Carceri: esposto a Cartabia, ‘a Modena morti dopo violenze’
Un testimone, ‘omissione di soccorso e detenuti manganellati’
Si è appellato con un reclamo di sei pagine direttamente al ministro della Giustizia Marta Cartabia un detenuto che sarebbe uno dei cinque testimoni della morte del 40enne Salvatore Cuono Piscitelli, uno dei nove detenuti morti dopo la rivolta nel carcere di Sant’Anna a Modena avvenuta a inizio marzo del 2020.
Piscitelli è deceduto una volta trasferito dal Sant’Anna di Modena al carcere di Ascoli Piceno; come sottolineato dall’esposto presentato in passato alla procura di Ancona proprio dai cinque detenuti, il 40enne era giunto da Modena “in fin di vita”.
A diffondere il racconto del detenuto è il Comitato Verità e Giustizia per la strage del Sant’Anna: “In queste sei pagine di testimonianza – commenta il comitato – viene nuovamente descritta la barbarie a cui sono stati sottoposti i detenuti durante le rivolte. Si torna a porre l’accento nuovamente sui ritardi nei soccorsi o addirittura sulla loro omissione”.
Il detenuto in questione, C.C. le iniziali, scrive al ministro che, in relazione a quanto sarebbe accaduto a Modena, “molti detenuti, alcuni in palese stato di alterazione probabilmente dovuta all’assunzione di farmaci, furono violentemente caricati e colpiti al volto con manganellate usando anche i ‘tondini in ferro pieno’ che si usano per la battitura nelle celle. Alcuni di questi detenuti a cui non fu dato nessun supporto medico, nel giro di pochi minuti morirono.
La mia domanda personale è se non fossero stati picchiati al volto e fossero stati condotti in ospedale sarebbero morti?”.
Sul decesso di Piscitelli in carcere ad Ascoli il detenuto, che chiede di rompere il “muro di omertà” aggiunge: “Piscitelli stava male ed emetteva versi di dolore, sollecitammo nuovamente gli agenti senza ottenere risposta. Verso le 9 dopo l’ennesimo sollecito sentimmo un agente dire fatelo morire”.
Per gli otto decessi avvenuti a Modena la procura della città emiliana ha archiviato il fascicolo che ipotizzava l’omicidio colposo e morte o lesioni come conseguenza di altro delitto.
Esisterebbe invece, sempre in procura a Modena, un secondo fascicolo contro ignoti dove si ipotizzerebbe il reato di tortura sempre in merito alla rivolta in carcere del marzo dello scorso anno.