Dal Consiglio Comunale / “Continuare a potenziare la videosorveglianza in centro”

 Dal Consiglio Comunale / “Continuare a potenziare la videosorveglianza in centro”

Ok alla mozione presentata da Giacobazzi (Forza Italia). Nei giorni scorsi installati tre nuovi dispositivi ai Giardini ducali, che portano a oltre 400 il totale delle telecamere in città

Continuare a investire nella videosorveglianza in centro storico, con l’obiettivo di potenziare e ammodernare ulteriormente il sistema di telecamere e di dispositivi lettura targhe, che attualmente conteggia oltre 400 “occhi elettronici” nell’intera città, è l’invito che rivolge all’Amministrazione comunale un ordine del giorno approvato dal Consiglio comunale di Modena nella seduta di giovedì 10 novembre. La mozione, presentata da Piergiulio Giacobazzi di Forza Italia e sottoscritta anche dal Pd, ha ricevuto i voti a favore pure di Lega Modena, Movimento 5 stelle, Modena sociale, Gruppo indipendente per Modena e Fratelli d’Italia. Astenuta Sinistra per Modena. Assenti Europa verde – Verdi, Modena civica e Alternativa popolare.

Illustrando il documento in aula, il consigliere Giacobazzi ha sottolineato che la videosorveglianza ha duplice funzione, “di deterrenza e ai fini investigativi”, e rappresenta “una delle principali azioni di sicurezza urbana per contrastare episodi di criminalità e disordini”. Il controllo elettronico, ha aggiunto, costituisce anche uno strumento efficace per fronteggiare “il fenomeno del disagio giovanile, una delle principali criticità del centro storico modenese”.

La mozione, quindi, ricorda gli investimenti effettuati negli ultimi anni dal Comune per sviluppare la videosorveglianza, quasi 1,5 milioni di euro: “Secondo i dati di Bilancio – ha rilevato – nel 2021 sono stati impegnati 626mila euro e nel 2022 la cifra è cresciuta a 851mila euro”. Risorse con cui, nell’ultimo biennio, sono state installate 46 telecamere che hanno portato il totale a 376 “occhi elettronici” di contesto e 30 telecamere di lettura targhe.

L’intervento più recente, che risale all’inizio di novembre, si è concentrato sui Giardini ducali, dove sono tre le nuove telecamere: la prima, collocata nei pressi dell’ingresso dell’area verde pubblica su corso Canalgrande, è già collegata al sistema di videosorveglianza cittadina; le immagini che trasmette sono, perciò, condivise in tempo reale dalle sale operative di Polizia locale e forze dell’ordine. Altri due dispositivi, installati nei giorni scorsi e già funzionanti, entreranno a sistema appena terminati i lavori per potenziare la connettività dell’area.

Con queste premesse, dunque, l’ordine del giorno suggerisce all’Amministrazione comunale di “continuare a verificare la mappatura aggiornata del sistema di videosorveglianza in centro”, appunto con l’intento di proseguire negli investimenti per potenziare il controllo elettronico sul territorio cittadino.

Aprendo il dibattito per Fratelli d’Italia, Elisa Rossini, ha sottolineato l’importanza di potenziare il sistema delle telecamere “e la convergenza dell’Assemblea sul tema, ora evidentemente raggiunta”. Ha ricordato, quindi, che in occasione della presentazione del Bilancio previsionale dell’ente “avevamo proposto un emendamento sull’aumento dei fondi destinati all’ampliamento della videosorveglianza, con l’obiettivo di fronteggiare il fenomeno di risse tra ragazzi e ‘baby gang’, ma la proposta era stata respinta”.

Replicando alla consigliera, Antonio Carpentieri (Pd) ha invitato a “tenere distinti i piani, tra la mozione di oggi e l’emendamento di alcuni mesi fa. Quest’ordine del giorno rappresenta un indirizzo e impegno politico per l’Amministrazione, mentre l’emendamento chiedeva di prelevare risorse, spostandole per la videosorveglianza, già previste per altre azioni che ne sarebbero state perciò private”.

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IL NODO VIABILITÀ PER L’AMPLIAMENTO DI MONTERÈ

Il progetto di coop Essicazione frutta è ancora in fase istruttoria. Vandelli ha risposto alle interrogazioni di Movimento 5 stelle ed Europa Verde – Verdi

Il percorso relativo alla richiesta di ampliamento presentata dalla Cooperativa modenese Essicazione frutta per l’azienda Monterè “è ancora pienamente in fase istruttoria, non è ancora possibile definirne la tempistica e nell’ambito della Conferenza dei servizi sono già stati affrontati aspetti sulla mitigazione ambientale e sulla viabilità nell’area, con richieste di modifiche al progetto”. Lo ha affermato l’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli rispondendo in Consiglio comunale, nella seduta di giovedì 10 novembre, a due interrogazioni presentate da Giovanni Silingardi (Movimento 5 Stelle) e Paola Aime (Europa Verdi – Verdi) su tempi, modalità, caratteristiche del progetto di ampliamento e sulle criticità su traffico, rumore, sostenibilità dell’intervento.

“Gli allargamenti della sede stradale di via Cadiane proposti dall’azienda – ha spiegato Vandelli – sono stati giudicati insufficienti dalla Provincia che ha proposto, invece, la realizzazione di piazzole intermedie per consentire il defluire del traffico in occasione di affiancamento di veicoli pesanti”. Sono poi stati ritenuti necessari anche ulteriori interventi sulla viabilità da definire prima della realizzazione dello svincolo tra via Falcone e via Argiolas. La connessione con la complanare, infatti, collegherà anche gli stabilimenti della zona, ma nel frattempo l’attuale intersezione con l’Estense è valutata non adeguata ai flussi veicolari ipotizzati. Le aziende si sono dichiarate disponibili a contribuire alla realizzazione dell’infrastruttura.

La Conferenza dei servizi si è aperta in aprile, sulla base della richiesta dell’azienda, presentata in gennaio, di ampliare l’impianto di trasformazione di prodotti agricoli già presente nell’area. La richiesta dell’azienda rientra nel quadro di una razionalizzazione e di un potenziamento della propria attività agricola.

Il Procedimento unico attivato, ha ricordato l’assessora Vandelli, consente, un percorso trasparente, una valutazione complessiva e collegiale da parte di tutti i soggetti che si occupano degli aspetti ambientali e urbanistico-edilizi (rumore, carichi di traffico e viabilità, aspetti geologici e idraulici.): dal Comune, nei suoi differenti settori, fino ad Arpae, Ausl, Vigili del fuoco, Soprintendenza, Provincia. Alla conclusione dei lavori della Conferenza dei servizi, definite le prescrizioni sul progetto, sarà comunque il Consiglio comunale a doversi esprimere sulla variante urbanistica, per l’approvazione e il rilascio del titolo edilizio richiesto dall’azienda per l’esecuzione delle opere.

Sono in corso approfondimenti anche sugli aspetti acustici e la Commissione qualità architettonica e del paesaggio, dopo l’iniziale parere negativo, ha preso atto dei miglioramenti del progetto su sostenibilità ambientale e mitigazioni, in particolare per il verde a schermatura del capannone, definendo una serie di ulteriori condizioni per esprimere parere favorevole.

“Una volta concluso il percorso progettuale – ha concluso Vandelli – saranno definiti dai tecnici anche i valori che spettano al Comune per il contributo di costruzione e per il contributo straordinario che la legge prevede in percentuale rispetto al maggior valore generato dalla trasformazione dell’area”.

IL DIBATTITO IN CONSIGLIO

Gli interventi dei consiglieri dopo la trasformazione in interpellanza delle due interrogazioni

Le due interrogazioni sul progetto di ampliamento presentato dalla Cooperativa modenese Essicazione frutta per l’azienda Monterè, alle quali ha risposto l’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 10 novembre, sono state trasformate in interpellanza su richiesta del gruppo consiliare Lega Modena. Il dibattito ha riguardato congiuntamente entrambe le interrogazioni, una presentata da Giovanni Silingardi (Movimento 5 Stelle) e una a firma di Paola Aime (Europa Verdi – Verdi) che non era presente in aula.

Gli interventi sono stati aperti da Stefano Prampolini (Lega Modena) che ha rilevato i tempi “troppo lunghi” con i quali si danno risposte agli imprenditori. “In questo caso – ha detto – parliamo di un ampliamento in un terreno situato a ridosso dell’autostrada più trafficata d’Europa. Situazioni come questa richiedono dalla politica una risposta positiva immediata e un ringraziamento all’imprenditore che contribuisce alla ricchezza del paese”. Anche per Giovanni Bertoldi “i tempi di attesa esagerati danneggiano le aziende. L’amministrazione deve stabilire criteri e percorsi, considerando tutte le ricadute di un ampliamento, come in questo caso, ma deve riuscire a dare risposte più rapide”.

Per il Pd, Antonio Carpentieri ha ribadito la necessità di approfondire le ricadute dell’ampliamento sulla viabilità e sul traffico, “trovando un equilibrio tra le esigenze di un’impresa sana che dà lavoro a molte persone e quelle di un’area agricola e residenziale”. Il consigliere ha chiesto, quindi, di aprire una riflessione “per trovare, in attesa dell’assetto definitivo, soluzioni che alleggeriscano il traffico”.

In replica, il consigliere Silingardi ha osservato che “la politica deve dare le risposte giuste e mediare tra i diversi interessi, non solo rispondere alle imprese”, soffermandosi sulla situazione critica del traffico: “Se via Cadiane è troppo stretta per i bus del trasporto pubblico, come dice anche l’amministrazione, come potrà reggere il passaggio di autoarticolati?”. Il consigliere, quindi, ha sottolineato la difficile situazione in cui si trovano i residenti della zona, invitando “a tenere conto anche del loro interesse e della qualità della vita di questi cittadini e del resto della città”.

CONSUMO DI SUOLO E LOGISTICA, “VERSO LA RIGENERAZIONE”

L’assessore all’Urbanistica Vandelli risponde all’interrogazione del Movimento 5 stelle. “Con il Pug stop al terreno urbanizzabile, solo produttivo ed Ers”

“Preoccupazione per il consumo di suolo a favore della logistica? Siamo ben oltre la preoccupazione, tanto è vero che abbiamo agito e affinato strumenti di programmazione e pianificazione urbanistica per favorire la rigenerazione di aree produttive, anche per insediamenti di logistica, e abbiamo bloccato il consumo di suolo”. Lo ha spiegato l’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli rispondendo in Consiglio comunale, nella seduta di giovedì 10 novembre, all’interrogazione del Movimento 5 stelle su “Consumo di suolo e poli logistici” illustrata dalla consigliera Enrica Manenti.

L’assessora Vandelli ha fatto riferimento al Piano urbanistico generale (Pug) assunto nei mesi scorsi e per il quale è avviato il percorso per l’approvazione definitiva entro l’anno. “Con il Pug, che non propone alcun incremento del terreno urbanizzabile, si riduce il consumo di suolo e il 3 per cento indicato dalla legge regionale – ha aggiunto Vandelli – sarà per il produttivo, declinato nei settori leader dell’economia del nostro territorio, e per l’edilizia residenziale sociale, non certo per il commercio. Sarà comunque il Consiglio comunale a indicare puntualmente come spendere questa potenzialità. Nel frattempo, in questi anni – ha ricordato l’assessora – abbiamo tagliato tante aree di espansione, anche piani già approvati, come non era mai successo”.

Facendo riferimento al Pug, Vandelli ha affermato che “il Piano spinge sulle matrici ambientali: gli interventi oltre i 2mila metri quadri sono soggetti a Pdc convenzionato, oltre i 6mila ad accordo operativo”. Per la valutazione delle proposte, inoltre, non basterà esplicitare le esigenze che motivano la richiesta, ma “sarà necessario anche definire – ha sottolineato l’assessora – la qualità del contributo rispetto alle matrici sociali, economiche e ambientali”.

L’interrogazione partiva dal consumo di suolo registrato da Ispra nel 2021, pari all’8,9 per cento, cioè a 200.053 ettari in regione. “I criteri di Ispra non sono gli stessi della legge regionale – ha spiegato Vandelli – e ogni volta che vi è un’alterazione della naturalità viene registrato come consumo di suolo. Ma non sempre queste alterazioni sono in realtà consumo effettivo. A Modena, per esempio, nel 2021, sono stati considerati gli interventi di messa in sicurezza dei fiumi e il percorso pedonale e ciclabile che dalla Diagonale porta al cimitero. Insomma, non si tratta certo di aree urbanizzate”.

Rispetto alla logistica, Vandelli ha evidenziato che quelle infrastrutture sono una parte integrante del sistema che garantisce competitività dei settori produttivi del territorio e ha lo scopo “di rendere più efficiente, quindi meno costoso, il processo complessivo e non si traduce necessariamente in un aumento di traffico. Anzi, maggiore efficienza significa anche un minor numero di mezzi di trasporto, ma è vero che in Italia la logistica è sviluppata su gomma, mentre servirebbe una maggiore gestione dei flussi su ferro e attraverso i porti”.

IL DIBATTITO IN CONSIGLIO

Gli interventi dei consiglieri dopo la trasformazione in interpellanza dell’interrogazione proposta dalla consigliera Manenti (M5s)

L’interrogazione su consumo di suolo e logistica, proposta dalla consigliera Enrica Manenti (M5s) e alla quale ha risposto l’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli, è stata trasformata in interpellanza.

Il dibattito che si è sviluppato è stato concluso dal sindaco Gian Carlo Muzzarelli che ha ricordato come la logistica sia “strategica per mantenere la competitività del sistema economico modenese che si fonda su imprese di altissima qualità e che per continuare a competere ha bisogno di capacità, innovazione, tecnologie e, appunto, di logistica”. A confermarlo, ha proseguito il sindaco, il polo logistico di Cittanova, “che funziona così bene che stiamo lavorando con Ferrovie per allargarlo, con potenziamenti per ridurre il traffico veicolare anche nell’area nord, al centro di una grande opera di rigenerazione urbana, con il polo Conad e con il nuovo cantiere dell’Esselunga in partenza a gennaio”. Il piano per la logistica, dunque, “esiste – ha concluso Muzzarelli – ed è nel Piano territoriale di area vasta della Provincia e nel Pug in fase di discussione”.

Nel dibattito, Vincenzo Walter Stella (Sinistra per Modena), dopo aver sottolineato l’importanza “di realizzare i poli per la logistica in aree da rigenerare, senza occupare nuovi terreni”, si è soffermato sul problema della dismissione di questi poli “che, sul lungo termine, una volta terminato l’utilizzo, rischiano di diventare cattedrali nel deserto”, mettendo anche in evidenza l’opportunità di “pensare un piano di area vasta per coordinare al meglio e dare ordine e logica alla realizzazione e alla distribuzione di questi poli logistici”.

Per Lega Modena, Barbara Moretti si è chiesta se il Comune “ha un piano per i poli logistici che dovrebbero essere al servizio della città e del territorio”. La Lega, ha proseguito, sostiene le imprese che investono “ma devono farlo in modo sostenibile per il contesto urbano e residenziale nel quale si inseriscono”. Richiamando come esempio l’area della Sacca “dove insistono più poli”, la consigliera ha affermato che “la politica ha il compito di orientare e guidare lo sviluppo economico e urbanistico, tenendo sempre presente l’impatto ambientale”. Anche per Giovanni Bertoldi sui poli logistici “serve una programmazione più attenta e ampia, che ragioni in termini di area vasta. Nell’ultimo periodo – ha aggiunto – ci sono sempre nuovi poli, anche se fuori dal Comune di Modena, creando un problema di consumo di suolo”. A questo proposito, “il Comune di Modena dovrebbe assumersi un ruolo di coordinamento e interfacciarsi con la Provincia”.

Per Diego Lenzini (Pd) i poli logistici, “se fatti bene, nei luoghi giusti, con una funzione chiara e obiettivi certi, hanno come effetto l’ottimizzazione del trasporto merci e la riduzione delle emissioni. Di fatto, possono contribuire a migliorare la sostenibilità ambientale. Un esempio fondamentale è lo scalo di Cittanova, che sta lavorando a pieno regime. C’è la richiesta di ingrandirlo e vale la pena farlo, perché magari consumiamo suolo ma riduciamo il traffico in autostrada e sviluppiamo il trasporto ferro-gomma delle merci. L’importante è autorizzare i poli logistici che portino un beneficio alla città”.

In replica, la consigliera Manenti ha affermato che sulla logistica “le imprese rispondono legittimamente ai loro interessi. È il ruolo degli amministratori che dovrebbe essere più incisivo, soprattutto nel valutare le ricadute di un nuovo polo logistico sulla realtà cittadina e sulla qualità della vita delle persone”. Manenti ha chiesto anche di tenere in considerazione fin dall’inizio il problema della futura dismissione dei magazzini, “perché le aree dismesse non ritornano verdi o in uso all’agricoltura”.

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