Al Venturi una conferenza su Giuseppe Maria Soli

 Al Venturi una conferenza su Giuseppe Maria Soli

Ritratto di Giuseppe Maria Soli, Adeodato Malatesta, 1840 circa

Ritratto di Giuseppe Maria Soli, Adeodato Malatesta, 1840 circa

Lunedì 7 novembre, alle 17.30, nella sede storica di via Belle Arti, Marinella Pigozzi approfondisce la formazione dell’architetto modenese nel bicentenario della morte

“La formazione di Giuseppe Maria Soli fra antico e ragione in Accademia Clementina” è il titolo della conferenza che si svolge lunedì 7 novembre, alle 17.30, nella sede storica dell’Istituto Venturi, in via Belle Arti 16.

L’appuntamento fa parte del programma di iniziative promosse in occasione del bicentenario della morte dell’architetto modenese, artefice del rinnovamento artistico e urbanistico della città e primo direttore della scuola che oggi è l’Istituto d’arte Venturi.

L’intervento di approfondimento sarà svolto da Marinella Pigozzi, docente all’Università di Bologna, con una carriera anche a livello internazionale per l’insegnamento di storiografia artistica, storia del collezionismo, interazione tra arte e scienza, tutela e conservazione del patrimonio.

Pigozzi ripercorre le origini accademiche di colui che divenne architetto di spicco del Ducato estense tra Sette e Ottocento nascendo in una famiglia di umili origini. A soli dodici anni, grazie alla protezione del conte Carlo Malvasia, Soli venne introdotto nella prestigiosa Accademia Clementina di Bologna dove rimase dieci anni, formandosi con gli artisti fra’ Stefano da Carpi, Ercole Lelli e Carlo Bianconi, per poi spostarsi a Roma nel 1770 dove perfezionò i suoi studi.

In parallelo alle vicende di Soli, Marinella Pigozzi riprende la storia dell’istituto bolognese: di fondazione quattrocentesca, conservò per volere di Giulio II compiti amministrativi anche all’ingresso di Bologna nello Stato della Chiesa e governò la città assieme al Legato pontificio sino all’arrivo dell’esercito napoleonico. Aperta in palazzo Poggi di fianco all’Istituto delle Scienze e riconosciuta da papa Clemente XI nel 1711, l’Accademia Clementina ha continuato il suo ruolo di guida nella formazione degli artisti, non solo bolognesi, con importanti conseguenze visive sia sull’aspetto urbano sia sugli interni delle abitazioni. Gli architetti e gli artisti coinvolti, pittori, scultori, decoratori, hanno rinnovato i palazzi con affaccio sulla via pubblica, contribuendo alla rinnovata magnificenza della città.

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