Tornano gli ‘spazzini’ di quartiere, saranno in 7 per 4 circoscrizioni (video)

 Tornano gli ‘spazzini’ di quartiere, saranno in 7 per 4 circoscrizioni (video)

Figura creata e sperimentata le scorse settimane, nel pieno dell’emergenza rifiuti legata al difficile passaggio al porta a porta, si aggiungerà ai 60 operatori già attivi

Tornano sdoganando il termine spazzino, per anni considerato superato, sostituito dal politicamente corretto ‘operatore ecologico’, gli ‘spazzini’ di quartiere. Sette nuovi operatori che presidieranno i 4 quartieri, contribuendo a raccogliere i rifiuti abbandonati e segnalare quelli ingombranti. Ciascuno di loro sarà coordinato dal referente di zona, che avrà anche il compito di tutor/accertatore e che potrà fornire consigli e monitorare le esigenze dei cittadini.

Un nuovo servizio che il Gruppo Hera, in accordo con l’Amministrazione Comunale, mette a disposizione della città in questa fase di grande trasformazione della gestione dei rifiuti.

Il progetto, presentato con tanto di spazzino in piazza Grande, dalla responsabile servizi ambientali Hera per Modena Fabia Ferioli e dall’assessore comunale all’ambiente Alessandra Filippi, è già stato avviato, in via sperimentale, e a breve gli operatori attivi in questo compito cominceranno a rendersi sempre più presenti e identificabili – anche grazie ad una specifica personalizzazione dei mezzi di servizio e delle divise – così che per i cittadini possano diventare un punto di riferimento individuabile con facilità.

Ognuna delle quattro aree della città avrà la sua squadra: un tutor/accertatore e uno spazzino di quartiere. In ciascun quartiere della città il Gruppo Hera ha predisposto una struttura di presidio dedicata, composta da un referente territoriale, che avrà anche il ruolo di tutor/accertatore e, a livello operativo, dagli spazzini di quartiere.

Ciò consentirà di avere un controllo più puntuale di tutte le criticità, anche minime, dei quattro quartieri della città, nonché una gestione maggiormente efficace dell’ultimo miglio del servizio.

La nuova figura del referente di quartiere sarà il punto di contatto diretto per tutte le strutture operative di quell’area, come l’Urp, la Presidenza del Quartiere, la polizia locale, mentre la sua funzione di tutor/accertatore gli permetterà di avere una relazione più stretta con la cittadinanza e le attività commerciali presenti.

Sarà a disposizione per recepire le richieste e le esigenze della zona assegnata, per intervenire rapidamente per accertare situazioni o criticità di particolare rilievo e per individuare e proporre eventuali soluzioni nell’ottica di un miglioramento continuo del servizio.

Potrà anche contribuire alla realizzazione di iniziative di comunicazione e coinvolgimento nel quartiere presidiato, ad esempio l’organizzazione di punti informativi qualora se ne ravveda la necessità.

Per garantire un presidio forte sul territorio e una risoluzione ancora più tempestiva di tutte le anomalie, tra le strade della città saranno poi operativi gli spazzini di quartiere. Tra i loro compiti principali ci saranno il riportare al referente di quartiere criticità o necessità riscontrate dai cittadini e dalle attività, la raccolta dei piccoli rifiuti abbandonati intorno ai contenitori, la pulizia intorno alle isole ecologiche di base, la verifica del funzionamento – o del livello di riempimento – dei cassonetti, la segnalazione della presenza di rifiuti ingombranti abbandonati, la pulizia dei punti critici.

Gli spazzini di quartiere vanno ad aggiungersi alla nutrita squadra di figure professionali che già oggi si occupano del presidio della città. Gli spazzini di quartiere renderanno ancora più capillari i servizi ambientali che, a Modena, sono estremamente diffusi, ed affiancheranno gli oltre 60 operatori che già adesso lavorano quotidianamente per la pulizia e il decoro della città. Sul territorio comunale vengono infatti raccolte quotidianamente, tramite i cassonetti, i servizi porta a porta e le 4 stazioni ecologiche, circa 500 tonnellate di rifiuti ogni giorno (solo una minima percentuale dei quali, poco sopra l’1 %, sotto forma di “abbandoni”, a dimostrazione del fatto che la maggior parte dei cittadini gestisce in modo corretto i propri scarti).

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