Alice Neri, esame del dna sui reperti trovati a Fossa di Concordia

 Alice Neri, esame del dna sui reperti trovati a Fossa di Concordia

Il 31 marzo in tribunale a Modena sarà conferito l’incarico per compiere analisi e accertamenti su alcuni oggetti, disposti nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di Alice Neri, 32enne trovata morta carbonizzata nella sua auto, bruciata nella notte del 18 novembre a Fossa di Concordia (Modena).

Per l’omicidio è in carcere Mohamed Gaaloul, tunisino di 29 anni arrestato in Francia a dicembre, ma sono ancora formalmente indagati anche il marito e un collega di lavoro che ha trascorso la serata con la vittima.
Gli oggetti da analizzare, con un nuovo incidente probatorio che ha l’obiettivo di trovare tracce di accelerante o materiale infiammabile, rilevare impronte digitali o estrarre eventuali profili di Dna, sono stati trovati sul luogo del delitto, tra la macchina bruciata e i dintorni. Si tratta di un flacone di detergente, una sigaretta, una bomboletta spray, pezzi di carta assorbente, un frammento di una bottiglia di plastica, una spallina di reggiseno, un cucchiaino, alcune compresse, flaconcini di medicinali, ma anche un bidone di plastica, e resti probabilmente di cellulare e di smart watch. Si verificherà anche un borsello trovato a casa del principale indagato e si procederà a fare una copia forense del suo cellulare, trovato dalla polizia tedesca in una casa, a Schopfeim, da cui era riuscito a scappare prima di essere arrestato. Infine, come chiesto dal difensore di Gaaloul, saranno analizzati anche dei pantaloni trovati nella casa dell’indagato. Per le verifiche sono stati nominati due marescialli e un vicebrigadiere del Ris di Parma, Antonio Giuliano, Giuseppe Masimiliano Aprea e Dario Ferratti, un esperto informatico, Christian Mauro e Pasquale Poppa del Laboratorio di Antropologia e Odontologia forense, Istituto medicina legale di Milano.

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