Al Michelangelo stasera San Francesco visto da Scifoni

 Al Michelangelo stasera San Francesco visto da Scifoni

San Francesco? Una star. Scifoni e un ritratto inedito

“Come si fa a parlare di San Francesco D’Assisi senza essere mostruosamente banali?”. Questa la domanda che si pone l’attore Giovanni Scifoni nel suo nuovo spettacolo ‘Fra’. San Francesco, la superstar del Medioevo’, in scena giovedì sera alle 21 al Teatro Michelangelo di Modena. Il lavoro, scritto e interpretato da Scifoni, nasce per gli 800 anni del Presepe di Greccio: “Il 24 dicembre abbiamo celebrato gli 800 anni del presepe di Greccio, la più geniale (e più copiata) invenzione di Francesco. Ma all’epoca non c’era la Siae”. Ancora si domanda Scifoni: “Se chiedo a un ateo anticlericale ‘dimmi un santo che ti piace’, lui dirà: Francesco. Perché tutti conoscono San Francesco? Perché sono stati scritti decine di migliaia di testi su di lui? Perché è così irresistibile? E perché proprio lui? Non era l’unico a praticare il pauperismo. In quell’epoca era pieno di santi e movimenti eretici che avevano fatto la stessa scelta estrema, che aveva di speciale questo coatto di periferia piccolo borghese mezzo frikkettone che lascia tutto per diventare straccione? Aveva di speciale che era un artista – si risponde l’attore –. Forse il più grande della storia. Le sue prediche erano capolavori folli e visionari. Erano performance di teatro contemporaneo. Giocava con gli elementi della natura, improvvisava in francese, citando a memoria brani dalle chanson de geste, stravolgendone il senso, utilizzava il corpo, il nudo, perfino la propria malattia, il dolore fisico e il mutismo”. Il monologo, orchestrato con le laudi medievali e gli strumenti antichi di Luciano di Giandomenico, Maurizio Picchiò e Stefano Carloncelli, si interroga sull’enorme potere persuasivo che genera su noi contemporanei la figura pop di Francesco, e percorre la vita del poverello di Assisi e il suo sforzo ossessivo di raccontare il mistero di Dio in ogni forma, fino al logoramento fisico che lo porterà alla morte, dalla predica ai porci fino alla composizione del cantico delle creature, il primo componimento lirico in volgare italiano della storia. “Il vero problema con cui mi sono dovuto scontrare preparando questo spettacolo è che Francesco era un attore molto più bravo di me”. E poi il gran finale, la morte, il rapporto di fratellanza, quasi di amore carnale che aveva Francesco con Sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò scappare. E neanche il pubblico potrà scappare da questo finale. Non siamo immortali”. Replica straordinaria in cartellone domenica 14 aprile alle 18. I biglietti sono già in vendita sia online che in biglietteria.

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