Ampliamento Conad, convocata la conferenza dei servizi

 Ampliamento Conad, convocata la conferenza dei servizi

L’assessore Vandelli ha risposto in Consiglio a cinque interrogazioni: “Valuterà il progetto migliore e maggiormente sostenibile sulla base dell’istruttoria in corso”

Sarà la Conferenza dei servizi, convocata per giovedì 24 febbraio, a valutare il progetto migliore e maggiormente sostenibile per l’ampliamento dello stabilimento Conad nell’area dell’ex Civ e Civ, fornendo indicazioni al privato in base all’istruttoria in corso sul progetto presentato, sulle osservazioni e sulla nota del sindaco, frutto anche dell’ascolto dei cittadini.

Lo ha detto l’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli nella seduta del Consiglio comunale di lunedì 7 febbraio, rispondendo a quattro interrogazioni sul progetto di sviluppo aziendale di Conad nord-ovest trattate congiuntamente (a una quinta sarà invece data risposta scritta).

L’assessora ha ricostruito l’iter del progetto, avviato con la presentazione della domanda di ampliamento dalla società Imco spa ad agosto 2021. Lo scorso 24 novembre è stato pubblicato il progetto sul sito del Comune aprendo la fase di presentazione delle osservazioni della durata di 60 giorni (fino al 24 gennaio). “La prima seduta della Conferenza dei servizi – ha spiegato Vandelli – si è conclusa con una richiesta di documentazione integrativa. Ora siamo nella fase di valutazione delle sei osservazioni presentate, di cui due dal comitato Villaggio Europa, tre di privati e una dei Verdi. A queste si aggiunge la nota del sindaco Gian Carlo Muzzarelli che ha chiesto l’approfondimento di elementi come l’assetto della mobilità, il tema del paesaggio, le connessioni e l’implementazione del verde, cui la proprietà ha risposto annunciando la disponibilità a non realizzare più la palazzina degli uffici”.

Quello presentato, ha proseguito Vandelli, “è il progetto di un privato su un’area destinata al produttivo dagli anni ’60 e confermata come tale dal vigente Prg e dal Pug. Si tratta di una ristrutturazione urbanistica con il riassetto di tre proprietà distinte: Conad, Parmareggio e Civ e Civ (quest’ultima corrisponde al 50 per cento del lotto di ampliamento complessivo del nuovo Conad). La variante non riguarda la superficie utile ammissibile ma l’incremento di due metri di altezza massima prevista per i magazzini automatizzati e la nuova accessibilità, con l’eliminazione dell’accesso diretto dei mezzi pesanti dalla tangenziale, in linea con le normative per la sicurezza stradale, e la realizzazione di una rotatoria e di una strada di collegamento con il complesso stradale”.

Vandelli ha poi evidenziato il percorso di partecipazione formale sviluppato attraverso il periodo di osservazioni, “ma ancora prima quello informale: ci siamo incontrati con i consiglieri di Quartiere, abbiamo fatto 12 videocall con cittadini che chiedevano informazioni, abbiamo partecipato a una assemblea pubblica organizzata dal Pd e in Consiglio vengono trattate interrogazioni e ordini del giorno. La risposta alle osservazioni – ha aggiunto – non è demandata alla politica ma alla Conferenza dei servizi, che è ancora in una fase assolutamente preliminare. Alla politica compete ascoltare, come abbiamo fatto, incanalare tutte le osservazioni e preoccupazioni espresse, parlare con i nostri rappresentanti alla Conferenza dei servizi perché se ne facciano carico. Le osservazioni verranno valutate in conformità a ordinamento giuridico, disciplina che tutela gli interessi in gioco e con ambiti di discrezionalità tecnica che consentiranno di portare conoscenza ed esperienza affinché ne esca il progetto migliore, in particolare a tutela degli interessi pubblici. Io non sono virologa né allenatore – ha aggiunto – non faccio il mestiere di qualcun altro: sarà la Conferenza dei servizi a definire se è il miglior progetto. Ha sicuramente alcuni elementi da evidenziare, come l’aumento della permeabilità dell’8 per cento, la revisione del flusso delle acque con la realizzazione di vasche di laminazione e il rifacimento del Diversivo, la realizzazione di tetti che non incentivino l’isola di calore, la presenza di pannelli fotovoltaici e la valutazione dell’impatto acustico. Chiederemo di più in termini di mitigazioni e compensazioni, di qualità edilizia e architettonica, oltre a una particolare attenzione alla connessione verde e ciclabile dell’area. Il mandato che noi diamo ai tecnici è di migliorare il progetto e trovare la migliore sintesi; non ci accontentiamo”.

Frutto dell’ascolto dei cittadini, ha spiegato Vandelli, è anche l’installazione per un mese, in accordo con Arpae, di una centralina che farà il monitoraggio delle emissioni in quel contesto. “L’area di Civ e Civ – ha ricordato – aveva già un suo carico urbanistico di produzione e logistica, con una media di almeno 80 mezzi pesanti, e Conad con l’ampliamento ha annunciato che passerà dagli attuali 210 a un massimo di 360 mezzi al giorno nei momenti di punta, con un aumento effettivo nell’area rispetto a quando Civ e Civ era in attività intorno ai 70 mezzi nel momento di picco. Sarà la Conferenza dei servizi a valutare la congruenza dei dati e la sostenibilità dell’insieme”. L’assessora ha inoltre precisato che, “attualmente, i camion a cella frigorifera parcheggiano vicino alle case, mentre con la riorganizzazione avranno un’area di sosta dentro al comparto, lontana dalle residenze”.

Rispetto al magazzino automatizzato verticale, Vandelli ha sottolineato che “dal punto di vista del rispetto della visuale libera il progetto propone un rapporto maggiore di 1 mentre nel residenziale il rapporto è di 0,4: in questo caso quindi la distanza è migliorativa; lo stesso criterio su residenza comporterebbe un aumento della distanza tra gli edifici di 5-6 metri”.

L’assessore ha inoltre aggiunto che “via Europa va riqualificata in ragione della presenza di due aziende che da artigianali produttive sono oggi nel settore della logistica: l’interferenza dei mezzi pesanti con la residenza è sicuramente da risolvere”. L’assessora, dopo aver riportato il percorso dei mezzi pesanti previsto dal progetto, ha precisato che “in via Europa è previsto il solo passaggio di auto private o mezzi di pubblica utilità ed emergenza. Come abbiamo scritto nel Pums e nel Pug – ha concluso – occorre limitare l’attraversamento di traffico pesante delle aree residenziali e servizi prevedendo dei divieti di accesso: nello specifico via Canaletto e via Finzi”.

PRESENTATE CINQUE INTERROGAZIONI

Le istanze trattate in Aula sono state quelle di Pd, Europa verde – Verdi, FI e Lega Modena, mentre quella di Modena sociale riceverà risposta scritta

Sono state quattro, rispettivamente di Pd, Europa verde – Verdi, FI e Lega Modena, le interrogazioni relative al progetto di ampliamento dello stabilimento Conad Nordovest nell’area da riqualificare dell’ex Civ e Civ trattate nella seduta del Consiglio comunale di lunedì 7 febbraio. Una quinta, di Modena sociale, riceverà invece risposta scritta.

Nella prima, illustrata da Marco Forghieri del Pd e firmata anche dal capogruppo Antonio Carpentieri, il consigliere ha domandato di conoscere lo stato di avanzamento del progetto, l’iter procedurale di approvazione dello stesso, gli impatti della nuova struttura sulla viabilità e gli accorgimenti progettuali adottati. Forghieri ha inoltre chiesto informazioni sulla coerenza tipologica dell’intervento rispetto agli attuali strumenti urbanistici, “se sia possibile, una volta raccolte le informazioni necessarie e i pareri espressi da cittadini, associazioni e istituzioni, informare il Consiglio comunale” e “su quali strumenti, mezzi e luoghi di informazione, comunicazione e partecipazione si intendono utilizzare per informare e coinvolgere la cittadinanza in merito a questo tema e progetto”.

Con la seconda interrogazione, la consigliera di Europa verde – Verdi Paola Aime ha domandato all’Amministrazione “se è stata fatta una valutazione sull’attività che sarà realizzata nel nuovo polo logistico”, se il numero di 400 camion giornalieri in transito nel polo sia un dato attendibile e, in tal caso, se sia stato valutato l’impatto che produrrà in termini di traffico e inquinamento sull’intera città. Aime ha inoltre domandato se “è stato valutato, nell’ambito del numero complessivo di mezzi pesanti, quanti di questi saranno a cella frigorifera, con conseguente necessità di tenere accesi i motori e le conseguenze oltre che di inquinamento dell’aria anche di quello acustico, se sono state valutate le conseguenze in termini di paesaggio e di impatto sul suolo e sulle falde che comporteranno i nuovi edifici”. La consigliera ha infine chiesto se è confermato che il personale per accedere dovrà percorrere le “strette” vie Europa e Svizzera “all’interno dell’area residenziale”.

Nell’interrogazione di FI, Piergiulio Giacobazzi ha chiesto quanti mezzi pesanti transiteranno in entrata e uscita dal comparto dopo la realizzazione del progetto d’ampliamento rispetto a ora e se lo spostamento del traffico leggero su strade residenziali “sia compatibile con le esigenze di vivibilità del quartiere e con gli obiettivi di sicurezza e di mobilità sostenibile contenute anche nel Pums”. Il consigliere ha inoltre chiesto informazioni sul percorso di partecipazione attivato e sull’installazione una centralina per la rilevazione dell’inquinamento atmosferico. Giacobazzi ha infine domandato se “sia garantita l’assenza di incrementi edificatori e la mancata incidenza del traffico pesante su quello ordinario e residenziale”, se da parte del Comune ci siano state richieste specifiche nei confronti del soggetto attuatore rispetto all’impatto ambientale delle nuove strutture e del flusso di traffico ad esse diretto. Sugli stessi quesiti si è concentrata anche l’interrogazione della consigliera Beatrice De Maio di Modena sociale cui verrà data risposta scritta.

Nell’interrogazione di Lega Modena, anche Barbara Moretti ha chiesto “quali garanzie in termini ambientali e di sicurezza l’Amministrazione è in grado di fornire in relazione all’impatto del nuovo insediamento e dell’assetto viario ad esso collegato”, quanto il nuovo insediamento inciderà in termini di emissioni inquinanti e se non sia opportuna l’installazione fissa di una centralina per la rilevazione dell’inquinamento. La consigliera ha quindi chiesto “come tale progetto sia compatibile con le linee stabilite dal Pums”, “se siano state valutate possibili soluzioni alternative rispetto a quelle di progetto” e se e come il Comune “intenda coinvolgere i cittadini nel percorso di definizione del progetto”.

IL DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE

Gli interventi dei consiglieri e le repliche degli interroganti alle risposte dell’assessora Vandelli

Le cinque interrogazioni presentate sul progetto di ampliamento dello stabilimento di Conad nord-ovest hanno generato un dibattito nella seduta di lunedì 7 febbraio.

Vincenzo Walter Stella (Sinistra per Modena) in attesa di avere il quadro definitivo dell’intervento, “finora mai discusso in Consiglio”, ha valutato positivamente “l’opportunità di rigenerazione del comparto Civ e Civ”, chiedendo, però, “massima trasparenza e massimo coinvolgimento per approfondire le preoccupazioni generate dal progetto, a partire dall’impatto volumetrico e dall’aumento del traffico pesante”.

Giovanni Silingardi (Movimento 5 stelle) ha affermato che “è evidente come il progetto attuale crei problemi sia per la qualità dell’aria – bene quindi la centralina che però deve rimanere più di un mese – sia per la viabilità”. Rispetto a quest’ultima, il consigliere ha espresso perplessità sul fatto “che si riesca a raggiungere l’obiettivo di togliere traffico dall’area residenziale. Allo stato attuale – ha aggiunto – non vedo l’interesse pubblico in questo progetto, ma una situazione pericolosa sulla quale vigilare”. Andrea Giordani ha osservato che a fronte dell’obiettivo di rigenerare un’area già costruita “non si sono previste, come al solito, opere compensative a vantaggio dell’intero rione: il volume dei camion sarà difficile da gestire e poi c’è la questione del verde. Anche se è vero che gli alberi abbattuti verranno ripiantumati, non sarà la stessa cosa, come non lo sarà avere l’area cani da un’altra parte”.

Per Lega Modena, Giovanni Bertoldi ha detto di “avere l’impressione che si tenti di nascondere scelte politiche dietro questioni tecniche. All’Amministrazione e a noi, come Consiglio – ha aggiunto – spetta di rendere il polo meno impattante possibile, anche se ciò significa dispiacere alla grande cooperazione, anche perché la logistica equivale a inquinamento e noi abbiamo già l’inceneritore. Dobbiamo fare nostre le istanze dei cittadini della Sacca”.

Alberto Bignardi (Pd) ha sottolineato il valore dell’interlocuzione in atto con i cittadini: “È un processo di ascolto delle istanze dei residenti ancora in atto – ha affermato – con l’obiettivo di migliorare un progetto che punta alla rigenerazione di un’area abbandonata da tempo”. Il progetto di rigenerazione dell’ex Civ e Civ, ha affermato Diego Lenzini, “offre opportunità che vanno valorizzate e presenta criticità che dobbiamo affrontare nell’ambito di un lavoro di ascolto e miglioramento delle proposte che è ancora in corso”. Per il consigliere è necessario anche valutare quale potrebbe essere l’alternativa alla variante, “Conad, infatti, potrebbe decidere di portare tutto su via Finzi, che sarebbe peggio”.

Aprendo le repliche, Marco Forghieri (Pd) ha detto che discutere le interrogazioni “è stato un passo avanti, fatto nella sede opportuna che, prima o poi, sarà chiamata a votare”. Il consigliere ha ribadito, quindi, la natura privata del progetto per evidenziare che “il Comune non ha il potere di decidere su ogni cosa. Il nostro compito è accorciare le distanze tra chi presenta il progetto e chi ritiene che sia da rivedere”.

Secondo Paola Aime (Europa verde-Verdi) dalla risposta emerge “l’immagine di un’Amministrazione che dispone solo di armi spuntate. Ci sono norme sovracomunali che espropriano la politica locale del suo potere di avere una visione globale e di portare avanti politiche complessive per la città. Spesso si può procedere solo per piccoli aggiustamenti e la partecipazione, anche se c’è la volontà di valorizzarla, esce con voce flebile”.

Piergiulio Giacobazzi (Forza Italia) ha replicato che il progetto, “uno degli interventi più impattanti sulla città, sarà difficilmente assorbibile da quell’area: non credo che ci sia una sola famiglia che non sia allarmata”. Per il consigliere, “il confronto avrebbe dovuto iniziare molto prima del deposito del progetto perché è questo che le persone che non sono tecnici intendono per partecipazione, non presentare osservazioni a un progetto dovendo pagare un tecnico per farlo”.

Barbara Moretti (Lega Modena) si è detta perplessa “per il richiamo all’autonomia del privato: il Comune può dirci come dobbiamo fare una scala interna, non credo che non possa dare indicazioni per un’area così vasta”. Moretti ha ringraziato il comitato “che da mesi si batte per ridurre l’impatto sulla vivibilità del quartiere: sia l’Amministrazione che il privato devono valutare le osservazioni e le proposte dei cittadini”. La consigliera ha chiesto anche se il progetto è compatibile con i vincoli del nuovo Pug.

Nell’intervento che ha concluso il dibattito, l’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli ha precisato che l’Amministrazione, “come è suo compito, sta lavorando per tenere insieme il progetto con la tutela del quartiere che è a destinazione mista, residenziale e produttiva. Ma anche per connettere ciò che avviene in quell’area con quanto si sta facendo nell’area Prolatte, con l’obiettivo di migliorare permeabilità, pedonalità e ciclabilità e di togliere gli autoarticolati che oggi attraversano il quartiere”. L’assessora si è soffermata anche sulle dotazioni ambientali “che vanno migliorate: da qui la decisione di spostare l’area cani, anche per allontanarla dalla tangenziale, in modo da realizzare in quell’area un bosco. Voglio che si facciano le migliori scelte possibili – ha concluso – e ringrazio i cittadini e il comitato che hanno dato un contributo di grande qualità e di grande partecipazione civica”.

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