Unimore / Assegnati a studenti e studentesse di Infermieristica i premi di studio

 Unimore / Assegnati a studenti e studentesse di Infermieristica i premi di studio

promossi da Ospedale di Sassuolo, Cooperativa Gulliver e Casa di Cura Villa Verde

In occasione della sessione di Laurea di giovedì 7 dicembre del Corso di Laurea in Infermieristica, con sede a Reggio Emilia, sono stati assegnati a nove studenti e studentesse del corso i premi di studio promossi da tre aziende del territorio: l’Ospedale di Sassuolo, la Cooperativa sociale Gulliver e la Casa di Cura Privata Polispecialistica Villa Verde.

I premi di studio, del valore di 1.400 euro ognuno, sono stati erogati grazie a tre bandi rivolti a studenti e studentesse e laureandi/e iscritti nell’A.A. 2022/2023 al terzo anno del corso di laurea triennale in Infermieristica, con l’intento di offrire una qualificante esperienza professionale di un mese, nella struttura promotrice del bando, al fine di completare il loro percorso formativo e agevolarne l’ingresso nel mondo del lavoro.

 

Gli studenti e studentesse premiati con un tirocinio all’Ospedale di Sassuolo sono Erika Lelli, Sara Brambilla, Gaia Bartoli e Federica Laera.

 

I due premi di studio di Villa Verde sono andati a Giulia Farri e Marco Meschieri. Le borse di studio sono istituite e dedicate alla memoria del Prof. Guido Franzini, reggiano che nel 1957 è stato tra i fondatori della Casa di Cura Villa Verde. É stato senatore della Repubblica e fondatore dell’Avis comunale di Reggio Emilia. A lui è dedicata la Fondazione Guido Franzini Onlus, un’associazione senza fini di lucro che, grazie ai medici ed infermieri di Villa Verde, cura gratuitamente persone in difficoltà economica e sociale.

 

I tre premi della cooperativa Gulliver – Aude Pacchioni alla memoria sono andati a Daniele Subazzoli del corso di Infermieristica di Reggio Emilia e a due studenti del corso di infermieristica di Modena, non partecipanti alla cerimonia di laurea reggiana: Francesco Greco e Ikram Mabchoure. Aude Pacchioni è stata consigliera comunale a Modena nel ’56 e riconfermata ininterrottamente fino al 1985, contribuendo alla nascita del modello emiliano di welfare: per un decennio nella carica di assessore alla Sanità e ai Servizi sociali – dando vita tra l’altro al primo asilo nido della città, nel 1969 – poi con le deleghe al Bilancio e al Patrimonio. Dopo aver presieduto l’Ente ospedaliero di Modena negli anni ’70, dal 1986 è stata alla guida dell’Azienda per il Diritto allo studio e successivamente dell’Opera Pia “Casa di riposo”.

 

“Mi congratulo a nome del consiglio di corso con gli studenti vincitori che grazie alla loro preparazione e al loro curriculum sono riusciti a ottenere questo prestigioso riconoscimento. Un ringraziamento agli enti promotori che hanno voluto valorizzare con queste borse di studio l’eccellenza all’interno del percorso formativo di infermieritistica” – commenta il Presidente del Corso Prof. Stefano Luminari.

Il Corso di Studi in Infermieristica forma professionisti infermieri responsabili della gestione, in autonomia e/o in integrazione con altri professionisti sanitari, dell’assistenza generale infermieristica, verso persone di tutte le età ed in tutte le fasi della vita. L’infermiere svolge funzioni di prevenzione, cura, riabilitazione e palliazione attraverso attività di tipo tecnico-gestuale, comunicativo-relazionale, di educazione terapeutica, pensiero critico e diagnostico.

RICERCA. CANDIDOSI VAGINALE

Una nuova ricerca potrebbe un giorno aprire la strada al trattamento della candidosi vaginale gettando una nuova luce su come i microrganismi nel corpo assorbono lo zinco. Circa tre quarti delle donne sviluppano candidosi vaginale almeno una volta nella vita e circa 140 milioni di donne in tutto il mondo soffrono di candidosi vaginale ricorrente. Le infezioni ricorrenti da Candida possono avere un enorme impatto sulla qualità della vita. I trattamenti antifungini esistenti non sono sempre efficaci e si sta sviluppando resistenza contro questi trattamenti.

La candidosi vaginale è causata da un lievito chiamato Candida. Esistono numerose specie di Candida, ma quella che causa la maggior parte delle infezioni è Candida albicans.

Ora, una nuova ricerca condotta dal Centro MRC per la micologia medica dell’Università di Exeter, in collaborazione con il gruppo di ricerca di Microbiologia e Virologia dell’Università di Modena e Reggio Emilia, l’Università di Trieste, IRCSS Burlo Garofolo di Trieste ed altri centri internazionali, ha scoperto che lo zinco, un minerale traccia, potrebbe svolgere un ruolo sorprendente. Proprio come l’essere umano, la Candida albicans ha bisogno di zinco nella sua dieta e questo lievito produce una molecola (Pra1) che cerca di acquisire lo zinco dall’ambiente in cui si trova come fonte di cibo. I ricercatori hanno scoperto che questa molecola innesca una risposta infiammatoria, che ritengono sia responsabile di molti casi di candidosi vulvovaginale.

Il dott. Duncan Wilson, membro senior del Wellcome Trust del Centro MRC di micologia medica dell’Università di Exeter, insieme alla prof.ssa Eva Pericolini del gruppo di Microbiologia e Virologia dell’Università di Modena e Reggio Emilia, alla prof.ssa Manola Comar ed al prof. Francesco De Seta dell’Università di Trieste ed IRCSS Burlo Garofolo di Trieste affermano: “la nostra nuova scoperta sullo zinco è molto entusiasmante, perché suggerisce che il semplice trattamento con zinco potrebbe bloccare la produzione della molecola infiammatoria Pra1, ma non siamo ancora nella posizione di fornire raccomandazioni terapeutiche in questa fase. Abbiamo bisogno di studi su scala più ampia per confermare l’effetto”.

Negli esperimenti di laboratorio, il gruppo di ricerca ha scoperto che la manipolazione dei geni in modo che la Candida albicans non produca Pra1 previene l’infiammazione. Nell’articolo, pubblicato sulla prestigiosa rivista Science Translational Medicine, i ricercatori mostrano che l’applicazione di livelli relativamente bassi di zinco nei topi blocca la produzione di Pra1 e previene l’infiammazione. Questo è importante perché è l’infiammazione che causa i sintomi di bruciore e prurito nella candidosi vaginale.

Il gruppo di ricerca ha anche reclutato donne che avevano avuto infezioni vaginali ricorrenti, almeno una volta ogni tre mesi. Le donne hanno applicato una crema vaginale contenente una piccola quantità di zinco ogni sera per due settimane e poi due volte a settimana. Delle sei donne che hanno completato lo studio e avevano candidosi vulvovaginale, cinque di loro non hanno manifestato reinfezione nel corso dei tre mesi di studio.

Questa ricerca mostra l’importanza fondamentale della ricerca di base di questa natura, che può aiutare a far luce su come funziona il nostro corpo e talvolta fornire percorsi sorprendenti per nuove cure”.

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