Ok del Consiglio alla variante urbanistica del S.Agostino

 Ok del Consiglio alla variante urbanistica del S.Agostino

Assessore Vandelli

Recepisce alcune novità del progetto concordate con la Soprintendenza: migliore accessibilità al complesso edilizio e mantenimento di aree previste in demolizione

Il Consiglio comunale di Modena giovedì 8 giugno ha dato il via libera alla variante al Programma di riqualificazione urbana (Pru) del complesso monumentale dell’ex ospedale Sant’Agostino, che recepisce alcune novità del progetto introdotte con il parere favorevole della Soprintendenza. In particolare, si migliora l’accessibilità del complesso edilizio e vengono mantenute alcune aree che nel Pru approvato nel 2018 erano previste in demolizione. Inoltre, si introducono alcune modifiche alle coperture degli ambienti dell’edificio, come quelle del Gran Cortile e dell’ex chiesa di S. Pietro, funzionali allo svolgimento delle attività culturali previste nel futuro polo culturale, che comprende anche il Palazzo dei Musei, l’ex Ospedale Estense e largo Sant’Agostino.
Nel 2018, il Consiglio comunale di Modena aveva approvato i contenuti dell’Accordo di programma (sottoscritto da ministero dei Beni e delle attività culturali, Provincia di Modena, Comune di Modena e Fondazione di Modena) che definiva proprio gli aspetti urbanistici del progetto, con la Variante al Piano strutturale comunale (Psc) e al Regolamento urbanistico edilizio (Rue) del complesso dell’ex ospedale, nonché, appunto, il Programma di riqualificazione urbana (Pru) in variante al Piano operativo comunale (Poc).
Il provvedimento relativo alla nuova variante al Pru, presentato dall’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli, è stato approvato all’unanimità dei presenti, con il voto della maggioranza di centrosinistra (Partito democratico, Europa Verde-Verdi, Sinistra per Modena, Modena Civica) e del Movimento 5 stelle, dopo che tutti i gruppi delle opposizioni avevano lasciato l’aula chiedendo la verifica del numero legale durante la discussione delle variazioni di bilancio. Una volta garantito il numero legale dei consiglieri, nei tempi previsti dal regolamento, la seduta è proseguita con il rientro in aula del Movimento 5 stelle.
“Con queste modifiche, marginali rispetto al contesto complessivo, si chiude il progetto – ha specificato Vandelli – che mantiene l’impianto originario assunto nella precedente consiliatura e che, appunto, con quest’ultimo passaggio, trova compiuta definizione. Il cantiere è stato avviato, e questo vuol dire aver sbloccato definitivamente una parte di rigenerazione di uno dei luoghi più importanti del centro storico di Modena”.
La variante al Pru risponde a precise esigente progettuali, recependo alcune indicazioni tecniche fornite anche in sede di Comitato di Vigilanza (che ha lo scopo di controllare l’attuazione dell’Accordo di programma sottoscritto nel 2018) e concordate con la Soprintendenza. I principali elementi introdotti dalla variante riguardano il miglioramento dell’accessibilità al complesso, attraverso la previsione di nuovi ascensori e uno spazio distributivo per i Musei universitari. Altri interventi di rilievo riguardano il mantenimento di alcuni corpi di fabbrica previsti in demolizione e la copertura di alcuni spazi: quella del Gran Cortile che da fissa diventa mobile e quella dell’edificio dell’ex chiesa di S. Pietro, destinato a diventare spazio aperto e fruibile. La variante, infine, prevede anche un nuovo assetto dell’apertura del complesso su via Ramazzini e la riduzione del volume interrato della centrale termica nel cortile del Camino.
Gli interventi di riqualificazione dell’ex ospedale Sant’Agostino rientrano nell’ambito del nuovo Polo della Cultura che comprende anche Palazzo dei Musei, l’ex ospedale Estense e largo Sant’Agostino, sulla base di un unico Progetto culturale. I futuri servizi e le attività culturali, di accoglienza, didattica e formazione, previsti nel complesso, saranno gestiti dalla Fondazione di partecipazione denominata Ago – Modena Fabbriche culturali Ente del Terzo settore, nuovo soggetto culturale, che ha come soci fondatori Comune di Modena, Unimore e Fondazione di Modena. Già avviata, appunto, la riqualificazione architettonica del complesso monumentale dell’ex Sant’Agostino: entro il 2024 saranno conclusi i lavori del primo stralcio riguardanti anche l’area dei Musei Universitari. Nello specifico, gli interventi prevedono la ristrutturazione, il riallestimento e l’apertura dei Musei universitari presenti nel complesso che, in coerenza con i programmi che hanno portato al riconoscimento di Modena Città Creativa Unesco per le media arts, si candida a divenire un polo di eccellenza per le nuove frontiere dell’arte e della conoscenza.
Prima dell’approvazione della delibera è intervenuta Enrica Manenti (Movimento 5 stelle): “Questa nuova versione del progetto – ha affermato – ci convince molto più di quelle precedenti, con un restauro rispettoso della storia del complesso e al tempo stesso tempo flessibile rispetto alle attività e i materiali che qui troveranno spazio”. Resta comunque “una piccola perplessità – ha aggiunto – sulla posizione e la tipologia di ascensori che saranno realizzati: quelli con elementi di cristallo possono presentare problemi di pulizia, come si nota anche a Palazzo dei Musei”.
Anticipando il voto a favore del Pd, Antonio Carpentieri ha messo l’accento sul percorso di riqualificazione del complesso che porterà alla realizzazione di un importante polo culturale, di valore nazionale, a ridosso del centro storico. In merito alla partecipazione dei gruppi consiliari alla trattazione della delibera, il consigliere ha osservato “era necessario Sant’Agostino affinché almeno una rappresentanza dei gruppi di opposizione fosse presente…”. Ha espresso, quindi, “rammarico” per l’assenza dall’aula delle altre forze politiche di minoranza.

DAL CONSIGLIO COMUNALE

FIERA DI MODENA, IL SOSTEGNO DEGLI ENTI MODENESI

Ok del Consiglio al protocollo d’intesa tra Comune, Provincia, Camera di commercio e Bologna Fiere, che rimane socio unico ma si impegna per la sede in città

Sostenere la piena operatività del quartiere fieristico di Modena, come “strumento essenziale per la promozione e il sostegno del nostro sistema produttivo e alla nostra economia”. Il sindaco Gian Carlo Muzzarelli ha presentato così in Consiglio comunale gli obiettivi delle linee d’indirizzo del protocollo d’intesa quadriennale che verrà sottoscritto anche da Provincia, Camera di commercio e Bologna Fiere spa che, rimanendo socio unico di Modena Fiere srl, si impegna a mantenere la società modenese all’interno del proprio gruppo e a confermare la sede a Modena.

Nel frattempo, infatti, il 22 giugno è in programma l’assemblea di Modena Fiere srl con all’ordine del giorno la ricapitalizzazione della società. Come già annunciato in Consiglio comunale, in occasione dell’analisi periodica delle partecipazioni societarie, in ottemperanza alla normativa nazionale, il Comune (così come Provincia e Camera di commercio) deve dismettere la propria partecipazione e lo farà non aderendo alla ricapitalizzazione.

“Ma questo – ha sottolineato Muzzarelli ricordando anche le difficoltà del settore esplose con la pandemia e poi continuate con gli effetti della guerra – non significa che vengano meno attenzione e impegno nei confronti del quartiere fieristico”.

Il documento approvato prevede quindi che Camera di commercio continui a investire risorse per sostenere Modena Fiere e le manifestazioni all’interno del quartiere fieristico, in particolare riferibili a marchi di sua proprietà, e ad adottare, come anche la Provincia, ogni azione possibile, nell’ambito delle proprie competenze, per promuoverne lo svolgimento, mentre il Comune, come proprietario del quartiere fieristico, affidato in gestione a Modena Fiere fino al 2042, assume impegni concreti su gestione e manutenzione della struttura.

Hanno votato a favore i gruppi di maggioranza (Pd, Sinistra per Modena, Europa verde – Verdi e Modena civica); astenuti Gruppo indipendente per Modena, Alternativa popolare e Modena al centro; voto contrario per Lega Modena, Movimento 5 stelle, Forza Italia e Fratelli d’Italia (assente Modena sociale).

Oltre all’impegno generale sulla valorizzazione della fiera modenese, il Comune per i prossimi tre anni (2024-2026) rinuncerà a favore della società a metà del corrispettivo dei ricavi dagli impianti fotovoltaici installati nel quartiere fieristico, che ha un valore annuale di quasi 39 mila euro, e per il quadriennio anticiperà, nei limiti delle proprie disponibilità, gli interventi di manutenzione straordinaria delle strutture che in base alla concessione spettano alla società per un importo medio annuo di circa 173 mila euro.

Ricordando che la normativa obbliga il Comune a uscire dalla società, il sindaco Muzzarelli ha affermato che, comunque, non si tratta “di un regalo a Bologna Fiere, non è una svendita del nostro patrimonio fieristico: il valore della società è azzerato e anche quest’anno chiude con una perdita di 285 mila euro e dobbiamo guardare con favore all’intenzione di Bologna Fiere di ricapitalizzare, immettendo nuove risorse nella società”. Per il sindaco, di fronte alle difficoltà delle fiere a livello nazionale e ai cambiamenti del mercato (“se non nevica più, che ne sarà di Skipass se non si va a sciare?”), la prospettiva deve essere quella di “rafforzare il rapporto con Bologna e con le sue iniziative di internazionalizzazione per consolidare una strategia di territorio che ha ricadute positive anche per la nostra città e per le aziende modenesi, ma senza rinunciare al nostro quartiere fieristico: prima di abdicare, come fanno in tanti, ci vogliamo provare”.

IL DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE

Gli interventi dei consiglieri dopo la presentazione della delibera da parte del sindaco Muzzarelli
Sono diversi i consiglieri comunali intervenuti nel dibattito che ha fatto seguito alla presentazione della delibera, illustrata in aula dal sindaco Gian Carlo Muzzarelli, incentrata sul protocollo d’intesa tra Comune, Provincia, Camera di commercio e Bologna Fiere per il sostegno a Modena Fiere.
Aprendo gli interventi per Lega Modena, il capogruppo Giovanni Bertoldi ha ricordato che “i problemi della Fiera risalgono a prima dell’emergenza sanitaria: il Covid ha peggiorato una situazione difficile, ma se le condizioni fossero stati migliori si sarebbe potuto superare le criticità”. Per esempio, secondo Bertoldi, si sarebbe potuto lavorare “sui congressi, rendendo Modena un polo per accogliere questo tipo di appuntamenti così come lo è Bologna”. Secondo il consigliere, comunque, alla luce del protocollo, “dovrebbe essere Bologna Fiere ora a farsi carico degli investimenti sulla struttura” e non il Comune e la collettività. Per Stefano Prampolini “nonostante Modena abbia un ricchissimo comprensorio di imprese non si è riusciti, soprattutto negli ultimi anni, a confermare il ruolo e il valore della Fiera di Modena”. E il consigliere ha espresso “dispiacere” per “la possibile fine della storia di un polo fieristico che ha 150 anni alle spalle”. Il timore è che, vista la centralità di Bologna Fiere, a Modena “vengano destinati solo eventi minori”.
Anche Elisa Rossini, annunciando il voto contrario di Fratelli d’Italia, ha fatto presente che “la situazione attuale è figlia di un quadriennio di perdite che iniziano nel 2018: forse qualcosa di meglio di poteva fare, con la possibilità di affrontare la fase della pandemia con maggiore solidità”. Nel merito della convenzione, “un’evidente conseguenza di questa gestione”, il protocollo “contiene impegni molto poco vincolanti – ha aggiunto la consigliera – e perciò risulta un documento debole”.
Per Giovanni Silingardi (M5s) “è necessaria una seria riflessione sul futuro del polo fieristico”. L’attuale situazione, infatti, ha un pregresso “nelle scelte di piani industriali che anche in epoca pre Covid hanno determinato bilanci negativi”. Il consigliere, pur sottolineando la crisi del sistema a livello nazionale, ha tuttavia ricordato l’esempio virtuoso di Parma Fiere “capace di chiudere il 2022 con un utile di 4,5 milioni”. Il problema, quindi, è che “Modena Fiere è schiacciata tra Bologna e Parma, città, quest’ultima, legata alla valorizzazione dell’enogastronomia e del territorio: elemento che avrebbe potuto essere valorizzato da noi”.
Per il Pd, Antonio Carpentieri ha sottolineato che la votazione del documento da parte del Consiglio rappresenta un’assunzione di responsabilità: “Non possiamo rassegnarci di fronte a questa situazione – ha rilevato – né possiamo rinunciare a ogni possibile utilizzo futuro del quartiere fieristico di proprietà comunale. Aderendo al protocollo, quindi, non si agisce solo a favore della Fiera di Modena ma si ribadisce la centralità del polo per le imprese e per la collettività”. Anche per Stefano Manicardi il quartiere fieristico “rappresenta un valore della città e del sistema economico locale”. Il protocollo, dunque, permette a Modena Fiere “di stare al passo con i tempi sul fronte di questo tipo di manifestazioni, confermando la possibilità che nuovi eventi arrivino in città”. Il rilancio del polo fieristico, inoltre, potrà costituire l’occasione “per favorirne una maggiore integrazione nel tessuto urbano e per migliorare la viabilità dell’area, già normalmente congestionata”.

Altri Articoli che potrebbero interessarti

error: Content is protected !!