Alluvione, “garantire risorse necessarie in Romagna”

 Alluvione, “garantire risorse necessarie in Romagna”

Ok del Consiglio comunale alla mozione del Pd (votata anche dal Movimento 5 stelle) che chiede, a distanza ormai di cinque mesi, ristori adeguati ai danni subiti dai territori

Garantire le risorse necessarie a territori e imprese della Romagna colpiti a maggio dal maltempo per consentirne la ripartenza e rilanciare l’attività economica. È la principale richiesta che il Consiglio comunale rivolge al Governo, approvando l’ordine del giorno “Alluvione in Emilia-Romagna” dopo un dibattito nel quale i promotori del documento hanno ribadito i ritardi di questi mesi. Il testo, presentato già in giugno, è stato illustrato nella seduta di giovedì 12 ottobre da Alberto Bignardi per il Partito democratico, ed è stato approvato con anche il voto a favore dei gruppi di maggioranza (Europa Verde-Verdi, Sinistra per Modena e Modena Civica) e del Movimento 5 stelle; voto contrario per Fratelli d’Italia; astenuto il gruppo Lega Modena.

Ricordando gli eccezionali fenomeni alluvionali in Romagna, fra l’1 e il 17 maggio, e quindi le vittime e i danni riscontrati su scala nazionale, tenuto conto delle filiere produttive compromesse, l’ordine del giorno chiede di garantire ristori adeguati alle proporzioni dell’evento. A distanza di cinque mesi, infatti, le risorse annunciate dal Governo sono state ridotte, e una parte di queste non è ancora utilizzabile, con l’effetto di rallentare la ripartenza dei territori flagellati. L’atto quindi chiede al Governo di velocizzare il più possibile interventi di ripristino e indennizzi, come accaduto in occasione del sisma dell’Emilia nel 2012 . Inoltre, ricordando il coinvolgimento parziale del nodo idraulico modenese, invita il Comune di Modena e i Comuni limitrofi a istituire un gruppo di lavoro per studiare e approfondire gli eventi accaduti, mettendo in condivisione dati, evidenze e ipotesi di interventi in materia di manutenzione e prevenzione del dissesto idrogeologico.

Aprendo il dibattito per il Movimento 5 stelle, Barbara Moretti ha evidenziato la necessità di potenziare (“sulla base di studi già esistenti di professionisti”) il nodo idraulico di Modena “graziato a maggio”: “Nonostante gli interventi degli ultimi anni, infatti, sappiamo che persistono ancora fragilità degli argini, anche rispetto a piene piccole”. “Il 3 per cento di consumo di suolo, previsto dalla legge regionale, è la causa principale di questi eventi”, ha dichiarato Giovanni Silingardi, riferendosi anche a uno studio del docente ed esperto di pianificazione urbanistica Paolo Pileri: “La cementificazione di ettari ed ettari di territorio – ha proseguito il consigliere – non consente all’acqua di filtrare, causando ciò che abbiamo visto. Su questo dobbiamo dare risposte”.

Giovanni Bertoldi (Lega Modena) ha affermato che “l’alluvione in Romagna è frutto di sottovalutazione idrogeologica, anche da parte della Regione: occorre fare di più, pure nel nostro territorio”. Per il capogruppo “l’impiego di fondi Pnrr per affrontare questi rischi doveva essere una priorità, ma spesso le risorse sono state sprecate”. Il consigliere ha quindi concluso dichiarando che “adesso è arrivato il momento di dare un consistente aiuto al settore produttivo”.

Prima di elencare le misure già introdotte dal Governo, Elisa Rossini (Fratelli d’Italia) ha specificato che “in queste situazioni non si può agire con frenesia, ma occorre ponderare per evitare errori”. La consigliera ha sottolineato che la Regione deve assumersi delle responsabilità: “Negli ultimi sette anni, infatti, ha realizzato solamente 12 delle 23 casse di espansione previste per i suoi corsi d’acqua”. Infine, Rossini ha affermato che “occorrerebbe evitare di chiedere risorse per le infiltrazioni al Palazzo comunale: sono frutto di manutenzioni non svolte in passato”.

Per il Pd, Ilaria Franchini ha puntualizzato che “a cinque mesi dall’alluvione permangono ancora strade inagibili, famiglie con ristori parziali, ma soprattutto aziende agricole senza un solo euro di risarcimento, pur avendo destinato i loro terreni al deflusso dell’acqua, salvando i territori limitrofi”. Antonio Carpentieri ha sottolineato come recentemente lo stesso commissario straordinario Figliuolo (“una nomina politica la sua, che ha richiesto per essere decisa ben due mesi e mezzo”) abbia evidenziato l’insufficienza di fondi: “Questo significa che effettivamente c’è ancora molto da fare per sostenere famiglie e imprese”. Alberto Bignardi ha aggiunto che “il nuovo Piano urbanistico generale dà strumenti per intervenire rapidamente sul territorio a fronte di calamità imprevedibili”. Il consigliere ha inoltre puntualizzato che “il forte aumento della richiesta abitativa dimostra che non si sta abusando del suolo”.

Affermando piena adesione al dispositivo, Paola Aime (Europa Verde-Verdi) ha dichiarato che “il problema della cementificazione nasce ben prima della legge regionale”. La consigliera ha quindi precisato che “ci sono luoghi in cui non bisogna costruire perché, appunto, si mettono a rischio l’esistenza di famiglie, aziende e territori”.

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