Proteste a Italpizza, processo al via

 Proteste a Italpizza, processo al via

erano quasi tutti in aula ieri: 67 imputati tra lavoratori e attivisti, protagonisti delle numerose manifestazioni e blocchi da novembre 2018 e fino all’aprile successivo davanti ai cancelli di Italpizza. È iniziato ieri infatti il maxi processo che vede alla sbarra appunto i numerosi partecipanti ai picchetti organizzati dagli aderenti al Si Cobas davanti all’azienda, rimasta per mesi al centro di proteste e scioperi dei lavoratori. Le accuse nei confronti del gruppo sono quelle di manifestazione non autorizzata, resistenza, lesioni, invasioni di edificio, minacce, violenza privata. Ieri mattina è stata ammessa la costituzione di parte civile di Italpizza, rappresentata dall’avvocato Giulio Garuti e l’udienza è stata fissata per il prossimo tre ottobre, data in cui i giudici decideranno se rinviare a giudizio tutti gli imputati. Il giudice, su richiesta della parte civile, ovvero Italpizza ha poi disposto la citazione come responsabile civile del sindacato che è stato quindi chiamato in causa come responsabile per i danni. Tra i 67 indagati anche volti noti delle proteste: Enrico Semprini e Marcello Pini insieme a Simone Carpeggiani. Tra gli altri reati, i tre rispondono di manifestazione non autorizzata, reato previsto nel testo unico sulla pubblica sicurezza per aver, “in qualità di referenti territoriali del sindacato Si Cobas, promosso i picchetti davanti agli stabilimenti Italpizza senza il preventivo preavviso al questore”. Gli esponenti, al pari degli altri manifestanti sono poi accusati di resistenza per aver “in concorso strattonato e spintonato gli agenti presenti”, ma l’accusa è anche quella di violenza privata per aver “impedito e in più occasioni ai mezzi di entrare ed uscire dallo stabilimento bloccando così la produzione”.

Le indagini erano state condotte dalla questura. “Alla sbarra – afferma Marcello Pini del Sindacato Intercategoriale Cobas – non sono convocati i dirigenti d’azienda che applicano contratti illeciti, che giocano con matrioske di appalti, che percepiscono indebitamente milioni di euro di cassa integrazione pur non essendo affatto in crisi. No, per la procura di Modena gli accusati sono i lavoratori e le lavoratrici che hanno osato rivendicare i diritti minimi previsti dai contratti e dalle leggi”. Pini fa presente come gli imputati in questa prima tranche siano 67 lavoratori e sindacalisti ma come ci siano altri 53 indagati nella seconda tranche delle indagini per gli scioperi e i picchetti svolti dal dicembre 2018 al luglio 2019. “Nel mondo al rovescio della procura modenese è Italpizza ad essere parte lesa, ed è quindi autorizzata a chiedere almeno 500mila euro di danni direttamente al sindacato SI Cobas, mentre per gli operai restano salari da fame, ricatti sui permessi di soggiorno e anni di udienze”.

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