza, con accesso libero e senza prenotazione, nel segno della libertà di movimento e della partecipazione urbana, dopo due edizioni nello scrupoloso rispetto dei protocolli di sicurezza Covid.
Giunto alla ventiduesima edizione, il format del festival prevede come sempre lezioni magistrali, mostre, spettacoli, letture, attività per ragazzi e cene filosofiche. Gli appuntamenti saranno quasi 200 e tutti gratuiti.

Piazze e cortili ospiteranno 53 lezioni magistrali in cui grandi personalità del pensiero filosofico affronteranno le varie declinazioni del tema per mostrarne le trasformazioni nelle sue diverse sfere. In società attese da una ricostruzione materiale e spirituale, la questione della giustizia riguarda temi di redistribuzione, ma anche criteri di accesso, tra merito, competenze e tutele. Nel campo ampio del rapporto tra i popoli solleva urgenti e impegnativi interrogativi sul rapporto tra la pace e la guerra. Tema non solo filosofico e politico, ma anche teologico, per eccellenza, il discorso della giustizia interseca il suo rapporto con la legge e la pena, ivi incluse le questioni di riconoscimento. Nuovi soggetti emergono come destinatari e oggetti di giustizia, ponendo il tema del rapporto tra le generazioni.
L’edizione 2022, mentre conferma lo stretto legame con i maggiori protagonisti del dibattito filosofico, presenta venticinque voci nuove. Tutte le autrici e gli autori stranieri, con una sola eccezione, sono al loro debutto al festival.

Tra i protagonisti ricorrenti si ricordano, tra gli altri, Enzo Bianchi, Massimo Cacciari (componente del Comitato scientifico del festival), Barbara Carnevali (componente del Comitato scientifico del festival), Donatella Di Cesare, Roberto Esposito, Maurizio Ferraris (Lectio “Coop Alleanza 3.0”), Simona Forti, Umberto Galimberti, Michela Marzano (Lectio “Rotary Club Gruppo Ghirlandina”), Stefano Massini, Salvatore Natoli, Massimo Recalcati, Chiara Saraceno, Carlo Sini, Stefano Zamagni (in collaborazione con la Fondazione Ermanno Gorrieri per gli studi sociali).

Tra chi è al “debutto”: Joanna Bourke, Anne Lafont, Brunilda Pali, Vittorio Emanuele Parsi (Lectio “Confindustria Emilia Area Centro”), Walter Scheidel, Wolfgang Streeck, Jörg Tremmel (Lectio “Gruppo Hera”), Lea Ypi (Lectio “BPER Banca”).

Il programma filosofico del festival propone anche la sezione “la lezione dei classici”: studiosi e studiose autorevoli, tra cui Philippe Audegean, Giuseppe Cambiano, Arianna Fermani, Tommaso Gazzolo, Filippo Gonnelli e Sebastiano Maffettone, commenteranno i testi che, nella storia del pensiero occidentale, hanno costituito modelli o svolte concettuali rilevanti per il tema della giustizia.

In via sperimentale, alle ore 18 di ciascun giorno sarà trasmessa in diretta una lezione sui canali del festival.

Se le lezioni magistrali sono il cuore della manifestazione, un vasto programma creativo (ancora in corso di ultimazione) coinvolgerà performance, musica e spettacoli dal vivo. Mentre diversi appuntamenti espositivi documenteranno situazioni di frontiera delle questioni di giustizia – dalle condizioni di diseguaglianza all’esperienza della reclusione – alcune conversazioni e testimonianze eminenti faranno il punto su come attivare energie sociali per iniziare il contrasto delle ingiustizie. Poiché la ricerca di giustizia non è solo un esercizio teorico, ma anche una pratica, diverse iniziative performative e laboratoriali richiameranno la dimensione attiva del prevenire le ingiustizie e del riparare i torti, conducendo il pubblico a esperienze di immersione, partecipazione e immedesimazione.

Tra i partecipanti: Roberto Saviano con una testimonianza sul coraggio della verità per contrastare il male della criminalità; Gianrico Carofiglio con un reading sul tema della gentilezza e della riparazione; Luigi Ciotti e Gad Lerner in un dialogo sulla lotta alle mafie. E inoltre Filippo Neviani (Nek), a dialogo con Paola Saluzzi sulle virtù della solidarietà e dell’amore per il prossimo. Non mancheranno le iniziative per bambini e ragazzi. In scena anche Giovanna Marini e Umberto Orsini con uno spettacolo tratto da una ballata di Oscar Wilde sul carcere di Reading, nonché Roberto Citran con uno spettacolo sulle diseguaglianze nel continente africano.

Oltre trenta le mostre proposte in occasione del festival da un’ampia rete di istituzioni artistiche pubbliche e gallerie private.

L’insieme del programma creativo coinvolge e sintonizza tematicamente una rete di quasi 150 partner culturali.

Il festival è promosso dal “Consorzio per il festivalfilosofia”, di cui sono soci i Comuni di Modena, Carpi e Sassuolo, la Fondazione Collegio San Carlo di Modena, la Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi e la Fondazione di Modena.

Le lezioni magistrali del festival filosofia 2022: Contese di giustizia
Nelle piazze e nei cortili del festival si discuterà di diseguaglianza e merito, pace e guerra, pena e riparazione, giustizia intergenerazionale
L’edizione 2022 sarà imperniata sulla parola chiave giustizia. In oltre 50 lezioni magistrali saranno affrontate le varie declinazioni di questo tema, per mostrarne le trasformazioni nelle sue diverse sfere. In società attese da una ricostruzione materiale e spirituale, la questione della giustizia riguarda temi di redistribuzione, ma anche criteri di accesso, tra merito, competenze e tutele. Nel campo ampio del rapporto tra i popoli solleva urgenti e impegnativi interrogativi sul rapporto tra la pace e la guerra. Tema non solo filosofico e politico, ma anche teologico, per eccellenza, il discorso della giustizia interseca il suo rapporto con la legge e la pena, ivi incluse le questioni di riconoscimento. Nuovi soggetti emergono come destinatari e oggetti di giustizia, ponendo il tema del rapporto tra le generazioni.
Strutturato per gruppi di questioni, il programma filosofico porterà pertanto in primo piano un lessico concettuale a più voci dove si confronteranno prospettive filosofiche plurali e anche divergenti.

1. Giustizia, merito, diseguaglianza
In una prima pista si seguiranno le trasformazioni delle teorie della giustizia soprattutto riguardo a distribuzione, accesso, diritti, riconoscimento delle capacità, partendo dal presupposto che quest’ultima questione ha profondamente modificato le discussioni sull’eguaglianza, ridefinendo la parità delle opportunità di partenza e mettendo al cuore del discorso della giustizia il principio di rispetto dovuto a ciascuna persona. Benedetta Giovanola farà il punto su varie prospettive di eguaglianza per la giustizia sociale, mentre Elisabetta Galeotti porrà la questione del rispetto, distinto per esempio dalla stima, che si merita, mentre il primo è dovuto in quanto persone. Alle aspettative di eguaglianza generate dalle società democratiche, al punto da rischiare di renderle “smisurate”, sarà dedicato l’intervento di Roberto Esposito.
Proprio questa differenza concettuale introduce alla questione del merito come elemento chiave per una comprensione evoluta delle questioni di giustizia e per una visione differenziale dei principi di eguaglianza. In una lezione architettonica, Salvatore Natoli traccerà i campi differenti della virtù e del merito, entrambi agonistici (perché anche la prima è in concorrenza, specificamente col vizio), ed entrambi performativi, con il secondo però da non ridurre a puro principio concorrenziale. Ai dilemmi della distribuzione del merito si rivolgerà Roberto Brigati, sottolineando la necessità di stabilire principi univoci tanto per l’accertamento, quanto per la ricompensa. Risorsa scarsa o comunque non omologabile, il merito incontra innumerevoli barriere concrete nella sua attuazione, specie in un Paese come l’Italia, che pare sistematicamente non premiarlo, dall’istruzione al lavoro: sarà il tema di Marco Santambrogio. Nel punto in cui riconoscimento delle capacità e valorizzazione del merito dovrebbero prendere l’abbrivio per garantire a ciascuna persona la propria fioritura sociale, Chiara Saraceno individua invece, specificamente nel caso italiano, una grave lesione: il tema della povertà educativa sollecita una riflessione costituzionale, sociale e morale. Proprio alle conseguenze emotive e morali dell’attuale sistema educativo e alla condizione giovanile è dedicato anche l’intervento di Umberto Galimberti.
Se il merito pare valere come unico criterio per legittimare differenze sociali, le diseguaglianze pongono il tema di cosa sia dovuto a ciascuno in quanto persona. Il classico tema distributivo, nel quale la virtù dell’equità diviene criterio per assegnare parti uguali tra disuguali, sarà discusso da Stefano Zamagni (in collaborazione con la Fondazione Ermanno Gorrieri per gli studi sociali). Presentando uno dei modelli più influenti nell’analisi dei fattori socio-economici della crisi del tardo capitalismo, Wolfgang Streeck mostrerà come bassi livelli di crescita, innalzamento del debito e aumento delle diseguaglianze costituiscano un circolo vizioso che rischia di diventare il destino storico delle nostre società avanzate.
Pur nella difficoltà di operare periodizzazioni, le fasi più recenti hanno impresso al tema della diseguaglianza e alla prospettiva della giustizia distributiva un accento del tutto particolare. L’evoluzione dell’economia delle piattaforme – come sosterrà Riccardo Staglianò – ha generato “giga-diseguaglianze” senza precedenti che rischiano di mettere a repentaglio, in crescendo, tanto il mercato quanto la democrazia. La pandemia di Covid-19, viceversa, ha messo in crisi un macromodello che indicava gli effetti livellatori, e dunque distributivi, delle grandi calamità naturali e sociali: Walter Scheidel, che di quel modello ha fornito una delle ricostruzioni più ricche e attendibili, mostrerà come il Covid-19 ne costituisca un’eccezione non avendo generato effetti egualitari.
Non mancano tuttavia potenzialità evolutive: Maurizio Ferraris sosterrà che l’obiettivo comune della società dei dati dovrebbe essere quello di “capacitare” le persone, ossia riconoscere il valore che esse producono attraverso il vivere connessi (Lectio “Coop Alleanza 3.0”).

2. Colpa e pena
In una seconda pista si tracceranno alcuni grandi modelli nel rapporto tra colpa e pena, giustizia e legge, per ponderarne il portato culturale. Enzo Bianchi ricostruirà un modello di remissione del male fondato sulla pratica della misericordia e del perdono, mentre Adriana Cavarero, interrogando la figura di Antigone, presenterà uno dei classici impianti sulla dissonanza tra leggi morali e leggi civili, dike e polis. Sempre alla ricerca del carattere esemplare della lezione antica, Ivano Dionigi ripercorrerà varie configurazioni del rapporto tra giustizia e politica tra Atene e Roma. Umberto Curi illustrerà i paradossi legati alla corrispondenza tra colpa e pena soprattutto attraverso un’indagine genealogica che, ipotizzando la pena come corrispettivo per sanare un debito, fa emergere le aporie di una risoluzione meramente quantitativa. Massimo Recalcati esplorerà il dissidio traumatico che la Legge istituisce nei confronti del desiderio.
Oltre la logica del corrispettivo, Enrico Cerasi mostrerà come la giustizia non possa rinunciare a un carattere eccedente, tipico della grazia, che indica come la remissione abbia sempre implicazioni di gratuità e dono.
Se modelli culturali di lunghissima durata presentano la condizione umana come segnata originariamente da una colpa di cui si è perfino essere ignari, come nel caso della tragedia, diventa indispensabile approfondire lo statuto dell’innocenza, ovvero quanto dell’umano si può sottrarre al male radicale: lo farà Simona Forti in una lezione su questo paradigma dostoevskiano.
Il mistero di un’innocenza che sfugge al dispositivo del processo verrà esaminato da Alessandro Carrera attraverso modelli letterari come quelli di Kafka e Salvatore Satta, che ne mettono in risalto il carattere paradossale.
In un intervento che cucirà vari modelli e figure letterarie, Stefano Massini mostrerà come spesso nasciamo con un futuro già scritto che dobbiamo cercare di rovesciare se vogliamo vivere realizzando le nostre capacità.

3. Il diritto e le sue forme
Un terzo gruppo di lezioni fa il punto sulla dimensione legale e istituzionale e su come la giustizia possa trovare il proprio fondamento nel diritto. Due interventi segnalano le caratteristiche del “dito indice” inscritto nel gesto stesso del giudizio che è alla base di ogni somministrazione di giustizia e ne valutano caratteristiche e limiti: Gabrio Forti sosterrà come il giudizio penale, senza finalità riabilitativa, rappresenti solo un’illusione di punizione, mentre Luciano Eusebi proporrà un paradigma alternativo che faccia della responsabilità e della riparazione il perno della giustizia.
La somministrazione del giudizio e la composizione del mondo in termini di colpevoli e vittime ha peraltro travalicato i confini dei sistemi giuridici ed è divenuta dimensione collettiva in quanto tale, con enormi rischi di costruire meccanismi di vittimizzazione dagli esiti politicamente dannosi: ne parlerà Donatella Di Cesare. Da questo punto di vista, la dimensione propriamente epistemica della giustizia, ruotante attorno allo statuto della prova e della testimonianza, resta il riferimento principale per discernere il vero e il giusto, come mostrerà Nicla Vassallo. Ciò nonostante il fatto che, come ogni codice, anche quello giuridico e legislativo si nutra di errori e anzi tragga dalle eccezioni la capacità di cambiamento: affronterà questi temi Gustavo Zagrebelsky in un intervento che mette a confronto codici giuridici ed esecuzioni musicali (in collaborazione con Modena Città del Bel Canto).
Nessun diritto sarebbe efficace senza l’aspirazione di giustizia dei singoli. Massimo Cacciari (componente del Comitato scientifico del festival) e Natalino Irti discuteranno in un duetto un caso letterario – il “Michael Koolhaas” di Heinrich von Kleist – che ne rappresenta un modello: nella novella la domanda di giustizia e la ricerca di un giudice a Berlino si tramutano in tragedia.

4. Processi di riparazione
Complementare alla dimensione retributiva è quella riparativa della giustizia, secondo un orizzonte istituzionale e sociale che si sta allargando dalla gestione dei grandi traumi collettivi alla prospettiva di una logica riconciliativa nella quale immaginare la costituzione di una comunità di giustizia in cui si esprimano le responsabilità di tutti gli attori, superando gli automatismi tra reato e sanzione e giungendo a un’attivazione del bene, senza limitarsi alla sola ritorsione contro il male. In quest’ottica si ricomprenderanno anche tutti processi di elaborazione della memoria collettiva, ovvero i processi attraverso i quali le comunità “fanno i conti” col proprio passato, sollevando la questione dell’uso pubblico della storia.
Mentre Lea Ypi farà il punto sulle transizioni dall’autoritarismo alla società aperta e sulle loro implicazioni per l’esperienza di libertà (Lectio “BPER Banca”), Anne Lafont dedicherà attenzione specifica alla violenza monumentaria, ovvero al modo in cui i conflitti memoriali, politici e anche militari impattino sulla relazione con l’arte pubblica, tra iconoclastia e diritti di tutela, con riferimento a fenomeni recenti come il Black Lives Matter e la stessa crisi ucraina.
Michela Marzano porrà il tema della riappropriazione del vissuto rispetto a un passato più individuale e familiare, nel quale tuttavia gli intrecci di memoria tra dimensioni pubblica e privata generano importanti significati per l’identità (Lectio “Rotary Club Gruppo Ghirlandina”).
A una proposta iconografica che consenta di rappresentare la giustizia nella sua veste riparativa e non unicamente in quella retributiva e punitiva associata alla bilancia e alla spada è dedicato l’intervento di Brunilda Pali.

5. Pace e guerra
Il più estremo dei casi di riparazione è quello nel quale occorre sanare il più radicale dei conflitti, là dove la stessa politica ha ceduto la strada alla guerra. È un caso estremo che comporta rimedi estremamente impegnativi, perché mentre non esiste riparazione se non nel segno della verità e della giustizia, dunque del riconoscimento dei torti, è altrettanto vero che fare la pace significa trovare un qualche terreno comune. Mai come in queste settimane ci accorgiamo della sfida morale di questa questione.
Avishai Margalit distinguerà una pace giusta da una semplice pace presentando una prospettiva moralmente esigente, nella quale le istanze della pace e della giustizia possono apparire anche modicamente incompatibili, il che pone la questione di trovare forme di mediazione plausibili ed eticamente sostenibili. Carlo Sini indicherà come l’accordo e il disaccordo, la pace e la guerra, siano sempre costituiti come una questione di parola e di discorso.
Mentre Joanna Bourke discuterà la pervasività sociale di modelli di crudeltà che alimentano la seduzione della violenza, Carlo Galli si rivolgerà alla classica questione delle relazioni tra politica e guerra, mettendo a fuoco i dilemmi legati all’idea stessa di guerra giusta. In un’ottica più contemporanea e strategica, Vittorio Emanuele Parsi esplorerà la questione della competizione globale sulle risorse e le materie prime come tema di giustizia distributiva e di parità di accesso, nonché come tipico terreno dal quale si generano le guerre (Lectio “Confindustria Emilia Area Centro”).

6. Passioni di giustizia
Al fondo di ogni questione di giustizia stanno comunque le passioni, le emozioni e i sentimenti culturalmente costruiti che generano un’attivazione morale e che costituiscono per esempio la prima risposta al riconoscimento dell’esistenza delle ingiustizie.
Nessuna passione è tuttavia univoca, perché complesso, sfumato ambivalente è lo stesso paradigma primario di riconoscimento sociale: ne discuterà Barbara Carnevali, componente del Comitato scientifico del festival. Analoga ambivalenza è rintracciabile nella stessa empatia, che indica un contatto emotivo non sempre e non necessariamente altruistico e pacifico, come mostrerà Anna Donise.
Passione fremente e turbinosa, la giustizia è sempre una contesa, che scaturisce da sentimenti reattivi e potenti come quelli dell’indignazione: al motore della rabbia è dedicato l’intervento di Paola Giacomoni, mentre Anna Maria Lorusso farà vedere come lo sdegno, in una società fondata sul sensazionalismo e sul deperimento del valore etico delle immagini, rischi di affievolire il proprio portato di trasformazione.
Muovendo dalla vulnerabilità che caratterizza la condizione umana, Gianfrancesco Zanetti segnalerà l’esigenza di una disposizione verso le persone che da compassione morale si faccia riconoscimento giuridico. A questo stesso gesto, ma dal punto di vista dell’autorità e del potere che talvolta si chinano verso i singoli, è dedicata la lezione di Francesca Rigotti, che ricostruirà il significato morale e giuridico della clemenza.

7. Giustizia intergenerazionale
Se le passioni di giustizia attivano il cambiamento, la prospettiva del futuro ne è il principale campo di realizzazione. In una dimensione che connette la salvaguardia del pianeta e il futuro delle generazioni, la discussione filosofica e costituzionale si pone il tema degli obblighi e delle reciprocità che occorre stipulare nei confronti della nostra specie e della stessa biodiversità.
In una lezione che proporrà di includere le clausole intergenerazionali nella teoria costituzionalistica, Jörg Tremmel sosterrà che compito del contrattualismo contemporaneo è contrastare la “tirannia del presente” esattamente come quello classico aveva costruito meccanismi di contrappeso contro la “tirannia della maggioranza” (Lectio “Gruppo Hera”). Su un piano più antropologico e morale, Ferdinando Menga mostrerà che il rapporto con il futuro e le generazioni che verranno deve essere orientato al principio di “responsività”, ossia una forma trascendentale di responsabilità che vincola al di là di ogni prossimità o legame diretto tra le persone.
Esplorando il confine tra questione penale e problematiche costituzionali globali, Luigi Ferrajoli farà vedere come il tema della giustizia globale nell’epoca dell’Antropocene sia caratterizzato da “crimini di sistema”, ossia gravi catastrofi sistemiche la cui responsabilità sfugge alla semplice logica penale, costituendo tuttavia «violazioni massicce dei diritti fondamentali» in relazione alla salvaguardia di beni fondamentali. Ispirato dall’orizzonte concettuale fissato da Hans Jonas, Pier Paolo Portinaro mapperà le sfide della giustizia del futuro.

8. La lezione dei Classici
Completerà come di consueto il programma filosofico la sezione “Lezione dei Classici”: grandi interpreti del pensiero filosofico presentano le opere che hanno maggiormente segnato la riflessione sul tema “giustizia”.
Giuseppe Cambiano e Arianna Fermani ricostruiranno i modelli antichi occupandosi rispettivamente della “Repubblica” di Platone e dell'”Etica Nicomachea” di Aristotele. Philippe Audegean discuterà la questione delle pene e dell’umanitarismo nel “Dei delitti e delle pene” di Cesare Beccaria, mentre Filippo Gonnelli risalirà al modello di governo cosmopolitico del Kant del “Progetto per la pace perpetua”. Due lezioni saranno infine dedicate a due influenti modelli contemporanei: Tommaso Gazzolo ricostruirà il positivismo giuridico del Kelsen de “Che cos’è la dottrina pura del diritto?”, mentre Sebastiano Maffettone delineerà la teoria della giustizia di John Rawls.

Mostre, installazioni, musica e narrazioni: pratiche di giustizia
Un nutrito programma di eventi, tutti gratuiti, affiancherà le lezioni magistrali del festivalfilosofia dal 16 al 18 settembre a Modena, Carpi, Sassuolo
1. Giustizia e diseguaglianza
In questa prima pista le trasformazioni delle teorie della giustizia diventano pratiche creative: laboratori, workshop, conversazioni, mostre, performance teatrali sviluppano le esperienze di svantaggio, di diritti negati, di disabilità e di fragilità, provando a mostrare le possibilità di capacitazione, di liberazione, di responsabilizzazione e di forme di uguaglianza. È un mettersi alla prova, come nel caso delle associazioni di volontariato, che sperimentano insieme al pubblico una diversa modalità di interazione, artistica e pratica

1.1. Giustizia sociale, inclusione e diritti
Don Luigi Ciotti e Gad Lerner conversano su “Per una società libera. Lotta alle mafie e giustizia sociale” per capire come agire e come mettersi in gioco per creare una società libera dalle mafie, dalle diseguaglianze e dalle ingiustizie, attraverso corresponsabilità e impegno civile (Modena, Piazza XX Settembre – tenda, sab 17 ore 20.30, con: Libera Modena, Centro Servizi Volontariato Terre Estensi).
Nel workshop “Diritti…verso la giustizia. Con AISM contro ingiustizie e discriminazioni” si esploreranno i concetti di ingiustizia e discriminazione fino ad arrivare alla presentazione della “Carta dei Diritti delle persone con Sclerosi Multipla e patologie correlate” (Modena, Abbazia di San Pietro – chiostro, sab 17 ore 10.30-12; 15-16.30, a cura di: AISM – Associazione Italiana Sclerosi Multipla – Sezione di Modena, in collaborazione con: AISM – Sede Nazionale).
La mostra di Gilberto Allesina “EXTRA.ordinary. Il diritto a vivere meglio”, composta da 21 fotografie originali dell’autore, si incentra su tutti quei diritti universali non ancora sanciti dalla costituzione universale, come il diritto alla felicità (Sala Conferenze e Sala espositiva del Duomo di Carpi, curatrice: Giuditta Alessandra Mottura, in collaborazione con: Associazione Culturale Polpo5B, presentazione: ven 16 ore 11 alla presenza dell’artista e della curatrice).
Al pubblico di Cùnctus (dal latino: tutti insieme, nessuno escluso), spettacolo di teatro-danza, si manifesta una giustizia dinamica, non repulsiva, abitabile da ciascuno, dove la fragilità è compresa (Teatro comunale di Carpi, ven 16 ore 21, produzione: Festival Internazionale delle Abilità Differenti, in collaborazione con: EgoMuto Dance Company, Fritsch Company).
Con il laboratorio “Sbilanciamoci. E tu, da che parte stai?”, grazie alla partecipazione del Museo della Bilancia di Campogalliano, è messa a disposizione un’installazione-bilancia tramite cui sarà possibile giocare ad indovinare il peso di determinate misure che i cittadini si troveranno davanti (Modena, Piazza Matteotti, ven 16 ore 16-19, sab 17 ore 16-19, dom 18 ore 10-13; 16-19, a cura di: Centro Servizi Volontariato Terre Estensi).
“The Absence” è un progetto fotografico che l’artista Attilio Solzi ha realizzato nel corso di un anno: per 365 giorni ha fotografato quotidianamente luoghi e tracce che richiamano persone invisibili, ai margini della società, in stato di precarietà e in cerca di tutela e diritti (Modena, Metronom, curatrice: Marcella Manni, produzione: Metronom, presentazione: ven 16 ore 17 alla presenza dell’artista).
Lo spettacolo “5000 rose. Narrazione in musica e parole su diritti e salute mentale” affronta il tema della giustizia e dei diritti individuali prendendo in considerazione narrazioni di donne che corrispondono a tre fasi della storia della psichiatria (Modena, Piazza Roma, sab 17 ore 21.30, a cura di: Amici della Musica “Mario Pedrazzi”, in collaborazione con: Arci Modena, Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche di Modena, Diana Höbel, drammaturga e attrice, Mirko Soldano, attore, Paolo Grillenzoni, percussionista).
Giulia Lazzaron presenta il suo progetto “Venere XL. La liberazione dei corpi”, con opere d’arte che sfidano l’osservatore all’accettazione del sé e dell’altro da sé, contro le pratiche di body shaming, poiché la discriminazione talvolta si camuffa in abitudini sottili (Modena, ArtEkyp Open Studio, curatori: Francesca Baboni, Stefano Taddei, produzione: ArtEkyp Open Studio, presentazione: ven 16 ore 17 alla presenza dell’artista e dei curatori).
Con “Giustizia è conoscenza”, sono organizzati 6 incontri per guidare i cittadini alle scelte sulla casa (Modena, Complesso San Filippo Neri, sab 17 ore 11; 16; 17.30, dom 18 dalle ore 10; 11.30; 15.30, a cura di: Consiglio Nazionale del Notariato, Consiglio Notarile di Modena, in collaborazione con: Associazioni dei Consumatori) e un incontro venerdì 16 alle ore 18 per conoscere gli strumenti utili alle donne per tutelare la propria autonomia in campo giuridico ed economico (Complesso San Filippo Neri, ven 16 ore 16-18, a cura di: Consiglio Nazionale del Notariato, Consiglio Notarile di Modena, in collaborazione con: Banca d’Italia).
Il diritto al self-flourishing, ad una vita piena, è la sfida con cui oggi si misura la giustizia, come mostra l’installazione “Diventare ciò che si è. Il fiorire è un diritto di tutti”, in collaborazione con le diverse realtà del Terzo Settore, che saranno presenti ed accoglieranno i visitatori (Sassuolo, Piazzetta adiacente a Piazza Garibaldi e via Pretorio, a cura di: Area Disabili Unione dei Comuni del Distretto Ceramico).
Ritratti, fotografie, pittura e formati video rappresentano Jerry Lee Ingram e Cornelia Tarrant come “Testimoni di giustizia. Vite esemplari di attivisti per i diritti”, per raccontare l’impatto delle loro vite, insieme a quelle degli umani sconosciuti e talvolta invisibili che camminano tra noi ogni giorno affrontando ingiustizie (Sassuolo, Paggeriarte, curatore: Carlo Alberto Zini, a cura di: Magazzini Criminali, presentazione: sab 17 ore 18 alla presenza dell’artista e del curatore).

1.2. Utopie di uguaglianza
“Socrates e la Democrazia Corinthiana. Una storia di calcio e rivoluzione” si articola in una performance itinerante, che ripercorre la lezione di giustizia e autodeterminazione che arriva proprio dall’esperienza calcistica di Socrates (Modena, Palazzina dei Giardini, dom 18 ore 10; 11; 12, a cura di: Mo’ Better Football e FMAV Fondazione Modena Arti Visive, in collaborazione con: STED).
All’interno del Lapidario Romano del Museo Civico, l’installazione “Schiavitù e giustizia nel mondo romano. Percorso sonoro tra storie di emancipazione e riscatto sociale” rievoca voci e suoni di storie di schiavi vissuti a Mutina, che, in virtù delle norme del diritto romano e grazie alla loro capacità imprenditoriale, goderono del riscatto sociale (Modena, Palazzo dei Musei, Lapidario Romano del Museo Civico, curatrici: Silvia Pellegrini, Alessia Pelillo, Laura Parisini, a cura di: Museo Civico di Modena, presentazione: ven 16 ore 17). La sonosfera narrativa è presente anche in “Radio P-Ark. Racconti da un luogo di giustizie e ingiustizie”, grazie a cuffie silent-disco, per scoprire memorie collettive, storie sepolte ed esperienze disperse che accompagnano da secoli la trasformazione di Modena (Modena, Foro Boario, Parco della città – ex Novi Sad, sab 17 ore 15; 17, dom 18 ore 15.30, a cura di: Crono Eventi – Aes Cranna, produzione: Museo Civico di Modena, curatore: Fabio Ferretti, scritto e diretto da: Saverio Bari, interpretato da: Francesco Manenti, sound design: Francesco Arcuri).
A Carpi, l’iconografia della Giustizia e quella della Fama prendono vita attraverso l’installazione di Luciano Ricchi “Sul piatto della bilancia. Un breve viaggio iconografico”, nella sala dei Trionfi dell’Appartamento nobile di Musei di Palazzo dei Pio (a cura di: Musei di Palazzo dei Pio, Museo della Bilancia di Campogalliano). Cronache modenesi antiche e recenti, con l’intervento affabulatorio del contastorie, riportano casi emblematici di lotte sociali, portate avanti anche dai bambini, contro barriere architettoniche e umane, per una giustizia “più giusta”: “La Bilancia e la pedana. Narrazione di e con Marco Bertarini” (Palazzo Comunale di Modena, sab 17 ore 15.30, dom 18 ore 15.30, a cura di: Coordinamento Sito Unesco di Modena – Museo Civico di Modena). A Sassuolo, il simbolo della giustizia e lo sguardo puro dell’infanzia tornano con i racconti intramontabili da Heinrich Böll a fiabe sapienziali, nello spettacolo “La bilancia delle nuvole” (Villa Giacobazzi, Biblioteca dei ragazzi Leontine, dom 18 ore 10; 11.30, con: Teatro dell’Orsa, a cura di: Biblioteca dei ragazzi Leontine). Per i bambini dai 6 anni in su, il laboratorio-narrazione “La Giustizia, la Ruota, il Mondo” permetterà di creare alcune carte personalizzate, con i tarocchi di Tinin Mantegazza, ispirate ai temi dei racconti (Sassuolo, Villa Giacobazzi, Biblioteca dei ragazzi Leontine, sab 17 ore 10; 11.30, con: Franco Tanzi del Teatro dell’Orsa, a cura di: Biblioteca dei ragazzi Leontine).
2. Colpa e pena
In questa seconda pista i concetti di colpa e pena sono esplorati nella loro genesi storica e letteraria, attraverso le illustrazioni delle trasformazioni intercorse nei secoli, tra sacro e profano, grazie alle mostre e alle esposizioni, alle visite e agli itinerari che rievocano i passaggi e i rituali, le forme di detenzione, rendendo visibile il rapporto tra potere, legge e giustizia. Spettacoli, conversazioni, film e laboratori per ragazzi portano a sperimentare la vulnerabilità, il ruolo del reo, della vendetta e del giustizialismo fai-da-te, insieme alle figure degli odierni supereroi e giustizieri mascherati

2.1. Effetti della Legge
Il giurista Gustavo Zagrebelsky affronta il tema del “vulnus”, in dialogo con le note del pianoforte degli allievi dell’ISSM Vecchi-Tonelli, che introducono la dissonanza come figura “rea” del codice musicale: “Eccezioni alle regole. Paradigmi e mutamenti tra diritto e musica” (Modena, Teatro Comunale Pavarotti-Freni, ven 16 ore 21, a cura di: Modena Città del Belcanto).
Per la regia di Elio De Capitani, Umberto Orsini – tra i maggiori interpreti del teatro italiano contemporaneo – e Giovanna Marini – grande voce della nostra musica popolare -, portano in scena “La ballata del carcere di Reading. Da Oscar Wilde”, nell’alternanza sapiente di parole e musica (Modena, Piazza Roma, ven 16 ore 21.30, regia: Elio De Capitani, a cura di: Biblioteca civica Antonio Delfini).
Il viaggio fotografico di Valerio Bispuri nelle carceri italiane, dal 2015 al 2018, in “Prigionieri. Viaggio nella libertà perduta” è il secondo capitolo di un lungo viaggio nell’universo carcerario, iniziato vent’anni fa nelle prigioni sudamericane: un percorso di ricerca sull’essere umano, sulle condizioni emotive e psicologiche di chi vive recluso (Modena, Palazzo dei Musei, Biblioteca civica d’arte e architettura Luigi Poletti, a cura di: Biblioteca civica d’arte e architettura Luigi Poletti, presentazione: ven 16 ore 18 alla presenza dell’artista). Alla mostra si collega il laboratorio creativo per ragazzi dai 10 ai 13 anni “Fotoreporter per un giorno Può una fotografia cambiare il mondo?” (Modena, Palazzo dei Musei, Laboratorio DIDA, sab 17 ore 15.30; 17, dom 18 ore 15.30; 17, a cura di: Biblioteca civica d’arte e architettura Luigi Poletti) con le indicazioni di Valerio Bispuri.
“Quel che resta del carcere” è una visita guidata ai locali delle ex carceri mandamentali condotta dallo storico dell’arte Luca Silingardi (Municipio di Sassuolo, sab 17 ore 15.30; 16; 16.30; 17; 17.30; 18, a cura di: Servizio Attività Culturali e Associazionismo – Comune di Sassuolo).
Dopo l’illustrazione dell’esperienza di consulenza filosofica nelle carceri del Nord Est e una performance di sonosfera, il gruppo di Eu-topia proporrà il laboratorio dialogato “Evasioni filosofiche”, a partire dalla prospettiva inedita di carcere, maturata attraverso la ricerca ed il lavoro sul campo (Sassuolo, Auditorium Pierangelo Bertoli, sab 17 ore 16.30, a cura di: Anna Maria Corradini, con: Antonio Cosentino, Lucio Di Nocera, Marta Mancini, Stefano Pendini, Donella Del Monaco, musica e voce, Jean Turco, immagini).
Le visite accompagnate di “Giustizia è fatta? I processi tra documenti e memoria collettiva” si snodano all’interno dei depositi, normalmente non accessibili al pubblico, e negli spazi dell’Archivio di Stato, alla scoperta di documenti legati a vicende giudiziarie, attraverso un percorso cronologico-tematico che spazierà dall’Illuminismo riformatore del Settecento agli anni della Restaurazione (Archivio di Stato di Modena, ven 16 ore 16; 17, sab 17 ore 16.30; 17.30; 18.30, a cura di: Archivio di Stato di Modena).
Grazie al lavoro sulle carte dell’archivio storico, ai periodici e ai quotidiani locali, con “La ‘suggestione del male’. Giustizia e criminologia all’Università Popolare di Modena (1901-1920)” si ricostruiscono i dibattiti sulle lezioni tenute all’Università Popolare di Modena riguardanti la giu, stizia e la pena, il diritto, la criminalità e la criminologia (Modena, Fondazione Collegio San Carlo – Teatro, ven 16 ore 21, di: Chiara Albonico, Lorenzo Ferrari, con: Saverio Bari, a cura di: Fondazione Collegio San Carlo, Centro interdipartimentale Digital Humanities Unimore).
Lo spettacolo “Polvere” parte da alcune riflessioni che emergono dalle vicende di Antigone, tra legge e giustizia, di Lisa Severo e Francesca Iacoviello: la legge non sempre coincide con la giustizia e seguire la legge non sempre rende le persone “giuste” (Modena, Fondazione Collegio San Carlo – Teatro, sab 17 ore 18.30; 20.30, a cura di: Compagnia I Fuali-Associazione Insieme a Noi, in collaborazione con: Azienda USL Modena).
In “Giustizia sacra e profana nel Sito Unesco di Modena. Storie, immagini e simboli” il tema della Giustizia verrà affrontato in sue diverse accezioni, riconducibili alle due macroaree del sacro e del profano, grazie al percorso di visita tematico che i visitatori potranno effettuare in autonomia ritirando un pieghevole all’ingresso dei Musei del Duomo (Sito Unesco di Modena, ven 16, sab 17, dom 18 9.30-18.30, a cura di: Coordinamento Sito Unesco di Modena – Museo Civico di Modena, Musei del Duomo di Modena).
L’esposizione di Massimo Morandi “Innocenti. Figure esenti dal peccato originale” individua nel corpo sociale quei gruppi che la giurisprudenza terrena e quella divina tendono a considerare innocenti, e quindi esenti dalla colpa, come i bambini, i matti e i deformi, e gli animali (Modena, Bottega d’Arte – Centro d’Arte e Cultura Torre Strozzi, a cura di: Centro d’Arte e Cultura Torre Strozzi, presentazione: sab 17 ore 18 alla presenza dell’artista).
Monti, Nuccio, Sarrecchia, Tommasi, Zecchini presentano la riflessione artistica collettiva “Mea Culpa”, per investigare le ipotesi di assoluzione che l’arte offre (Modena, Ranarossa 3.0, curatrice: Cristina Boschini, a cura di: Ranarossa 3.0, presentazione: ven 16 alle ore 18 alla presenza degli artisti e della curatrice).

2.2. Vendetta e malagiustizia
Per la prima volta al festivalfilosofia, in un monologo intenso e appassionato Roberto Saviano racconta “Il coraggio della verità”, il coraggio che serve per guardare in faccia il male e farsi testimoni della domanda di giustizia (Modena, Piazza Grande, ven 16 settembre ore 22).
La mostra “Severità e mitezza: contro la tortura” offre un percorso cronologico di testi antichi e uno tematico di gride modenesi, tra il pensiero di Seneca e quello di Beccaria e con lo sguardo all’art. 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, che vieta i trattamenti inumani e degradanti per contrastare gli abusi di autorità (Accademia Nazionale di Scienze Lettere e Arti di Modena, curatori: Giorgio Pighi, Licia Beggi Miani, con la collaborazione di: Salvatore Puliatti, Donata Ghermandi, con il contributo di: Eugenio Caregnato, a cura di: Accademia Nazionale di Scienze Lettere e Arti di Modena, presentazione: ven 16 ore 18).
Il film “Adesso andiamo” racconta di tre ragazzi e delle loro storie di ingiustizie e giuste cause, tra paure, violenza, tribunali e riflessioni sul proprio destino (IT 2022, 45′) (Modena, Teatro Guiglia, ven 16 ore 17.30; 19; 21, sab 17 ore 17.30; 19; 21, dom 18 ore 17.30; 19; 21, sceneggiatura e regia: Nicoletta Rinaldi, in collaborazione con: Alessandra Bertoli, fotografie e riprese: Fabio Elia Sgarbi, musiche originali di Silverio Lega, attori: Beatrice Brunello, Eva Yasmine D’Italia, Daniele Pellicciari, Francesca Ganzerla, Giovanni Carrozzini, a cura di: Al posto di me).
L’esposizione “Delitti e castighi” ci presenta quei rituali di giustizia nella Modena di Antico Regime, che vedevano esecuzioni pubbliche quali strumenti di propaganda politica, meccanismi di ricomposizione del danno, con l’emarginazione del “Mastro di Giustizia”, l’impuro boia (Palazzo dei Musei, Archivio Storico del Comune di Modena, curatrice: Grazia Biondi, con: Giuseppe Bertoni, a cura di: Archivio Storico del Comune di Modena, presentazione: ven 16 ore 17.30). Alla mostra, è collegata l’iniziativa “Cronache di ordinaria giustizia” con testimonianze tra Quattro e Seicento che saranno lette attraverso una scelta dei brani fra i più avvincenti (Palazzo dei Musei, Archivio Storico del Comune di Modena, sab 17 ore 18.30, dom 18 ore 18.30, testi: Grazia Biondi, a cura di: Archivio Storico del Comune di Modena).
A partire da un singolare manufatto della Galleria Estense, la mostra “La dea bendata ci vede benissimo. Malagiustizia di antico regime sotto la lente del sindacato” approfondisce il tema del controllo del sovrano sul potere giudiziario in età barocca (Modena, Galleria Estense, curatori: Elio Tavilla, Federico Fischetti, a cura di: Gallerie Estensi, presentazione: ven 16 mattino).
Lo spettacolo tra musica e letture “Musica proibita. L’Inquisizione in un monastero femminile del Seicento” ripercorre il caso di “possessione” nel convento carpigiano, governato dall’ambiziosa Eleonora d’Este, e coinvolto in molteplici giochi di potere, dove la musica e le donne ebbero un ruolo fondamentale (Modena, Chiesa di Sant’Agostino, ven 16 ore 21, con: Cappella Artemisia – ensemble, Candace Smith, direzione, Francesca Ballico, narrazione, a cura di: Grandezze & Meraviglie, Festival Musicale Estense).
Federica Poletti, Alice Padovani, Enrica Berselli nelle loro opere indagano “La legge dei corpi. Sull’espiazione”, tra corpi ingovernabili, che espiano colpe e mutano forma, all’interno della mostra “Figlie del fuoco” (Modena, Complesso San Paolo ex Chiesa, Sala delle Monache, curatrice: Barbara Codogno con: Collettivo Amigdala, Comune di Modena, presentazione: ven 16 ore 18 alla presenza delle artiste).

2.3. Giustizieri con e senza maschera
“Per un pugno di dischi. Il cinema italiano a 33 giri”: in mostra rarità in vinile, colonne sonore di un certo cinema italiano degli anni ’60 e ’70, tra Western, polizieschi e thriller, pellicole magistralmente musicate da alcuni dei più importanti compositori italiani (Carpi, Biblioteca multimediale Arturo Loria, a cura di: Biblioteca multimediale A. Loria).
Con “La legge del Far West” (Carpi, Biblioteca multimediale Arturo Loria, a cura di: Biblioteca multimediale A. Loria), si dipanano sullo schermo tre serate in cui, tra fuorilegge e tutori dell’ordine, i canoni della giustizia assumeranno sfumature cangianti e talvolta controverse. Si inizia venerdì 16 alle ore 21.30 con il film capostipite del western, “Per un pugno di dollari” di Sergio Leone (Italia/Spagna/Germania ovest 1964, 100′), per proseguire sabato 17 alle ore 21.30 con “Django” di Sergio Corbucci (Italia/Spagna 1966, 88′, V.M. 14) e chiudere domenica 18 alle ore 21.30 con una rivisitazione del genere, grazie a “Il grande silenzio” di Sergio Corbucci (Italia/Francia 1968, 105′).
Tornano le sonorizzazioni dal vivo di “Soundtracks – Musica da Film”, con “Il Segno di Zorro” di Fred Niblo (1920), prima pellicola dedicata al giustiziere mascherato (Modena, Palazzo Santa Margherita – chiostro, sab 17 ore 21, special guest: Xabier Iriondo, direzione artistica: Corrado Nuccini – Giardini di Mirò, a cura di: Centro Musica Comune di Modena).
A Sassuolo, il laboratorio di fumetto “Disegna il tuo giustiziere” permetterà di scoprire e creare storie di eroi, vendetta e giustizia (Sassuolo, Villa Giacobazzi, Biblioteca dei ragazzi Leontine, sab 17 ore 16.30, dom 18 ore 16.30, con: Stefano Landini, a cura di: Biblioteca dei ragazzi Leontine), mentre, a Modena, l’origine e le caratteristiche dei Supereroi saranno esplorate e ricreate attraverso uno speciale percorso tra le illustrazioni del Museo della Figurina, nel laboratorio per famiglia, dai 4 anni in su, “AAA Supereroi cercasi” (Modena, Palazzo Santa Margherita – FMAV, Museo della Figurina, sab 17 ore 15-19, dom 18 ore 10-13, a cura di: FMAV Fondazione Modena Arti Visive – Dipartimento educativo).
3. Processi di riparazione
In questa terza pista si evidenziano i processi e le pratiche che oltrepassano l’idea della pena. Mostre, film, spettacoli, laboratori stimolano l’immaginazione verso nuove forme di riparazione e inclusione a seguito di traumi collettivi e individuali: attraverso un uso pubblico della storia mettono in scena situazioni di ricostruzione e riconciliazione della memoria e delle comunità, aprendosi alla dimensione dell’alterità e del riconoscimento

Sabato 17 alle ore 22, Gianrico Carofiglio porterà un’orazione civile in Piazza Martiri a Carpi, con “La sopravvivenza del più gentile”, sui processi di empatia e la capacità di creare coesione e sanare ferite.
L’esposizione “Restituzioni. Giustizia ed eredità culturale” affronta il vasto tema del diritto dei cittadini all’eredità culturale partendo da tre restituzioni che hanno visto protagonista nel tempo la Biblioteca Estense di Modena (Palazzo dei Musei, Biblioteca Estense e Universitaria, curatrice: Nadia de Lutio, a cura di: Gallerie Estensi).
Attraverso la proiezione di diversi filmati, prodotti in proprio da materiali dell’archivio, in cui I figli raccontano i Padri, ossia “Storie di giustizia restituita”, saranno tratteggiati personaggi ed eventi dei cento anni dell’ANMIG, anche attraverso interventi di storici (Modena, Casa del Mutilato “Gina Borellini”, sab 17 ore 17, a cura di: Ass. Naz. Mutilati ed Invalidi di Guerra – sezione di Modena).
La mostra “Conforto ai giustiziati. L’opera dei confratelli di San Giovanni Battista della Morte di Modena” è incentrata sulle pratiche del conforto, compito centrale nell’attività? delle compagnie di giustizia, attraverso il fondo che copre un arco cronologico di ben sei secoli (Modena, Archivio storico diocesano di Modena-Nonantola, curatrici: Margherita Sarti, Annalita Fini, Federica Collorafi, a cura di: Archivio storico diocesano di Modena-Nonantola, in collaborazione con: Biblioteca diocesana Ferrini&Muratori, presentazione: ven 16 ore 17.30).
“Inclusioni. Pratiche e creatività per una società più giusta” è un laboratorio d’arte, d’inclusione e di cittadinanza nel quale il visitatore verrà condotto nel percorso di mostra che sintetizza il lavoro svolto da studenti e minori stranieri non accompagnati ospiti della Comunità della Fondazione San Filippo Neri (Modena, Complesso San Filippo Neri, sab 17 ore 11-13; 17-20, dom 18 ore 11-13; 17-19, a cura di: Fondazione San Filippo Neri, in collaborazione con: Accademia Minima, Rete Scuole di Pace – IC Modena -, Liceo Fanti di Carpi, IIS Morante e Liceo Formiggini di Sassuolo, inaugurazione ven 16 alle ore 11).
Nanni Menetti e Raffaella Terribile conversano sulla “Damnatio memoriae. Grazia e linguaggio, diritto del ricordo e dell’oblio”, a partire da alcune esperienze di microviolenze all’interno della comunicazione fino alla pratica della cosiddetta “cancel culture” (Modena, Laboratorio di poesia, ven 16 ore 16-18.30, conduce: Carlo Alberto Sitta, produzione: Laboratorio di poesia).
A Sassuolo, i laboratori per famiglie e bambini da 0 a 14 anni “Insieme ci ripariamo” permettono di esercitarsi, insieme, nell’aggiustare, sanare, dare nuova vita – insomma rendere giustizia a ciò che resta dopo il danno, con collage, kintsugi e mosaico (Parco Vistarino – corte di Villa Giacobazzi, sab 17 e dom 18 ore 9.30-12.30; 15-19, a cura di: Centro per le Famiglie Distretto Ceramico – sede di Sassuolo, in collaborazione con: Rusko, Librarsi, MeteAperte, Nuovamente Secchia, La comune del parco di Braida, Il Melograno, Centro Distrettuale di Riuso “Le Radici”, Comunità “Tana per tutti”, Gruppo pittori J. Cavedoni, Giovani parrocchia SS. Consolata, “Lo Spino” coop sociale). Anche con “Ripariamo il presente, seminiamo il futuro. Tracce di giustizia riparativa” diverse associazioni del territorio collaborano alla realizzazione di allestimenti e proposte di gioco, per accostarsi in modo sperimentale, nei gesti concreti, alla riparazione dell’offesa attraverso il “riconoscimento dell’altro”, attuando una forma di giustizia riparativa (Sassuolo, Parco Vistarino – retro di Villa Giacobazzi, sab 17 e dom 18 ore 9.30-12.30; 15.30-18.30, a cura di: Centro di Giustizia Riparativa Anfora, Quinta Parete, Nuovamente Sassuolo, ACAT, in collaborazione con: CSV Terre Estensi – Distretto di Sassuolo).
Bertozzi & Casoni, in “Nelle tue scarpe”, provano a far nascere quell’epifania che ci permette di fare di un qualsiasi paio di scarpe consumate le scarpe di chiunque, in particolare di quelle persone “invisibili”, meno viste e meno tutelate dalla legge (Sassuolo, Museo Bertozzi & Casoni, produzione: Museo Bertozzi & Casoni).
Lo spettacolo “La dignità delle eroine di Ovidio. Applicazione delle leggi umane e divine” si propone come una installazione teatrale nella quale una decina di attrici incarnano le eroine delle epistole ovidiane, che reclamano giustizia in una dimensione che le avvicina alla nostra quotidianità (Università per la Terza Età di Modena, ven 16 ore 21, regia: Davide Bulgarelli, a cura di: Università per la Terza Età di Modena).
Le foto di Ferdinando Scianna in “Miracolo italiano. La tessitura e la sua immagine, dalla fabbrica all’alta moda” rievocano un racconto di contrasti e richiami tra tradizioni e modernità, povertà e lusso, con l’avvento della moda in una Sicilia arcaica, e con lo sguardo rivolto al presente e al futuro (Carpi, Musei di Palazzo dei Pio, curatori: Manuela Rossi, Luca Panaro, a cura di: Musei di Palazzo dei Pio). Alla lotta delle ricamatrici siciliane del ’68, in tutela dei propri diritti di artigiane, è dedicato il racconto di Guia Risari “Il filo della speranza”, per famiglie e ragazzi a partire dai 14 anni (Modena, Biblioteca civica Antonio Delfini – sala conferenze, Palazzo Santa Margherita, sab 17 ore 11, a cura di: Biblioteca Civica Antonio Delfini). Affianca la narrazione anche il laboratorio di tessitura con l’utilizzo della tecnica tradizionale della filatura “Il fuso, la spola e l’ago”, per bambini dagli 8 agli 11 anni (Modena, Biblioteca civica Antonio Delfini – sala conferenze, Palazzo Santa Margherita, sab 17 ore 15.30; 17, a cura di: Biblioteca Civica Antonio Delfini). Al ruolo della donna in seguito alla crisi del settore tessile degli anni ’80, si rivolgono le foto e i video di Chiara Negrello in “Like the tide. A women story”, sulla vita delle pescatrici di vongole nella regione del delta del Po, in direzione di una maggiore giustizia sociale fondata sulla dignità del lavoro e sul rispetto della persona (Modena, FMAV Scuola di alta formazione, curatrici: Emilia Jacobacci e Giorgia Padovani, produzione: Fondazione Modena Arti Visive, presentazione: sab 17 ore 19 alla presenza degli artisti e delle curatrici).
La performance teatrale “Misericordia. L’arte del ricucire” prende il via dalla Medea di Euripide, per mettere in luce il dramma della coppia nel momento in cui non trova un giusto accordo nell’atto della separazione (Sassuolo, Temple Theater, sab 17 ore 18; 20.30, di e con: Tony Contartese, drammaturgia: Tony Contartese, Guido Ganzerli, Bianca Ferretti, a cura di: STED).
Con il laboratorio “Riparare gli errori. Apprendere con la Just Culture” i partecipanti si avvicineranno a una concezione ‘positiva’ dell’errore, come occasione di apprendimento, e impareranno a prepararsi e agire per prevenire incidenti, attraverso l’uso del simulatore di volo (Sassuolo, Sala Biasin, ven 16 ore 17.30-21, sab 17 ore 10-13; 17.30-21, dom 18 ore 10-13, a cura di: Clemente Ingenito e Carla Miselli, con: ITSMAKER – Formazione Ceramica).
4. Pace e guerra
La quarta pista si rivolge alle esperienze radicali della pace e della guerra, tra fenomeni striscianti e crimini di guerra: ne emerge anche l’esplorazione di alternative e percorsi di pacificazione, tra utopie di fraternità e tentativi concreti di costruire la pace, passando da una dimensione escatologica a una radicata nelle nostre azioni quotidiane, di singoli, di comunità e oltre i confini tra le nazioni

La mostra di Martino Lombezzi e Jorie Horsthuis “Resolution 808. La guerra a processo” affronta la storia del Tribunale Penale Internazionale per la ex Jugoslavia, con il suo obiettivo di riconciliazione, anche di fronte alle attuali conseguenze dei crimini di guerra (Modena, Complesso San Paolo – Sala del Leccio, in collaborazione con: Babelia & C. – progetti culturali, Balcani d’Europa – Lo Specchio di noi, presentazione: ven 16 ore 18.30 con Martino Lombezzi e letture di Roberta Biagiarelli).
Xinhan Yú, con le sculture di “Playground. Trovarsi la guerra in giardino”, elabora visivamente una concezione e una esperienza d’infanzia legata alle armi e alla guerra (Modena, GATE 26A, a cura di: GATE 26A, in collaborazione con: tist.situation, presentazione: sab 17 ore 18 alla presenza dell’artista).
“In salute e in-giustizia. La voce dell’Africa” è lo spettacolo con Roberto Citran, noto interprete di teatro e cinema e testimone diretto di una delle più grandi organizzazioni di cooperazione sanitaria italiane, che affronta il tema del diritto ad essere curati, contro le diseguaglianze in tema di salute (Modena, Piazza Roma, ven 16 ore 17.30, con: Dante Carraro, a cura di: Medici con l’Africa Cuamm).
Con il docu-film “Egoisti” (Aftermedia 2020, 56′) di Stéphane Santini e Géraldine André, narrato da Stefano Accorsi, sono raccontati 50 anni di azione umanitaria di Medici Senza Frontiere, tra guerre, grandi emergenze, pandemie e carestie; introduce Annalisa Camilli, giornalista di Internazionale, con la testimonianza di Ettore Mazzanti, operatore umanitario di Medici Senza Frontiere (Modena, Cinema Astra, sab 17 ore 15.30, a cura di: Medici Senza Frontiere).
Il progetto fotografico di Fabio Boni “Momenti di un esilio” ritrae volti e accenna storie degli ospiti di Vidonci, un campo profughi di guerra in Slovenia dove il fotografo ha lavorato nel 1994 e nel 1999 (Sassuolo, Galleria d’arte Jacopo Cavedoni, curatore: Carlo Alberto Zini, a cura di: Magazzini Lab, presentazione: sab 17 ore 17 alla presenza dell’artista e del curatore)
Lo spettacolo “Luca Attanasio. Ambasciatore di giustizia e pace” è dedicato alla figura del diplomatico italiano, con filmati, letture di testi, danza, musica, recitazione, testimonianze dirette, per ricordarne lo spessore morale, i grandi atti di umanità – tra l’Europa e l’Africa – e di giustizia sociale senza confini (Modena, Chiesa di San Bartolomeo, sab 17 ore 21, a cura di: Ho Avuto Sete Odv, in collaborazione con: Centro Francesco Luigi Ferrari, Erostraniero).
La rassegna “Storie di ordinaria (in)giustizia” (Modena, Sala Truffaut, curatore: Alberto Morsiani, a cura di: Associazione Circuito Cinema) mostra come si possano riportare alla luce storie di discriminazioni e di lotta alla mafia, rispettivamente con “Il caso Braibanti” (Italia 2020, 64′) di Carmen Giardina e Massimiliano Palmese, che narra uno dei processi più assurdi e scandalosi del Dopoguerra italiano condotto a spese di un partigiano antifascista (ven 16 ore 19, al termine incontro con la regista), e con “Io so chi siete” (Italia 2021, 80′) di Alessandro Colizzi, una vera e propria accusa al fallimento della giustizia (ven 16 ore 21.30). Sabato 17 alle ore 19.45 “Mother Lode” (Francia/Italia/Svizzera 2021, 86′) di Matteo Tortone è un road movie che denuncia il supersfruttamento di proletari, mentre alle 21.30 “Atlantis” (Ucraina 2019, 108′) di Valentyn Vasyanovych (vincitore nel 2019 della sezione Orizzonti a Venezia) racconta l’orrore spietato e disumano della guerra, in un Donbass del 2025. Domenica 18 alle ore 18.30 “Kurdbun – essere curdo” (Kurdbun – To Be Kurdish, Italia/Francia 2020, 90′) di Fariborz Kamkari mostra l’assedio e il massacro del popolo perseguitato, attraverso gli occhi di due testimoni. Chiude la rassegna alle ore 20.45 “Il muto di Gallura” (Italia 2021, 103′) di Matteo Fresi, che scava a fondo nel concetto di “farsi giustizia da sé” e della vendetta.
Enrico Genovesi ripercorre attraverso le sue foto l’esperienza di “Nomadelfia. Un’oasi di fraternità” e il suo esperimento utopico di fondare una città dove la fratellanza è legge, nell’Europa devastata dalla guerra e divisa dalla guerra fredda (Carpi, Campo di Fossoli – Baracca recuperata, curatrice: Giovanna Calvenzi, a cura di: Fondazione Fossoli, in collaborazione con: Nomadelfia, Diocesi di Carpi, presentazione: sab 17 ore 18 alla presenza dell’artista).
Con “Giustizia e Pace. Gli Uffizi in Fondazione”, nella Sala del Culto della ex Sinagoga saranno eccezionalmente esposte due opere di Simone Pignoni, risalenti alla metà del sec. XVII: Allegoria della Giustizia insieme al suo pendant raffigurante Allegoria della Pace (Carpi, ex Sinagoga, a cura di: Fondazione Fossoli, in collaborazione con: Gallerie degli Uffizi di Firenze, presentazione: ven 16 ore 18.30).
I testi trasformati in musica dal Canto Gregoriano di More Antiquo ensemble “Giustizia e pace si baceranno” evidenziano la dimensione escatologia di Giustizia e Pace (Duomo di Modena, ven 16 ore 19.15, a cura di: Cappella Musicale del Duomo di Modena).
“Cosa rimane dell’Impero” è un percorso a piedi per le vie del centro storico alla ricerca delle tracce del passato coloniale italiano a Modena tra memoria e giustizia (Modena, Piazza Roma, sab 17 e dom 18 ore 16.30, a cura di: Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Modena, in collaborazione con: Ludo Labo, Moxa-CDMC), che si collega all’appassionante gioco da tavolo “Memorie coloniali” (Modena, Piazza Matteotti, sab 17 e dom ore 16.30, a cura di: Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Modena, in collaborazione con: Ludo Labo, Moxa-CDMC): per tutti coloro che parteciperanno all’itinerario, sarà prevista un’ulteriore sessione di gioco al termine del percorso.
“Intrecci di dolore, percorsi di pace. Aule di Tribunale per drammi di vita” ci interrogherà su come costruire percorsi di pace e non violenza, in scenari e processi di guerra, (Sassuolo, Spazi ex-Uffici Cultura, ven 16 ore 17, sab 17 e dom 18 ore 10; 12; 16, a cura di: Croce Rossa Italiana – Comitato di Sassuolo – per tutti a partire dai 12 anni).
5. Passioni di giustizia
In questa quinta pista, in prevalenza caratterizzata da grandi modelli letterari e performativi, si esprimono le passioni che attivano il senso della giustizia, sondando tecniche e testimonianze volte a stimolare la percezione e la riflessione su quei fantasmi emotivi e culturali che possono ottenebrare compassione e capacità di espressione

Venerdì 16 alle ore 20.30 a Modena lo spettacolo “Amen” nasce dal primo testo teatrale di Massimo Recalcati, un inno alla vita e alla resistenza che abbraccia la storia dell’Italia dei nostri ultimi 50 anni e che diventa concerto per voci ed elettronica (Teatro Storchi, regia: Valter Malosti, introduzione di Massimo Recalcati, con: Marco Foschi, Federica Fracassi, Danilo Nigrelli, progetto sonoro e live electronics: Gup Alcaro, chitarra elettrica: Paolo Spaccamonti, luci: Umberto Camponeschi, assistente alla regia: Thea Dellavalle, produzione: Emilia Romagna Teatro ERT/Teatro Nazionale, Teatro Franco Parenti, TPE – Teatro Piemonte Europa).
Sabato 17 alle ore 22 in Piazzale della Rosa a Sassuolo, Filippo Neviani, Nek, dialoga con Paola Saluzzi in “A cuore aperto”, portando testimonianza dell’esperienza di sofferenza attraversata durante un infortunio alla mano, per esplorare l’abisso della vulnerabilità e il suo lato più luminoso, tra empatia e solidarietà.
Sabato 17 alle ore 21, sul palco del Teatro Comunale di Carpi, Massimo Donà affronterà il tema del rapporto contrastante dell’uomo con la giustizia, in “Anelito alla Giustizia”, insieme agli allievi dell’Istituto musicale Vecchi-Tonelli di Modena e Carpi che presenteranno pagine dell’ultimo periodo creativo di Mozart (a cura di: ISSM Vecchi-Tonelli).
La mostra “L’eterno ritorno. Al di là del bene e del male” racconta il film più audace e visionario di Liliana Cavani, del 1977, dedicato all’esperienza limite vissuta da Lou Salomè, Friedrich (Fritz) Nietzsche e Paul Rée (Carpi, Palazzo dei Pio – Appartamento inferiore, curatrice: Francesca Brignoli, a cura di: Archivio Storico Comunale di Carpi).
Il laboratorio “Why me?” presenta delle tecniche volte a stimolare la riflessione verso i sentimenti di ingiustizia che si generano quando pazienti e famigliari sono costretti a convivere con la malattia oncologica (Modena, Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali – Auditorium, ven 16 ore 15.00; 16.30, sab 17 ore 10.30; 12, a cura di: Fondazione ANT Italia Onlus).
Barozzi, Federzoni, Ravera, Righi, Rossi esplorano il desiderio di uguaglianza e di rispetto dei diritti primari con le loro fotografie in “U-TOPIA. Visioni di un’imperfetta equità” (Modena, Centro Culturale G. Alberione, curatore: Gianni Rossi, a cura di: Fotoclub Colibrì BFI, presentazione: ven 16 ore 17 alla presenza del curatore e degli artisti).
Il percorso teatrale itinerante “Shakespeare’s dreams” accompagna il pubblico dentro il sonno del Bardo, turbato dai fantasmi che gridano vendetta, per riflettere sul bisogno di trovare il giusto equilibrio tra il bene e il male (Carpi, Archivio Storico Comunale, ven 16 ore 21.30, sab 17 ore 21.30, dom 18 ore 17; 20, coordinamento: Gigi Tapella, Sara Gozzi, a cura di: Teatro Comunale di Carpi, in collaborazione con: Archivio Storico Comunale di Carpi).
“L’ora senz’ombra” presenta cinque tele di Antonio Ligabue, capaci di riflettere le lotte dell’artista e le ingiustizie subite, tra esilio e reclusione (Modena, La Galleria. Collezione e Archivio Storico di BPER Banca, curatore: Sandro Parmiggiani, produzione: La Galleria. Collezione e Archivio Storico BPER Banca, in collaborazione con: Fondazione Palazzo Magnani e Archivio San Lazzaro).
Lo spettacolo “Perché proprio a me?” ripercorre la figura di Giobbe dalla Bibbia a Roth, dando spazio anche a brani della tradizione musicale Klezmer (Modena, Palazzo Santa Margherita – chiostro, ven 16 ore 21.30, testo e regia: Sandra Tassi, Luigi Catuogno, chitarra, Chris Dennis, violino, Fiorella Mauri, fisarmonica, a cura di: Associazione culturale “Il Leggio”).
“Ologramma. I labirinti del silenzio” rivisiterà le canzoni di grandi artisti italiani e stranieri, passando dai piccoli soprusi subiti nella vita quotidiana, alle sofferenze di intere comunità, fino ai grandi eventi epocali che segnano le nostre esistenze (Modena, Piazza Roma, dom 18 ore 18, direttrice: Roberta Frison, testi e regia: Carlo Stanzani, produzione: Istituto MEME Modena, CEMU – Centro Europeo Musicoterapia, UPGB – Università Popolare “G. Bateson” Modena).
6. Nuove frontiere
In questa sesta pista si prospettano con interventi visuali e performativi le sfide presenti e future per il tema della giustizia, con lo sguardo rivolto alla crisi climatica, alla voce e all’eredità delle prossime generazioni, alla salvaguardia delle specie, alle possibilità che si aprono con le tecnologie digitali

L’installazione “Il posto giusto nel mondo” propone di “accarezzare” alcuni animali di specie che diventano sempre più rare e sono da proteggere (Carpi, Palazzo dei Pio – Cortile d’onore, a cura di: Castello dei ragazzi, in collaborazione con: Centro Zaffiria). Il laboratorio creativo “Zoomix” permetterà di ritagliare e ricostruire animali di specie in via di estinzione, in un percorso gioco ricco di sorprese (Carpi, Palazzo dei Pio – Cortile d’onore, sab 17 ore 16.30-18.30, dom 18 ore 16.30-18.30, a cura di: Castello dei ragazzi, in collaborazione con: Centro Zaffiria), mentre le narrazioni di Alessia Canducci in “E tu che specie sei?” (Carpi, Palazzo dei Pio – Cortile d’Onore, sab 17 e dom 18 ore 17; 18, a cura di: Castello dei ragazzi) portano a immaginare insieme un ambiente e un futuro più armoniosi per ospitare le creature più curiose. La climatologa Elisa Palazzi e il divulgatore Federico Taddia in “Il clima non è uguale per tutti”, per ragazzi dai 10 anni in su, ragionano sullo stato di salute della Terra, sugli effetti quotidiani e sociali del cambiamento climatico e sulle buone pratiche da mettere in atto (Teatro Comunale di Carpi, dom 18 ore 15.30, a cura di: Castello dei ragazzi).
Il workshop partecipativo “Ricucire lungo i bordi” si presenta come uno spazio per un dialogo libero, rispettoso e generativo sul tema della giustizia intergenerazionale, organizzato secondo il metodo dell’Open Space Technology e tramite installazioni artistiche (Carpi, Spazio Giovani Mac’è!, sab 17 ore 15.30-19.30, a cura di: Tavolo Vez – Tavolo giovani dello Spazio Giovani Mac’è!, in collaborazione con: Nina Atelier e Associazione Casa Tomada).
La mostra fotografica di Asaf Ud Daula “Emozioni per generare il cambiamento. Per una giustizia ecologica” si ispira all’enciclica di Papa Francesco Laudato si’ e ci apre a mondi di visione diversa (Carpi, Museo Diocesano di arte sacra, Chiesa di Sant’Ignazio di Lojola curatrice: Lia Beltrami, a cura di: Ufficio per la Pastorale sociale e del lavoro – Diocesi di Carpi, presentazione: sab 17 ore 16 alla presenza della curatrice).
“Make Your Voice Heard” è un’installazione con proposte concrete di azione da sottoporre all’attenzione delle istituzioni europee e nazionali attraverso la piattaforma dell’Anno europeo dei giovani 2022 #EYY2020 (Modena, Galleria Europa – Centro Europe Direct, a cura di: Centro Europe Direct).
Attraverso un percorso immersivo nella pittura contemporanea di Abraham Sidney Ofei Nkansah, “Rigogliosa Natura” racconta la natura nel suo ruolo di giudice silente e sublime, nell’odierna guerra dell’uomo con sé stesso (Modena, Consorzio Creativo Associazione culturale, curatrice: Enrica Cuccarese, produzione: Consorzio Creativo, presentazione: ven 16 ore 18 alla presenza della curatrice e di Andrea del Guercio).
In sette cortometraggi, con “Non è l’Ennesimo festivalfilosofia” il tema della giustizia viene declinato in quattro principali percorsi: giustizia divina, terrena, sociale, personale (Sassuolo, Crogiolo Marazzi, sab 17 ore 21, a cura di: Tilt Associazione Giovanile – Ennesimo Film Festival).
Con “Opere di giustizia. Musiche di Stravinskij, Britten, Dallapiccola, ?ostakovi?, Ullmann” vengono portare sul palcoscenico opere di teatro musicale recenti per ripercorrere tappe storiche ed estetiche del Novecento e raccontare il personale rapporto tra artisti e giustizia (Modena, Fondazione Collegio San Carlo – Teatro, dom 18 ore 21, Paolo Andreoli e Mario Sollazzo al pianoforte, con: allievi classi di canto dell’ISSM Vecchi-Tonelli di Modena, a cura di: Luca Benatti, MusicaCantoParola, Gioventù musicale d’Italia – Modena, Coro Luigi Gazzotti, Acit Modena, Tempo di Musica).
“Borderline” è un laboratorio teatrale che accompagna nel labirinto della giustizia, tra testi, improvvisazioni e spunti personali per i giovani attori partecipanti (Modena, Parco della città – ex Novi Sad, sab 17 ore 18, dom 18 ore 16.30, a cura di: STED, coordinamento: Marco Marzaioli, Marina Meinero, produzione: festivalfilosofia).
Elementi reali e tecnologie digitali si fondono in un grande spazio immersivo agibile e interattivo creato da Eva & Franco Mattes in “Most to Least Viewed” (Modena, FMAV – Palazzo Santa Margherita, Sala Grande, curatore: Nadim Samman, produzione: Fondazione Modena Arti Visive, presentazione: sab 17 ore 18 alla presenza della curatrice FMAV Chiara Dall’Olio). Il filosofo Pietro Montani e la coppia di artisti Eva & Franco Mattes in “My Little Big Data. Etica ed estetica nell’era dell’iperconnessione” conversano sulla nostra condizione contemporanea di vita iperconnessa, accostandosi all’etica e alle politiche della vita online (Modena, Piazza Roma, ven 16 ore 16, a cura di: FMAV, DHIALOGUE – Centro Interdipartimentale Digital Humanities Unimore, con: Modena Città creativa Unesco per le Media Arts).
“Camera ludica” di Marco De Mutiis è un visual essay dedicato alla in-game photography che esplora le pratiche di costruzione e ricezione di immagini in ambiente gaming, aprendo a riflessioni sui nostri rapporti con la rappresentazione e il superamento del paradigma della veridicità (Modena, Metronom – Video Wall, produzione: Metronom). Nell’ambito dell’installazione, Marco De Mutiis dialoga con Matteo Bittanti in “Attention economy. In-game photography tra simulazione e appropriazione” sui contesti di produzione e fruizione di contenuti visuali ad alto valore sociale e politico nell’esperienza videoludica (Modena, Piazza Roma, sab 17 ore 16, conduce: Marcella Manni, a cura di: Metronom, con: Modena Città creativa Unesco per le Media Arts).
Alessandro Gibellini con le sue foto in “Vietato vietare. Lasciare segni nello spazio pubblico” testimonia i segni e le tracce lasciati sui muri nello spazio pubblico, giusti o meno che siano, per raccontare la città, i suoi luoghi, le sue architetture e le sue tensioni (Modena, Fondazione de Mitri, curatore: Giorgio de Mitri, co-curatori: Pietro Rivasi, Pierpaolo Ascari, a cura di: Fondazione de Mitri).

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