Volte sotto Canalchiaro, “nove autorizzazioni ad agire”

 Volte sotto Canalchiaro, “nove autorizzazioni ad agire”

L’assessore Bosi ha risposto all’interrogazione del consigliere Giacobazzi (FI): “In cantiere presenza costante dell’archeologo della Soprintendenza, competente in merito”

“Il Comune di Modena effettua i lavori di riqualificazione e manutenzione delle strade secondo un principio di legalità: tutti gli interventi sono conseguenti ad atti e normative che li autorizzano e, nel caso del canale sotto corso Canalchiaro, sono state ben nove, civico per civico, le autorizzazioni della Soprintendenza a procedere con i lavori”.

Lo ha sottolineato l’assessore ai Lavori pubblici Andrea Bosi nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 12 gennaio rispondendo all’interrogazione di Piergiulio Giacobazzi di FI sulla demolizione di volte cinquecentesche sotto corso Canalchiaro durante l’intervento di rifacimento dei sottoservizi e di ripavimentazione della strada. Il consigliere ha fatto riferimento alla segnalazione di Italia Nostra dello scorso novembre definendo “grave” la ricostruzione fatta dall’associazione e ripresa dagli organi di informazione secondo cui sarebbe stata rilasciata autorizzazione a procedere dalla Soprintendenza “dopo verifica preventiva dell’interesse archeologico” nonostante l’esistenza di un vincolo conservativo promosso nel 1994 dallo stesso Ufficio di tutela su proposta proprio di Italia Nostra. Il consigliere ha quindi domandato se l’Amministrazione conferma tale ricostruzione, se è stata fornita risposta alla comunicazione di Italia Nostra e se sono in corso o sono previsti per il futuro “altri interventi in città che possano ‘incidere’ su beni storici-artistici-architettonici anche sotterranei”.

L’assessore, precisando che nel comunicato stampa di Italia Nostra non c’erano richieste dirette al Comune, ha ricordato che “il cantiere in corso Canalchiaro è durato circa un anno con la presenza quotidiana dell’archeologo competente della Soprintendenza che ha vagliato ogni singola azione effettuata dalle squadre di Hera, dell’impresa che ha l’appalto e dal Comune. La stessa interrogazione – ha aggiunto – riporta che l’associazione ha fatto un accesso atti alla Soprintendenza che ha risposto che è stata fatta una verifica preventiva dell’interesse archeologico e che l’esito è stato negativo. Il Comune, quindi, con nove autorizzazioni è stato messo in condizione di intervenire sull’infrastruttura del canale che, come dimostrano le immagini fatte, non è risultata perfettamente conservata”.

L’assessore ha infine aggiunto che “nel centro storico di Modena, trattandosi di una città che ha più di 2 mila e 200 anni, ogni volta che si va a effettuare un intervento ci si può imbattere in qualche bene di interesse e vincolato. Per questo – ha concluso – chiediamo pareri e autorizzazioni a chi ha la competenza per dirci se possiamo intervenire, cioè la Soprintendenza”.

In replica, il consigliere Giacobazzi ha segnalato che, “al netto delle autorizzazioni di cui parla l’assessore, alla fine dei conti oggi non ci sono più oltre venti metri delle antiche strutture architettoniche del Canalchiaro, un’opera importante e perfettamente conservata che in qualsiasi altra città sarebbe stata certamente valorizzata”.

DAL CONSIGLIO

RETE IDRICA, PROSEGUONO GLI INTERVENTI DI RINNOVO

Con un investimento di 20 milioni di euro da parte di Hera nel periodo 2020-2023. L’assessora Filippi ha risposto all’interrogazione della consigliera Manenti (M5s)

Proseguiranno anche nel 2023 gli interventi da parte di Hera Spa per il rinnovo e il potenziamento della rete idrica e del sistema fognario nel territorio comunale di Modena. In particolare, è già programmato il rinnovo delle reti acquedotto in via Luosi, insieme a valvole e allacciamenti, mentre continuano i lavori già iniziati nel 2022 per il trattamento “natural based” delle acque immesse nel cavo Cazzola dalla fognatura mista a servizio di Modena est (nell’ambito del progetto europeo “Grow Green”), il ripristino della rete di scolo del torrente Tiepido, l’adeguamento della fognatura nera nella zona della Fossalta.

Lo ha annunciato l’assessora all’Ambiente Alessandra Filippi rispondendo, nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 12 gennaio, all’interrogazione presentata da Enrica Manenti (Movimento 5 stelle) sugli investimenti di Hera per la riparazione e il rifacimento della rete acquedottistica modenese, sugli interventi del Comune per contenere i consumi e gli sprechi d’acqua e sui dividendi di Hera che spettano al Comune per l’anno 2022.

Come ha spiegato l’assessora Filippi, nel periodo 2020-2023 gli investimenti di Hera sul servizio idrico del Comune di Modena ammontano a circa 20 milioni di euro, su un totale di oltre 98 milioni destinati, nello stesso periodo, all’intero ambito territoriale ottimale di Modena-Ato4, con una spesa per abitante pari a 65,5 euro anno, contro una media nazionale di 46 euro per abitante all’anno, e la previsione di arrivare a 83 euro per abitante nel 2025.

La fitta infrastruttura acquedotto che serve l’area provinciale di Modena è costituita da 4.637 km di condotte e subisce perdite lineari annue (il dato si definisce in base al rapporto tra volume delle perdite idriche totali e lunghezza complessiva della rete nel periodo di tempo considerato) pari a 8,8 mc/km/gg, contro una media nazionale che è pari a 17,2 mc/km/gg. I dati per il solo territorio comunale di Modena non sono calcolabili in modo puntuale poiché non è disponibile l’immesso in rete per singolo Comune dal momento che i sistemi idrici comunali non sono tecnicamente separati.

L’obiettivo è quello di ridurre ulteriormente le perdite attraverso la diminuzione delle rotture della rete idrica, l’incremento della distrettualizzazione, l’introduzione di sistemi innovativi di ricerca delle perdite: nel periodo 2022-2024 sono previste ispezioni su 450 km di rete all’anno con raggi cosmici e su 400 km di rete all’anno con sistemi tradizionali; il cambio dei contatori per la riduzione delle perdite amministrative con l’obiettivo di cambiare 49 mila contatori entro il 2028.

Sono due, ha spiegato ancora Filippi, i tipi di interventi attuati dal gestore: il ripristino delle condotte dopo rotture occasionali e la manutenzione programmata delle reti acquedotto. Nel caso dei lavori in emergenza, la tempestività degli interventi, insieme alle azioni integrate sulla riduzione delle perdite, ha permesso di evitare, negli ultimi tre anni, lo spreco di oltre 4 milioni di metri cubi di acqua potabile (equivalenti a 2,8 miliardi di bottiglie da 1,5 litri).

Il piano delle attività programmate, diverso ovviamente dagli interventi per risolvere le emergenze, viene definito alla fine dell’anno solare per il successivo e può essere modificato in corso d’anno in funzione di necessità sopraggiunte. La manutenzione programmata prevede interventi di bonifica e sostituzione delle condotte idriche, individuando i tratti sui quali intervenire in base ai fattori di criticità che dipendono dai guasti registrati negli ultimi anni, dalla rilevanza del servizio per i cittadini (in particolare dal numero di clienti serviti dalla condotta), dalla criticità della disponibilità della risorsa idrica, dando priorità agli interventi nei territori più a rischio di siccità, delle caratteristiche del terreno di posa e della tipologia del materiale delle condotte. Nel 2022 i lavori hanno riguardato il rinnovo delle valvole e di un tratto di rete idrica in corso Canalchiaro, il rinnovo della rete nelle vie Giardini, Folloni, Mar Tirreno, il completamento del rinnovo della rete in via San Giacomo iniziato nel 2021.

L’assessora ha specificato, infine, che i dividendi destinati al Comune di Modena relativi all’esercizio 2022 della multiutility saranno definiti il prossimo aprile, in sede di approvazione del bilancio consuntivo.

Aprendo il dibattito per Lega Modena dopo la trasformazione in interpellanza, Barbara Moretti ha invitato il Comune, “in qualità di socio di Hera”, ad attivarsi con la multiutility “con l’obiettivo di ridurre le dispersioni di acqua immesse nella rete dal gestore: è vero che il dato che riguarda Modena è inferiore alla media nazionale, ma non possiamo permetterci nessuno spreco”. Giovanni Bertoldi ha sollecitato lo sviluppo di “progetti di riutilizzo dell’acqua potabile” e ha chiesto “azioni per educare i cittadini sull’utilizzo responsabile dell’acqua: non è un bene infinito e ognuno di noi deve fare la propria parte per preservalo”. Ha poi suggerito “la sostituzione dei tubi in cemento-amianto: le ricadute positive sarebbero anche per la salute delle persone”.

Dopo aver suggerito “unità di intenti del Consiglio comunale, e dell’intera politica, sul tema delle riserve idriche”, Alberto Bignardi (Pd) ha auspicato “un cambiamento del modello della gestione dell’acqua, in particolare l’attuazione di progetti volti a riutilizzare quella piovana e le acque di scarico bianche”, realizzando quindi progetti “anche attraverso una positiva interlocuzione con Hera”.

In replica, la consigliera Manenti ha invitato a sviluppare progetti “volti a ridurre la dispersione idrica e, più in generale, degli sprechi di acqua”, coinvolgendo Hera e mettendo quindi a frutto “i dividendi economici generati dalla multiutility per mettere in campo azioni e investimenti per salvaguardare questa importante risorsa. Servono maggiori sforzi”. Per esempio, ha suggerito di accertare “l’elevata quantità di acqua che viene prelevata dai pozzi di campagna direttamente dalle falde: a oggi non ci sono controlli”.

RESTYLING ALLA PALESTRA BARBIERI, IMPIANTO PIÙ SICURO

Sostituito il pavimento nella struttura gestita dalla Panaro e che ospita anche gli studenti dell’Ipsia Corni. L’assessora Baracchi: “Sostegno alla pratica sportiva e alle società”

Una nuova pavimentazione elastica di ultima generazione in vinile e pvc che, sviluppandosi su una superficie di oltre 500 metri quadrati, assicura resistenza allo strappo e assorbimento acustico e garantisce agli atleti stabilità dimensionale. Sono le caratteristiche principali dell’intervento di manutenzione completato nelle scorse settimane alla palestra Barbieri del complesso Barbieri – Braglia di via Del Carso a Modena, dove ora gli spazi che ospitano l’attività degli studenti dell’istituto superiore Ipsia Fermo Corni e della società di ginnastica, scherma e arti marziali Panaro, che gestisce le due palestre comunicanti tra loro, si presentano più moderni e funzionali. I lavori effettuati dal Comune hanno un valore complessivo di quasi 40mila euro.

“Grazie a questo intervento – commenta l’assessora allo Sport Grazia Baracchi – l’Amministrazione prosegue negli interventi finalizzati al miglioramento degli impianti sportivi comunali. Puntiamo a rendere più funzionali i luoghi in cui bambini, atleti e cittadini, e in questo caso pure studenti, possono praticare una disciplina, anche alla luce del valore sociale dello sport; e a sostenere, attraverso spazi più belli ed efficienti, l’attività proposta dalle società del territorio”.

L’intervento nell’ala “B” dell’impianto sportivo Barbieri si è reso necessario a causa delle condizioni della palestra. La pavimentazione risultava ammalorata in alcuni punti, infatti, col rischio di non poter garantire le condizioni di sicurezza necessarie per lo svolgimento dell’attività sportiva e motoria. I lavori, quindi, hanno visto innanzi tutto la rimozione e lo smaltimento del pavimento sportivo esistente in gomma – pvc, a cui hanno fatto seguito la carteggiatura e la rasatura del sottofondo. Quindi è stata posata la pavimentazione: dal punto di vista tecnico la nuova superficie è realizzata in materiale vinilico, è stabilizzata con fibra di vetro ed è rinforzata con un foglio di pvc; lo strato inferiore è composto da schiuma a doppia densità.

Il pavimento, che è certificato per la resistenza a fuoco come previsto dalla normativa, è spesso 6,7 millimetri e si estende su complessivi 502 metri quadrati. L’intervento è stato realizzato dall’azienda Bisport, che nella palestra ha anche posizionato il battiscopa.

CONTRO LA POVERTÀ ABITATIVA “SERVONO PIÙ RISORSE”

Ok alla mozione presentata da Carpentieri (Pd) che sollecita l’intervento del Governo per la casa. “Con il Pug rigenerazione urbanistica e piani Ers ed Erp”

Il Governo deve stanziare risorse per contrastare la povertà abitativa e impedire che i contributi del Pnrr, previsti dal programma Pinqua (Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare), vengano tagliati o rimodulati al ribasso per Modena e per tutti gli altri beneficiari. È la richiesta dell’ordine del giorno approvato dal Consiglio comunale di Modena giovedì 12 gennaio che invita anche l’Amministrazione a proseguire, nell’ottica della rigenerazione urbana, il recupero di risorse pubbliche e l’acquisizione di aree dismesse per la realizzazione di piani Ers ed Erp allo scopo di dare risposta al bisogno di abitazioni, soprattutto tra le fasce più deboli.

Il documento sugli indirizzi per il contrasto alla povertà abitativa, presentato in occasione dell’assunzione del Pug, il Piano urbanistico generale, e illustrato dal capogruppo del Pd Antonio Carpentieri, ha ottenuto il voto anche di Europa Verde-Verdi, Modena Civica, Sinistra per Modena e del Movimento 5 stelle; contrari Lega Modena, Alternativa Popolare e Fratelli d’Italia.

La povertà abitativa, ha spiegato Carpentieri, intercetta fenomeni di povertà economica, oltreché quelli di marginalità sociale in ambito urbano, e la mozione vuole fornire ulteriori indicazioni politiche utili alla gestione del nuovo Pug a partire proprio dal problema della casa, diffuso anche in famiglie con redditi dignitosi ma inadeguati ad accedere al libero mercato. Per il capogruppo del Pd si tratta di uno dei principali fattori dell’aumento della popolazione nei centri della cintura del capoluogo, con conseguenze negative per la mobilità. Rispetto a queste difficoltà e, di conseguenza, all’emersione di nuovi bisogni dei cittadini, come la disponibilità di alloggi in affitto, prezzi più accessibili delle proprietà sul mercato e la qualità architettonica degli spazi, Carpentieri ha invitato l’amministrazione a definire un piano per l’accrescimento del patrimonio abitativo in locazione a canone calmierato, e a prevedere, a seguito dell’approvazione del Pug, un programma per l’attuazione di interventi di edilizia residenziale sociale, promuovendo, allo stesso tempo, il recupero e la riqualificazione di alloggi vuoti a favore di Agenzia Casa o altri enti.

Aprendo il dibattito, la consigliera Barbara Moretti (Lega Modena), pur affermando di condividere alcuni aspetti della mozione, ha specificato che i contributi sull’affitto non possono essere risolutivi: “Non generano movimento del mercato, cosa di cui abbiamo bisogno”. La consigliera ha inoltre evidenziato i limiti del Pug considerato “poco innovativo a fronte di un problema che, a Modena, riguarda numerosi edifici sfitti e vuoti poiché non adeguati agli standard di sicurezza”. Per Moretti occorre quindi “trovare meccanismi virtuosi in grado di relazionare domanda e offerta, sostenendo quei proprietari privi di risorse per poter riqualificare”.

La consigliera Elisa Rossini (Fratelli d’Italia), riconoscendo l’importanza del tema, ha evidenziato come l’impianto del Pug “penalizzi il piccolo proprietario a vantaggio delle grandi imprese, favorendo, inoltre, un’edilizia omologata e poco appetibile”. Rossini ha sottolineato pure l’esigenza di rispondere ai bisogni di comfort di famiglie e giovani coppie “che fuggono sempre più dalla città per trovare spazi più aperti e verdi”.

Alla prospettiva di nuove costruzioni individuata nella mozione, Giovanni Bertoldi (Lega Modena) ha contrapposto l’esigenza di recuperare l’esistente: “Bisogna ragionare, piuttosto, nel valorizzare gli immobili sfitti facendo in modo che chi possiede abitazioni vuote abbia interesse a metterle nel mercato”. Per Bertoldi il documento proposto “pone giustamente il problema, ma offre una soluzione parziale”.

Per la maggioranza, la consigliera Katia Parisi (Modena Civica) ha ribadito la necessità di riqualificare gli edifici dismessi “con l’obiettivo di creare nuove abitazioni”. Inoltre, bisogna intervenire sui regolamenti di trasformazione edilizia “attualmente molto disincentivante, ma che potrebbe essere una risorsa, soprattutto per la conversione di uffici in un’unità abitative”.

Per il Pd, il consigliere Alberto Bignardi, in riferimento alle politiche abitative, ha affermato che “occorre evitare che vi sia una separazione tra poveri e ricchi”. Per Bignardi uno dei problemi del congelamento del mercato consiste anche nelle lungaggini burocratiche degli sfratti: “Motivo per cui i proprietari non affittano più”. Il consigliere Vittorio Reggiani ha espresso la necessità di optare per scelte coraggiose come il Patto per la casa: “È uno strumento della Regione che prevede anche finanziamenti a proprietari dotati di alloggi vuoti e in difficoltà nel completarne la messa a norma. In questo modo – ha aggiunto – le abitazioni possono essere disponibili nel mercato”. Il consigliere Diego Lenzini, riconoscendo la centralità della casa in un progetto di vita, ha sottolineato come Modena abbia storicamente una propria vocazione all’accoglienza da articolare, adesso, in maniera nuova: “È il caso dell’edilizia residenziale sociale che fornisce soluzioni più che dignitose”.

La consigliera Paola Aime (Europa Verde-Verdi), ricordando l’astensione del gruppo in occasione dell’assunzione del Pug, ha affermato che “la mozione mette a fuoco dei punti che ci trovano d’accordo”. Aime ha però specificato la necessità di una valutazione critica delle azioni che seguiranno poiché “l’Ers non è un brand e necessita quindi di essere osservato e valutato”.

Chiudendo il dibattito, l’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli ha ribadito che “il Governo non sta affrontando il problema abitativo: ad aumentare non è il reddito delle famiglie ma il costo della casa”. E replicando alle critiche sul Pug ha affermato: “Lo strumento urbanistico definisce le condizioni degli interventi e ha nella flessibilità una grande risorsa”.

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