Morte di Alice Neri / Un’auto quella notte nella zona del delitto. Si indaga anche tra i colleghi di lavoro

I Ris proseguono i controli nella zona dell’omicidio. I Carabinieri lavorano sui rapporti con alcuni uomini dell’azienda dove Alice lavorava: alcuni sarebbero stati sottoposti al prelievo del Dna

Si fa sempre più reale l’ipotesi che nella tragica morte di Alice Neri, la 32enne trovata carbonizzata nel baule della sua auto nelle campagne di Fossa di Concordia nella giornata di venerdi, sia coinvolta una terza persona, un uomo, forse un compagno di lavoro. Per ora soltanto un’ipotesi ma gli inquirenti, coordinati dal pubblico ministero Claudia Natalini, non tralasciano nulla, nemmeno l’immagine catturata da uno dei varchi elettronici che avrebbe inquadrato un’auto transitare poco dopo il passaggio di quella della donna nella zona del ritrovamento del cadavere e più volte nel corso della notte. Il mezzo non apparterrebbe né al marito della vittima, Nicholas Negrini, né al collega con il quale Alice aveva trascorso la serata giovedì allo Smart Caffè di Concordia fino a oltre le 3 di notte (entrambi sono già iscritti come atto dovuto nel registro degli indagati) ma ad una terza persona pare sempre residente in zona e che sarebbe legato alla donna uccisa da un rapporto di lavoro. I carabinieri stanno cercando il filo di questo giallo che si si infittisce sempre più e che potrebbe portare alla catura dell’assassino. Si lavora sulle immagini delle molte telecamere poste in zona. La notizia che è filtrata oggi riguarda La presenza di un’auto in un’area di aperta campagna. Altra indiscrezione del giorno: i Ris di Parma incaricati delle analisi tecnico scientifiche sia sul luogo del ritrovamento sia sull’auto carbonizzata, avrebbero richiesto l’esame del Dna per alcuni colleghi di lavoro della donna. Si attende anche l’esito dell’autopsia sul corpo del donna, che potrebbe portare sulla strada che risolve l’enigma di questo giallo.

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