“Imagine”, l’utopia e il suo doppio

 “Imagine”, l’utopia e il suo doppio

In replica allo Storchi alle 15

A metà fra un ritrovo di vecchi amici e una resurrezione laica: “Imagine” di Krystian Lupa (in replica oggi allo Storchi alle ore 15, dopo il debutto nazionale di ieri) si apre in un’atmosfera enigmatica e soffusa, quasi uterina. All’interno di un appartamento decadente e polveroso, una figura stanca e allucinata dialoga “a distanza di velatino” con il suo doppio, un rimasuglio della sua parte cosciente che fa il suo ingresso nudo dopo essere lentamente emerso da una vasca. D’altronde, il protagonista – una sorta di guru hippie, disilluso e malaticcio – si chiama Antonin. Sul palco alcuni divani, poltrone, un letto, una sedia a rotelle e una “cavallina espiatoria”. A creare un ulteriore livello narrativo, due enormi schermi sovrastano il centro della scena: a volte proiettano dettagli in presa diretta dell’azione, altre aprono spiragli su paesaggi e sogni perduti («mandati a puttane», come si ripete nello spettacolo). Altre ancora, presentano i personaggi che uno dopo l’altro fanno capolino nell’appartamento rispondendo a un invito, che sa di richiesta d’aiuto, del loro ex-guru. Sono al contempo vecchi amici, compagni di un’ipotetica comune sessantottina, e la copia fantasmatica dei loro stessi idoli dell’epoca (Janis Joplin, Patti Smith, John Lennon, ecc..). In sottofondo, la voce dello stesso Lupa interviene a manovrare e commentare tutto ciò che accade in scena, rimarcando alcune parole che sembrano vitali per l’economia relazionale del gruppo. In realtà, questo apparente svelamento dei meccanismi teatrali è – come spesso succede nel teatro del regista polacco – un’illusione ottica e sensoriale, un reale raddoppiamento della finzione. Personaggi, attori, idoli e simboli di una generazione sono celebrati e allo stesso tempo demistificati in una riesumazione che è anche caduta, tonfo sordo. Si dice a un certo punto: «Vedo tutti questi bambini che sanno bene cosa vogliono, e io mi vergogno. Noi chi siamo stati?»

Le luci si spengono, il sipario si chiude, la platea si svuota: VIE festival 2022 si conclude oggi.

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