Dal Consiglio Comunale / Rigenerazione prolatte, percorso al via in settembre

 Dal Consiglio Comunale / Rigenerazione prolatte, percorso al via in settembre

Anna Maria Vandelli

Anna Maria Vandelli

Nell’area, a cura di Cpc, il nuovo centro islamico. Annuncio dell’assessora Vandelli rispondendo all’interrogazione di Lega Modena. “No al clima da Crociata”
Verrà avviato in settembre il procedimento preliminare per l’intervento urbanistico che prevede la rigenerazione del comparto dell’area Prolatte a Modena, nell’ambito del percorso di ampliamento dell’azienda dell’automotive Cpc, con la realizzazione anche della nuova sede del centro culturale islamico in sostituzione di quella attuale in via delle Suore dove, appunto, l’azienda conta di realizzare il terzo stralcio del progetto di ampliamento in corso. Il progetto è caratterizzato da un investimento significativo (oltre 350 milioni di euro) in un settore strategico per il territorio, anche in formazione e nuova occupazione. Al termine della Conferenza dei servizi sarà il Consiglio comunale ad assumere la decisione finale.
Lo ha annunciato l’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli rispondendo proprio in Consiglio comunale all’interrogazione di Lega Modena presentata dal capogruppo Giovanni Bertoldi con diverse richieste: dalle caratteristiche del progetto (dimensioni, costi, parcheggi, procedure) fino ai dubbi sulla concessione della struttura al centro culturale islamico, ai problemi che si potrebbero creare nel quartiere e alle modalità dell’insegnamento religioso.
“Voglio stare lontana dal clima da Crociata evocato dalla Lega – ha spiegato Vandelli – e concentrarmi sull’operazione urbanistica che ha già portato benefici al quartiere: Cpc, infatti, ha acquisito l’area ex Prolatte e ha realizzato un primo intervento di demolizione, risolvendo una situazione di degrado segnalata da tempo”. La prospettiva dell’azienda è quella di costruire in quell’area (a circa 900 metri di distanza dall’attuale sede) il nuovo centro religioso islamico di prossimità, senza un aumento della capienza, con un’operazione di rigenerazione urbanistica che prevede anche una dotazione di edilizia residenziale sociale e del verde pubblico, in un progetto integrato con quello di Conad per l’area dell’ex Civ & Civ.
L’area ex Prolatte è di 32 mila metri quadri e il Comune sta lavorando a un accordo con il privato sulla base delle linee d’indirizzo di una bozza di planivolumetrico generale che prevede ne siano destinati a verde 14 mila, cioè il 44 per cento del complesso. “Una volta completati gli interventi in corso e in progetto nel quartiere Sacca – ha ricordato Vandelli – sarà di oltre 100 mila metri quadri la maggiore dotazione di verde pubblico”.
In particolare, nel planivolumetrico si pone attenzione alla ricucitura dei percorsi ciclabili (anche tenendo presente quello in progetto nell’area ex Civ & Civ) e alla continuità delle aree verdi: la nuova è prevista, appunto, tra gli attuali orti pubblici a nord e il parco Vittime di Utoya a sud.
La bozza di planivolumetrico, già presentata al Consiglio di Quartiere, prevede la costruzione del nuovo centro religioso su via Finzi, con un’ampia dotazione di parcheggi per auto e bici, mentre a nord ovest del comparto sarà possibile la localizzazione di edilizia residenziale sociale.
“Il privato ha presentato la documentazione per aprire il percorso che porterà all’accordo di programma – ha spiegato Vandelli – e nei prossimi giorni inizia l’istruttoria tecnica con l’obiettivo di aprire in settembre il procedimento preliminare”. Sarà in quell’ambito che verranno definite le prime linee progettuali anche del centro religioso che occuperà un’area complessiva di 850 metri quadri. La sala principale, in base ai primi orientamenti, non supererà i 500 metri quadri con una capienza, quindi, di alcune centinaia di persone, “ma la capienza precisa verrà definita sulla base delle norme di pubblica sicurezza”, ha precisato Vandelli sottolineando che i costi della struttura saranno comunque a carico di Cpc il cui progetto di sviluppo è all’insegna “della rigenerazione green, come prevede il nuovo Pug che ha sancito la fine della fase di espansione”.
Rispetto alla concessione a titolo gratuito del centro religioso islamico di via delle Suore, rinnovata nel 2021, senza ulteriori oneri per il Comune, l’assessora ha precisato che è prevista fin dagli anni Novanta quando il Consiglio comunale nel 1994, all’unanimità, inserì l’edificio tra quelli comunali adibiti al culto, come diverse chiese, che devono essere concessi gratuitamente. La delibera del 2021, inoltre, ricorda i lavori che l’Associazione della comunità islamica ha realizzato negli anni a proprie spese, come la riqualificazione dell’immobile, con la sistemazione della facciata principale, e gli interventi per migliorare la fruibilità del parcheggio.


IL DIBATTITO IN CONSIGLIO

Diversi gli interventi dopo la risposta all’’interrogazione di Lega Modena
Il dibattito sulla rigenerazione dell’area Prolatte, dopo l’interrogazione di Lega Modena trasformata in interpellanza, è stato aperto da Barbara Moretti (Modena al centro) che ha sottolineato l’impatto che la moschea avrà in un quartiere “già stressato da insediamenti industriali e che avrebbe bisogno di una compensazione più forte in termini di aree verdi: ho sostenuto l’accordo con l’azienda, ma avevo chiesto di stralciare il centro islamico, il progetto non può essere una cambiale in bianco”. Moretti, dopo aver specificato di essere pluralista, ha chiesto comunque di congelare il trasferimento della moschea e di valutare altre collocazioni.
Per il Movimento 5 stelle il capogruppo Andrea Giordani si è dichiarato a favore di un luogo di culto per gli islamici (“va benissimo”), ma non in quel quartiere e in quel luogo dove la dotazione di parcheggi non è adeguata: “Pensate a quando i fedeli vengono a pregare in pausa pranzo”. Per Giordani non bisogna creare problemi a chi vive intorno alla moschea e anche Giovanni Silingardi ha affermato che deve essere individuata un’altra soluzione che risponda anche “a esigenze di dignità di chi professa una religione”. Per Silingardi nel quartiere serve ulteriore verde pubblico e la soluzione, anche per la collocazione del centro religioso, va individuata con un percorso partecipato, “ma se si presenta un programma già predefinito è informazione non partecipazione”.
Per Paola Aime (Europa Verde – Verdi) è scontata l’affermazione sulla libertà di culto, ma serve anche il rispetto e la tutela della salute dei cittadini: in quella zona, dove sono previste tante iniziative, serve più verde e “attenzione alla qualità dei progetti”.
Per il Pd Federica di Padova si è soffermata sui temi dell’integrazione, che passa anche attraverso l’attenzione per i luoghi di culto delle diverse comunità islamiche (“dove c’è ghettizzazione è più facile attecchisca il radicalismo”), mentre il capogruppo Antonio Carpentieri ha ribadito che il nuovo centro non avrà valenza provinciale e che serve un’altra collocazione rispetto a via delle Suore, per consentire l’ampliamento di Cpc: “Se nell’area Prolatte il problema è il verde lo si risolve, se è ideologico non si risolverà mai”. Per Vittorio Reggiani, infatti, certi argomenti rappresentano solo “una maschera dietro la quale si cela il fatto che non si vuole il centro islamico”. Se il problema fossero stati i parcheggi o il verde, ha spiegato, l’interrogazione si sarebbe occupata degli aspetti urbanistici e non del resto: “È un modo nemmeno tanto elegante della Lega per dire che non vuole i musulmani a Modena”.
Il tema lo ha ripreso anche Diego Lenzini dopo aver ricordato il percorso che ha portato alla proposta della Cpc: “Vogliamo mantenere sul territorio aziende d’eccellenza e attrarre quelle che danno lavoro di qualità, lo spostamento della moschea nasce da lì, per realizzare nell’area Prolatte il centro islamico di prossimità che ora è in via delle Suore: il luogo proposto risponde ai requisiti, se ci sono alternative verranno valutate. Al momento c’è una proposta in elaborazione con la proprietà che posi sarà discussa con la città”. Lenzini ha riconosciuto che il rione ha un problema di verde: “E infatti stiamo lavorando per realizzarne 100 mila metri quadrati in più, portando da 17 a 24 i metri quadri per cittadino. Forse non è abbastanza, ma non è poco”.
Il capogruppo di Lega Modena Giovanni Bertoldi, che si è dichiarato non soddisfatto della risposta, ha affermato di non voler fare nessuna Crociata (“nessuno ha pregiudizi contro i musulmani o le diverse comunità islamiche”) e che va bene l’ampliamento di Cpc e la rigenerazione, ma qual è il beneficio pubblico del nuovo centro islamico? Nell’area della Prolatte per Bertoldi dovrebbe essere realizzato un parco per collegarlo a quello dedicato alle Vittime di Utoya: “In quell’area si sta costruendo tanto e serve più verde pubblico. Per la moschea si può individuare un’altra area: ma non una grande moschea, meglio più piccoli centri, meno impattanti e più rispondenti alle differenze del mondo islamico”. Bertoldi ha ricordato anche che manca ancora un’intesa con la Stato italiano, come esiste per la Chiesa cattolica e per altre confessioni religiose.
“Questo progetto non è nato bene – ha concluso Bertoldi – e la maggioranza cerca di buttarla sull’ideologico, ma non è così. Per il mondo islamico si può trovare una soluzione senza pensare a una moschea di dimensione provinciale, perché questa non è sicuramente una moschea di prossimità”.

FONDERIE VIA ZARLATI / 1 – “LO SMANTELLAMENTO È IN CORSO”

L’assessora Vandelli ha risposto all’interrogazione della consigliera Moretti (Modena al centro), firmata anche da Bertoldi (Lega Modena), sulla rigenerazione dell’area: “L’avviso pubblico sarà un’occasione per la valorizzazione”
“L’attività di smantellamento delle fonderie è iniziata nel mese di settembre con lo smontaggio degli impianti, cioè le parti elettriche e meccaniche, e dovrà proseguire con le operazioni di caratterizzazione del suolo e delle acque sotterranee che dovrà concludersi entro fine anno”.
Lo ha detto l’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli nella seduta del Consiglio comunale di oggi, giovedì 6 luglio, rispondendo all’interrogazione della consigliera Barbara Moretti (Modena al centro), firmata anche da Giovanni Bertoldi (Lega Modena), sulla rigenerazione dell’area delle ex Fonderie di via Zarlati alla Madonnina.
La consigliera ha chiesto, in particolare, quali passaggi sono stati fatti dall’Amministrazione dopo la chiusura dell’impianto a gennaio 2022 con l’obiettivo di rigenerare l’area dismessa, se è stata fatta la bonifica e, in caso contrario, per quali ragioni e con che tempi si intende procedere alla stessa. Moretti ha inoltre chiesto se ci sono progetti di rigenerazione sull’area, se risultano inadempienze da parte della proprietà rispetto agli impegni assunti e se è intenzione del Comune proseguire con l’ipotesi di avvio di un percorso partecipato con soggetti istituzionali e della società civile per la trasformazione dell’area.
L’assessora ha spiegato che il settore Ambiente del Comune sta seguendo passo a passo le operazioni connesse alla fase successiva alla cessazione dell’attività, disciplinate da apposita Autorizzazione integrata ambientale in dismissione (Aia), che prevede una serie di interventi come svuotare vasche e serbatoi, rimuovere rifiuti provvedendo a un corretto smaltimento e lasciare il sito in sicurezza, nel rispetto delle prescrizioni impartite da Arpae-Sac in sinergia con gli altri enti di controllo del territorio. “Nell’Aia – ha proseguito – non è però prescritto che debbano essere demoliti anche tutti i manufatti”.
Vandelli ha poi precisato che “Fonderie Cooperative comunica periodicamente agli enti di controllo il cronoprogramma delle operazioni svolte di smantellamento degli impianti tecnologici e di allontanamento dei rifiuti prodotti dall’area dello stabilimento. Attualmente – ha continuato – è stato completato lo smantellamento dell’area di servizio fonderia, del reparto anime, della zona forno di essicazione anime e deposito casse anima, delle aree formatura, tamburo sterratore e materie prime di fusione, oltre che dell’area lavorazione terre e dell’ex area fusione, in entrambi i casi con demolizione anche delle strutture. Ora il cronoprogramma prevede lo smontaggio delle aree servizi e Fonderie Cooperative ha comunicato l’avvio delle attività di campionamento dei terreni, quindi della fase di caratterizzazione del suolo”.
Rispetto alla rigenerazione dell’area, l’assessora ha precisato che “a oggi non ci sono state interlocuzioni su proposte presentate da parte della proprietà o di altri delegati. Volevamo condurre la formazione del Pug in parallelo con l’affinamento delle norme sulla trasformabilità dell’area del Villaggio e con un focus su Fonderie cooperative – ha continuato Vandelli – ma abbiamo dovuto abbandonare quel percorso e il 22 giugno abbiamo approvato definitivamente il Pug. La prima occasione per la proprietà di dare avvio a un percorso di valorizzazione dell’area sarà quella dell’avviso pubblico per raccogliere manifestazioni di interesse di trasformazione dell’esistente che uscirà in seguito all’entrata in vigore del nuovo Piano. Le proposte – ha ricordato – verranno valutate sulla base di una serie di criteri definiti attraverso il Documento di indirizzo approvato dal Consiglio, che prevede tra l’altro premialità nel caso il privato decida di attivare un percorso partecipato in fase di attuazione di accordo operativo”. L’assessora ha inoltre ricordato che “si sta elaborando un masterplan per poter meglio coordinare le profonde trasformazioni che possono avvenire, e auspichiamo avvengano, nell’area del Villaggio Artigiano: dal recupero di fabbricati dismessi al ripensamento dell’area in chiave di mobilità sostenibile anche grazie alla presenza della Diagonale, dal riordino delle accessibilità all’incremento di dotazioni e servizi”.

IL DIBATTITO SULL’AREA IN CONSIGLIO

L’interrogazione di Modena al centro e Lega Modena è stata trasformata in interpellanza e sono intervenuti alcuni consiglieri
L’interrogazione sulla rigenerazione dell’area delle Fonderie Cooperative di via Zarlati presentata da Modena al centro e Lega Modena è stata trasformata in interpellanza e sono intervenuti alcuni consiglieri.
Per il Pd, Stefano Manicardi ha ricordato che “al di fuori delle fasi che hanno portato alla dismissione e che hanno visto un dinamismo da parte dell’Amministrazione, ora si entra in una fase in cui è il privato che deve partire e l’Amministrazione se potrà contribuirà. Bisogna avere la consapevolezza che non si può fare un percorso senza che il privato sia dell’idea di partire con un progetto – ha continuato – questo percorso, comunque, dovrà vedere la compartecipazione di tutta la città, sviluppando un ragionamento sull’utilità per il territorio e per la città del progetto di valorizzazione”.
Elisa Rossini di Fratelli d’Italia ha ricordato che “nel 2020 l’Amministrazione aveva scritto ai residenti della zona affermando che si sarebbe affrontato con un percorso condiviso il tema dello sviluppo dell’area. L’Amministrazione – ha proseguito – aveva preso impegni che non ha portato avanti: non c’è stato nessun tipo di confronto e incontro. Va bene che le forme di partecipazione siano state formalizzate all’interno di documenti ufficiali come il Pug – ha aggiunto ancora – ma nei fatti la partecipazione non c’è stata e non ci sarà perché il beneficio pubblico sarà valutato sulla base di ciò che vorrà fare il privato”.
Andrea Giordani del M5s ha ringraziato della risposta e ha espresso l’auspicio che “il nuovo iter di progettualità e recupero dell’area sia accompagnato da una serie di iniziative che coinvolgano i residenti e il quartiere”. Per il consigliere “il coinvolgimento dei cittadini è importante anche solo per dire che al momento è tutto fermo ma si parte da qua, in modo da evitare che poi qualcuno accusi di non essere stato coinvolto”.
Giovanni Bertoldi di Lega Modena ha espresso soddisfazione per la dismissione delle Fonderie, “non compatibili con lo sviluppo residenziale del quartiere Madonnina. Questa battaglia portata avanti in primis dai residenti – ha aggiunto – ha permesso che la chiusura avvenisse, ma ora bisogna proseguire con la rigenerazione”. Per il consigliere “si dovrebbe pensare a un progetto più organico e stabilire indirizzi a livello urbanistico per prevedere particolari dotazioni e servizi: questo comparto non deve avere uno sviluppo a se stante ma deve essere integrato nel rinnovamento dell’area”.
Nella replica, l’interrogante Barbara Moretti di Modena al Centro ha espresso soddisfazione rispetto ai tempi annunciati di conclusione dello smantellamento entro fine 2023 e ha chiesto quali insediamenti potranno in seguito essere realizzati nel comparto. La consigliera ha poi posto l’accento “sulla necessità di condivisione e partecipazione: la fase precedente alla dismissione – ha sottolineato – ha fornito una importante lezione di partecipazione, con la raccolta di circa 2.500 firme per la petizione, e ora è importante prevedere la costituzione di un tavolo con tutti gli stakeholder, dal comitato ai residenti, dalle scuole al sindacato, e l’organizzazione di una assemblea pubblica per ragionare sulle prospettive dell’area”.
In chiusura di dibattito, l’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli ha evidenziato che “dal 2020 a oggi c’è stato un lungo periodo di pandemia durante il quale non è stato possibile portare avanti percorsi partecipati”, ma che sono previsti in fase di attuazione e che “il Consiglio comunale può intervenire direttamente in quanto con il Pug sono stati rafforzati in modo significativo gli strumenti di partecipazione”. L’assessora ha poi precisato che una analisi del rione che vada oltre il comparto “con tutti gli elementi per la valutazione del beneficio pubblico c’è già nel Piano urbanistico generale” e che, “per lo sviluppo del Villaggio artigiano, che presenta numerose aree che necessitano di rigenerazione, è prevista l’assunzione di un masterplan, strumento flessibile di organizzazione delle trasformazioni”. Vandelli ha infine spiegato che “nel comparto delle ex Fonderie Cooperative, in questo momento, sono in corso i carotaggi e solo al termine si saprà se il terreno necessita di bonifica particolare o meno e, in base a questo, si potrà valutare quale tipo di insediamenti potranno essere realizzati nell’area”.

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