Dal Consiglio Comunale / Fondi Pnrr e progetti Ue, Sindaco:”rispettiamo i tempi”

 Dal Consiglio Comunale / Fondi Pnrr e progetti Ue, Sindaco:”rispettiamo i tempi”

I temi dell’ultima seduta.

Muzzarelli fa il punto in Consiglio comunale sul cronoprogramma di Next Generation Modena e ribadisce la richiesta al Governo: “Garanzie sulle risorse”

Dai progetti sostenuti dal Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, che stanno procedendo nel rispetto della tempistica prevista (con le ultime aggiudicazioni sono circa 78 milioni di finanziamenti, per oltre 100 milioni di investimenti sulla città), fino all’investimento territoriale integrato dell’Atuss (21,4 milioni, con quasi 15 di fondi regionali e 6,5 di cofinanziamento comunale), ai Fondi strutturali gestiti dalla Regione (tre interventi Pr Fesr 2021-2027 per quasi un milione e 300 mila euro) e ai Fondi di sviluppo e coesione sui quali la Regione ha avviato l’interlocuzione con i territori.

È il quadro delle risorse europee che il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli ha delineato al Consiglio comunale nel corso della seduta di giovedì 11 gennaio aggiornandolo sullo stato di avanzamento dei diversi progetti e delle opportunità di finanziamento che rientrano nel programma Next Generation Modena e assicurando il rispetto dei cronoprogrammi.

In quel contesto il sindaco ha ribadito la richiesta al Governo, dopo l’annuncio dell’intenzione di definanziare alcuni interventi del Pnrr, di garantire le risorse per completare le opere. E citando il presidente dell’Anci Decaro, Muzzarelli ha affermato: “In ballo non ci sono soltanto i pagamenti delle ditte, ma soprattutto gli impegni presi con le nostre comunità locali”.

E ricordando il documento approvato dal Consiglio comunale in occasione del sì al Bilancio, il sindaco ha sottolineato: “Sarebbe inspiegabile e assurdo non garantire le risorse a questi interventi. I Comuni sono il comparto che più di tutti sta mantenendo il cronoprogramma e stanno trainando il Paese tutto. Bisogna portare a termine le opportunità del Pnrr per il bene di Modena, al di là delle appartenenze politiche nazionali”.

Spiegando che Modena sta rispettando la tempistica degli interventi Pnrr, il sindaco ha ricordato i numerosi cantieri avviati e i lavori in corso (dagli impianti sportivi all’edilizia scolastica, tra cui la nuova scuola di Villanova, dal Centro per l’impiego alla seconda sala del nuovo Teatro delle Passioni), mentre nel 2024 prenderà il via anche il cantiere, già assegnato, delle ex Fonderie.

Sono già terminati, invece, i lavori di efficientamento energetico del Teatro Storchi (missione 1, cultura), gli interventi relativi alle notifiche digitali e all’adeguamento della rete civica (missione 1, digitale), i lavori di efficientamento energetico realizzati su edifici scolastici, piccoli impianti sportivi e illuminazione di piste ciclabili (missione 2, resilienza) e stano terminando quelli su piste ciclabili e depositi protetti (missione 2, mobilità).

Nelle ultime settimane dell’anno sono state colte nuove opportunità di finanziamenti con 185 mila euro per il progetto “Digitale facile a Modena”, che hanno portato il totale fino a ora a 77 milioni e 610 mila euro a cui si aggiungeranno quest’anno 525 mila euro per il miglioramento dell’accessibilità dei servizi pubblici digitali sulla base di un accordo con Agid, l’Agenzia per l’Italia digitale.

Anche per l’Atus si stanno rispettando i tempi del cronoprogramma, con gare e procedure in corso per realizzare gli interventi. I principali sono il completamento della riqualificazione dell’ex Ospedale Estense, la rigenerazione della Stazione piccola che diventerà sede di Its Maker, la continuazione della Diagonale verde, il potenziamento delle attività del Laboratorio Aperto, la realizzazione di un nuovo spazio per l’inclusione al Centro stranieri.

I tre progetti finanziati con i Fondi strutturali riguardano la comunità energetica “Mo c’è”, il Laboratorio territoriale energia condivisa e transition days e la riqualificazione energetica della sede comunale Stm e Lavori pubblici. È invece ancora in valutazione il progetto “Digital City Heritage” dedicato al patrimonio culturale della città con un finanziamento di oltre 918 mila euro.

Il sindaco Muzzarelli ha concluso ribadendo l’impegno a “cercare di partecipare a tutti i bandi per gli enti locali per portare a Modena tutte le risorse possibili”, a cominciare da quelle del Fondo Sviluppo e Coesione, che è un programma di finanziamento nazionale che sostiene interventi complementari a quelli già definiti e avviati con i Fondi strutturali e con il Pnrr, in una logica di uso sinergico delle risorse europee e nazionali per lo sviluppo. La Regione ha definito le linee d’intervento e per oltre 606 milioni di euro a disposizione dell’Emilia-Romagna.

 

SAN DAMASO, IN PROGRAMMA DUE PERCORSI CICLOPEDONALI

L’assessora Filippi ha risposto all’istanza di Scarpa (Sinistra per Modena): collegamento con Modena lungo via Vignolese e con via Emilia est lungo il percorso Tiepido

“Il Piano urbano della mobilità sostenibile individua due nuovi percorsi ciclopedonali per la frazione di San Damaso: il collegamento con Modena centro lungo via Vignolese e il collegamento con la ciclabile su via Emilia est con il percorso lungo il torrente Tiepido tra strada Curtatona e strada Collegara”.

Lo ha detto l’assessora alla Mobilità sostenibile Alessandra Filippi nella seduta del Consiglio comunale di lunedì 8 gennaio rispondendo all’interrogazione di Sinistra per Modena illustrata dalla capogruppo Camilla Scarpa sulla sicurezza stradale in strada Scartazza e sulla possibilità di una pista ciclabile. Riportando le segnalazioni dei residenti di un frequente mancato rispetto dei limiti di velocità su strada Scartazza, la consigliera ha chiesto quali azioni l’Amministrazione intende portare avanti per far rispettare il limite di velocità e se sia stata valutata la possibilità di abbassarlo e di installare un dispositivo di controllo o rallentatori del traffico. Scarpa ha inoltre domandato con quale frequenza siano stati effettuati nell’ultimo anno controlli da parte della Polizia Locale e con che esiti, e se è prevista e con quali tempi la realizzazione di una pista ciclabile lungo la via a collegamento di via Emilia est con San Damaso, fino al percorso ciclopedonale del Tiepido.

Ricordando la petizione presentata da circa 400 residenti della frazione per la realizzazione di una ciclabile su via Scartazza, l’assessora ha precisato che, “dall’analisi fatta, sulla base degli espropri necessari, della morfologia del terreno, che richiederebbe lo spostamento o tombamento del canale adiacente, e della scarsa presenza di residenti sulla stessa via, all’interno del Pums è stata ritenuta più idonea la scelta di valutare i collegamenti cicloviari di San Damaso lungo le due direttrici della Vignolese e del percorso del Tiepido. Verrà comunque valutata – ha aggiunto – anche la possibilità di inserire una infrastruttura ciclabile su strada Scartazza in caso di trasformazioni nella zona attuate da privati nell’ambito di interventi di riassetto edilizio o dall’Amministrazione nell’ambito di nuovi lavori pubblici”.

L’assessora ha poi comunicato che ““con fondi ministeriali sono stati finanziati i progetti di fattibilità tecnica ed economica di alcune ciclabili previste nel Pums, tra cui, appunto, quella lungo via Vignolese, pensata sul lato sud della carreggiata stradale con innesto nel centro abitato di Modena nella zona di via del Diamante, dove è presente un sottopasso ciclopedonale della tangenziale. Da qui sarà possibile raggiungere la zona universitaria e ospedaliera, per la quale è da poco stata aggiudicata la gara dei lavori, che prenderanno avvio a breve, per la riconnessione funzionale del polo di via Gottardi, andando a completare l’intero collegamento ciclopedonale tra la frazione e il centro cittadino. L’altro collegamento previsto – ha spiegato ancora Filippi – è quello che prevede la realizzazione di un percorso naturale ciclabile lungo il torrente Tiepido con l’arrivo su via Emilia est all’altezza della Fossalta, dove dalla ciclabile recentemente completata sarà possibile raggiungere il centro storico. Le tempistiche per la realizzazione dei due collegamenti sono legate alle opportunità economiche che si potranno presentare mediante bandi ministeriali o regionali”.

L’assessora ha poi precisato che strada Scartazza per un tratto è classificata come strada extraurbana, ma da via Collegara a stradello Bernarda, già dal 2018, l’Amministrazione ha ridotto il limite massimo di velocità da 90 a 50 chilometri orari, vista la presenza della scuola dell’infanzia Mamitù e dell’istituto Suore Clarisse del santissimo Sacramento. Qui sono stati inoltre realizzati due attraversamenti pedonali dotati di dispositivi lampeggianti a led e segnali verticali di pericolo ‘bambini’ con pannello distanziometrico. A completamento dell’intervento è stato recentemente installato un ulteriore lampeggiante in corrispondenza dell’attraversamento pedonale esistente che ne era sprovvisto e sono stati realizzati una serie di rallentatori ottici provenendo da strada Collegara, e due serie di rallentatori di velocità (uno ottico e uno acustico) per chi proviene da via Emilia est. Rallentatori ad effetto ottico sono stati tracciati anche all’incrocio con via Aguzzoli. Nel tratto extraurbano successivo di via Scartazza, tra stradello Bernarda e il civico 39 – ha proseguito – è previsto un ulteriore provvedimento di riduzione del limite di velocità da 90 a 70 chilometri orari, a favore della sicurezza stradale. Dal civico 39 a via Emilia est, infine, strada Scartazza è qualificata come tratto urbano e il limite massimo di velocità è fissato in 50 chilometri all’ora.

“E’ stata verificata – ha aggiunto Filippi – la possibilità dal punto di vista normativo di collocare dossi artificiali per rallentare la velocità ma, per la tipologia di strada, non è possibile procedere all’installazione di questi dispositivi, che sono consentiti solo su strade residenziali, in parchi pubblici e privati, nei residence e simili. È stato però richiesto alla Polizia locale di implementare ulteriormente i controlli già in corso al fine di scoraggiare comportamenti impropri da parte degli utenti della strada”.

I servizi realizzati, in particolare, dal mese di gennaio 2022 al 21 novembre 2023 sono stati sei, con postazione di controllo per il rilevamento della velocità, e sono state accertate 36 violazioni amministrative per il superamento del limite previsto nel tratto oggetto di monitoraggio, pari a 50 km/h. La velocità media delle violazioni contestate corrisponde a circa 70km/h.

In replica, la consigliera Scarpa ha sottolineato che sul tema della mobilità dolce “c’è grande attenzione da parte dei residenti, come dimostrano le petizioni. Quindi bene la progressione dei progetti già previsti dal Pums per il collegamento della frazione con la città, visto che è molto popolosa. Chiediamo che si facciano poi ulteriori verifiche per capire se si può realizzare una ciclabile anche su strada Scartazza”.

“IL MURO DEL CIMITERO DI MARZAGLIA SARÀ RICOSTRUITO”

L’assessore Bosi ha risposto all’interrogazione del consigliere Manicardi (Pd): “I lavori partiranno tra fine febbraio e inizio marzo e interesseranno anche la parte a sud”

“Il muro di cinta a ovest del cimitero di Marzaglia crollato lo scorso gennaio sarà ricostruito e il cantiere partirà tra fine febbraio e inizio marzo. Nell’occasione, sarà demolita e ricostruita anche la restante parte di cinta a sud, non interessata dal crollo ma con le medesime caratteristiche”.

Lo ha comunicato l’assessore ai Lavori pubblici Andrea Bosi nella seduta del Consiglio comunale di lunedì 8 gennaio rispondendo all’interrogazione del consigliere del Pd Stefano Manicardi sulla caduta delle mura del cimitero di Marzaglia e sulle tempistiche di ricostruzione. Il consigliere ha chiesto in particolare se è prevista la ricostruzione e in che tempi, se erano state effettuate verifiche di stabilità delle altre mura perimetrali, se il crollo ha provocato danni ai privati confinanti e, nel caso, se si sia provveduto a risarcire o rimediare.

L’assessore Bosi ha precisato che “la Giunta ha infatti approvato una delibera nella quale sono state aumentate le risorse a disposizione per la manutenzione dei cimiteri tramite accordo quadro. La determina del nuovo accordo quadro di manutenzioni dei luoghi della memoria è diventata esecutiva il 28 dicembre e attualmente sono in corso le verifiche sui requisiti di legalità della ditta aggiudicataria”.

A seguito del crollo avvenuto “si è immediatamente provveduto alla messa in sicurezza del sito attraverso il posizionamento di transenne e nastri delimitatori sia in prossimità delle sepolture che all’esterno dell’area di proprietà privata”, ha spiegato Bosi. “Sono inoltre stati effettuati accertamenti sullo stato della restante parte di cinta a sud ed è appunto stata valutata l’opportunità di intervenire anche sulla parte rimasta in quanto presenta alcune lesioni passanti”.

Dopo le verifiche strutturali, ha proseguito l’assessore, “si è provveduto a redigere un progetto definitivo che è stato inoltrato alla Soprintendenza per sua valutazione, in quanto il sito cimiteriale è soggetto a vincolo di tutela Ope Legis, che scatta in modo automatico per gli edifici pubblici con più di 70 anni di età. La Sovrintendenza ha risposto lo scorso 15 settembre, autorizzando i lavori di ricostruzione con alcune prescrizioni che sono state inserite nella fase di progettazione esecutiva. I costi per la ricostruzione del muro crollato a ovest – ha aggiunto – ammontano a 46 mila 600 euro, mentre per la demolizione e successiva ricostruzione della porzione esistente a sud la spesa è di 51 mila 900 euro”.

L’assessore ha infine precisato che “nei giorni immediatamente successivi al crollo si è provveduto alla rimozione delle macerie e al successivo trasporto in discarica, oltre al ripristino del terreno interessato dal crollo, che si trova ad una quota inferiore a quella del piano del cimitero. Successivamente – ha aggiunto – è pervenuta da parte della proprietà del terreno la richiesta di risarcimento, valutata però non accoglibile”.

In replica, il consigliere Manicardi ha auspicato che la possibilità di rientrare nell’accordo quadro “possa garantire tempistiche brevi per la ricostruzione delle mura”. Inoltre, il consigliere si è detto soddisfatto per la verifica dell’altra porzione a sud e per la previsione della sua sistemazione “considerata l’ingente somma del rifacimento”.

CONTRO L’ALCOLISMO L’APPROCCIO ECO-SOCIALE DI ACAT

Assessora Pinelli: “L’abuso d’alcol è una minaccia per la salute individuale e collettiva”. Dal 22 al 26 gennaio il corso organizzato dall’Associazione Club Alcologici territoriali

Informare sui problemi alcolcorrelati, sensibilizzare a mettere in discussione convinzioni e comportamenti nei confronti delle bevande alcoliche, ma anche promuovere l’attivazione delle risorse della comunità nel riconoscere precocemente e prevenire il problema. Sono alcuni dei principali obiettivi del corso organizzato da Acat Associazione Club Alcologici Territoriali in programma dal 22 al 26 gennaio a Modena, presso la parrocchia di San Lazzaro, in via Livio Borri 90.

Il “Corso di sensibilizzazione all’approccio ecologico-sociale antropo-spirituale”, organizzato insieme all’Ausl di Modena, patrocinato dal Comune di Modena e dal Quartiere 2, oltre che dal Comune di Nonantola, sostenuto dalla Fondazione di Modena, è rivolto a operatori sanitari, sociali e a tutte le persone interessate ai temi connessi a salute individuale e collettiva.

“L’abuso di alcol, sempre più diffuso, non è infatti solo un problema di salute individuale ma è allarmante anche dal punto di vista delle ricadute in termini di salute pubblica, basti pensare all’incidenza che ha sull’aumento degli incidenti stradali, delle aggressioni in generale e più in particolare dei contrasti e della violenza in ambito familiare”, afferma l’assessora alle Politiche sociali del Comune di Modena Roberta Pinelli che aprirà i lavori insieme al direttore del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche Fabrizio Starace, al direttore del Distretto di Modena Andrea Spanò, al parroco di San Lazzaro Don Raffaele e ai presidenti di Acat Modena Denis Gherardini e di Arcat Emilia-Romagna Ivano Marchi.

L’Associazione Acat, fondata nel 1979 da Vladimir Hudolin, affronta il problema alcolcorrelato con un’impostazione sociorelazionale: se, cioè, l’alcol altera i rapporti relazionali e agisce come spazio rifugio per sottrarsi alle difficoltà di mediazione con gli altri, esasperando l’isolamento, per sottrarsi a questa seduzione occorre rivitalizzare le relazioni, favorendo il miglioramento delle relazioni familiari, anche attraverso il confronto tra più famiglie. Dall’altra parte, i Servizi Sanitari per la Salute Mentale e le Dipendenze Patologiche si occupano di sviluppare la prevenzione, la cura e la riabilitazione delle problematiche psicologiche e fisiche dei soggetti con problemi di alcol. I due approcci sono quindi complementari e, di conseguenza, se adottati insieme, sono più efficaci nella ricerca di un cambiamento di stile di vita, presupposto indispensabile per conoscere i rischi del consumo non moderato di alcol e allontanarsene.

Anche il funzionamento e le visite agli incontri settimanali dei club alcologici territoriali, così come le complesse dinamiche di conduzione di club familiari, saranno al centro del corso che intende formare operatori volontari e informare un pubblico più ampio sui problemi alcolcorrelati.

I lavori si concluderanno venerdì 26 con la tavola rotonda “Tessiture relazionali su protezione e promozione della salute” a cui parteciperanno tra gli altri anche padre Giuliano Stenico presidente del Ceis di Modena e la sindaca di Nonantola Federica Nannetti.

Per informazioni e iscrizioni si può indirizzare una email a www.acatmodena.org/corso2024 oppure contattare la segreteria: tel. 3298982331 (Lucia) e 3393801437 (Giuseppe).

LOTTA ALL’EVASIONE, RECUPERATI 2,5 MILIONI IN PIÙ SUL 2022

Nel 2023 accertate somme per 15,6 milioni di euro. Cavazza risponde all’interrogazione di Reggiani (Pd): da segnalazioni qualificate all’Agenza delle entrate 2,7 milioni

Nel 2023 il Comune di Modena con la lotta all’evasione fiscale ha recuperato 2,5 milioni di euro in più rispetto all’anno precedente, con accertamenti per 15 milioni e 600 mila euro. È la stessa cifra che si prevede di consolidare anche quest’anno e nei prossimi due anni, soprattutto da Imu e Tari, così come è stato indicato nella manovra finanziaria approvata prima di Natale.

Lo ha spiegato l’assessore al Bilancio Gian Pietro Cavazza rispondendo in Consiglio comunale, lunedì 8 gennaio, a un’interrogazione presentata dal consigliere del Pd Vittorio Reggiani sulle segnalazioni di evasione fiscale inviate dal Comune allo Stato.

L’interrogazione nasceva dalla considerazione che in regione ben un Comune su cinque invia segnalazioni di questo tipo allo Stato (a livello nazionale lo fa solo il 3 per cento degli enti locali) e che dal 2022 gli eventuali proventi da questa attività di recupero, però, rimangono ai Comuni solo per il 50 per cento e non per la cifra complessiva come avveniva in precedenza. Chiedendo quali siano stati i risultati raggiunti dal Comune con la lotta all’evasione, Reggiani si domandava se, anche alla luce delle novità, il sistema di segnalazione non risulti essere “un aggravio non proporzionato al lavoro del personale”.

“L’attività di controllo – ha spiegato l’assessore Cavazza – ha come motivazione principale l’esigenza di garantire maggiore equità rispetto ai cittadini e si sviluppa prima di tutto affiancandoli, nel loro ruolo di contribuenti, negli adempimenti consentendo così di regolarizzare spontaneamente eventuali violazioni con l’istituto del ravvedimento operoso. Ma è importante anche l’attività di prevenzione di situazioni di concorrenza sleale tra i soggetti economici. Sono diverse anche le segnalazioni qualificate che vengono presentate ogni anno all’Agenzia delle entrate con le quali, negli ultimi dieci anni, il Comune ha potuto incassare circa due milioni e 770 mila euro”.

All’iniziativa collaborano l’ufficio Tributi dell’ente e il Nucleo antievasione tributi locali della Polizia locale, l’unica in regione con un gruppo di lavoro dedicato a questo tipo di accertamenti.

L’ambito d’intervento dei Tributi riguarda prevalentemente urbanistica e territorio, la disponibilità di beni indicativi di capacità contributiva e proprietà edilizia e patrimonio immobiliare, con particolare riguardo alle plusvalenze realizzate e non dichiarate per la vendita di aree o di fabbricati e terreni, che in realtà sono aree fabbricabili e per beni conferiti ai soci d’impresa con l’effetto evasivo di sottrarli alla tassazione dei redditi: ambiti per i quali oggi, a causa del mutamento della disciplina normativa erariale, le segnalazioni vengono effettuate previo confronto sui singoli casi con l’Agenzia stessa.

I controlli della Polizia locale, invece, si concentrano in particolare sulle verifiche rispetto alla veridicità delle iscrizioni all’Aire (il registro degli italiani residenti all’estero), sugli appartamenti affittati in nero o con subaffitti irregolari, attività ricettive irregolari (in particolare affittacamere e Bed & Breakfast), sul lavoro nero, sui beni che possono indicare capacità contributiva di soggetti sconosciuti al fisco, reddito di cittadinanza con segnalazioni all’Inps, sulle associazioni che svolgono attività di raccolta fondi irregolari.

Il nucleo della Polizia locale, inoltre, effettua controlli anche sul recupero delle imposte comunali: mediante accertamenti per la verifica della regolarità di impianti e affissioni pubblicitarie, sulla pubblicità dei veicoli, sui passi carrai, sull’imposta di soggiorno, su Tari e Imu.

“La piattaforma condivisa con l’Agenzia delle Entrate – ha aggiunto Cavazza – fornisce l’aggiornamento sull’esito delle segnalazioni inoltrate soltanto dall’anno 2014 e le segnalazioni trasmesse in un dato anno solare si riferiscono anche a diverse annualità d’imposta allo stesso precedenti e allo stesso modo anche le riscossioni”. Negli ultimi anni, inoltre, sulle riscossioni hanno influito ed influiscono ancora gli effetti dei diversi e molteplici provvedimenti, che hanno spostato in avanti i termini per la notifica degli accertamenti ed hanno sospeso i pagamenti degli stessi, anche in fase di rateizzazione, provocando in generale un rallentamento della “macchina accertativa”.

In replica, il consigliere Reggiani ha sottolineato che nel bilancio preventivo è stato registrato un incremento dello “sforzo” dell’Amministrazione per recuperare l’evasione: “È un’azione che deve proseguire, anche perché consente di raccogliere risorse per finanziare servizi: il controllo dell’evasione fiscale è soprattutto una misura di equità sociale”.

GHIRLANDINA, UN PROGETTO PER IL MIGLIORAMENTO SISMICO

L’assessore Bortolamasi ha risposto all’interrogazione di Giacobazzi (FI) sullo stato della Torre: “Il Sito è sempre stato oggetto di monitoraggio”

“La Torre Ghirlandina, da sempre oggetto di monitoraggio, sarà interessata da un intervento di miglioramento sismico per il quale è stato redatto un progetto di fattibilità tecnica ed economica attualmente al vaglio della Commissione congiunta regionale per l’approvazione del finanziamento della Regione”.

Lo ha detto l’assessore alla Cultura Andrea Bortolamasi rispondendo all’interrogazione di Piergiulio Giacobazzi (FI) sullo stato della Ghirlandina nella seduta del Consiglio comunale di lunedì 8 gennaio. L’assessore ha inoltre aggiunto che la Torre, luogo turistico che nel 2023 ha registrato oltre 64 mila visitatori (superando i numeri del 2019, ultimo anno pre Covid) e il cui programma di attività per il 2024 è già online sul sito www.visitmodena.it, sarà oggetto anche di un intervento di riqualificazione dell’impianto elettrico e di illuminazione interna dalla “Sala della Secchia” fino al livello sottostante la “Sala dei Torresani” e che, nell’occasione, saranno verificate e manutenute anche le linee vita interne alla Ghirlandina.

Il consigliere Giacobazzi, richiamando la “lenta ma continua alterazione della sua perpendicolarità” e il dibattito che si è acceso recentemente a Bologna sui rischi della Torre Garisenda, ha chiesto, in particolare, chi si occupa del monitoraggio della Ghirlandina, in che cosa consiste, quali sono gli ultimi dati e a quando risalgono, e se siano previsti interventi di qualsiasi tipologia, in particolare di consolidamento, per conservare la Torre.

“Il Sito Cattedrale, Torre civica e Piazza Grande di Modena, dichiarato nel 1997 dall’Unesco Patrimonio Mondiale dell’Umanità – ha spiegato Bortolamasi – si è dotato sin dal 2008 di un Piano di gestione che, oltre a documentare le attività previste per la tutela e valorizzazione del complesso monumentale, ha funzione di strumento per delineare strategie di intervento e gestione. Il Sito è sempre stato oggetto di monitoraggio e dopo la pandemia, con il piano 2022-2023, sono stati sviluppati progetti di valorizzazione delle ricerche effettuate sul complesso monumentale e di intervento sul patrimonio mondiale cittadino che mirano alla sua conservazione e tutela tramite l’implementazione di sistemi virtuosi già attivati in precedenza, quali il monitoraggio strumentale integrato del Sito e la supervisione del Comitato per l’Alta Sorveglianza scientifica”.

L’assessore ha ricordato che la governance del Sito Unesco è composta dal Comitato di pilotaggio, organo di indirizzo composto da Comune, Diocesi, Soprintendenza, Regione Emilia-Romagna; dal Comitato tecnico, che garantisce l’attuazione e il monitoraggio del Piano di Gestione ed è composto da tecnici del Comune, della Diocesi e dai funzionari della Soprintendenza; e, appunto, dal Comitato per l’Alta sorveglianza scientifica, di recente creazione, che unifica i due Comitati scientifici che hanno orientato e seguito le ultime campagne di restauro condotte sulla Ghirlandina e sul Duomo ed è composto da ricercatori e docenti delle Università di Modena e Reggio Emilia, Bologna e del Politecnico di Torino, oltre che da tecnici del Comune e della Diocesi.

Bortolamasi ha quindi precisato che del monitoraggio se ne occupa per la parte manutentiva della strumentazione, di raccolta dati e reportistica la ditta Agisco srl di Milano, mentre per la parte di analisi e interpretazione dei dati è incaricato il Comitato per l’Alta Sorveglianza scientifica. “Gli ultimi dati di monitoraggio risalgono a giugno 2023 e saranno pubblicati sul portale ‘Open Data’ del Comune di Modena insieme a molte altre serie di dati. Le indicazioni normative sull’Amministrazione trasparente e il movimento degli open data, infatti, puntano a facilitare l’accesso al patrimonio informativo pubblico attraverso i formati aperti, standardizzati e leggibili da computer, per finalità connesse a studio, ricerca o divulgazione tecnico-scientifica”.

L’assessore ha quindi spiegato che il monitoraggio integrato del complesso Duomo-Ghirlandina consiste nella acquisizione, registrazione, presentazione, analisi e interpretazione dei dati forniti dalla strumentazione installata nei due monumenti, oltre che del mantenimento in efficienza della strumentazione stessa. L’attività si suddivide in monitoraggio statico, monitoraggio dinamico e livellazione di precisione. Il monitoraggio statico, che ha lo scopo di misurare e registrare gli spostamenti, le rotazioni e le deformazioni nel tempo dei due edifici, viene eseguito mediante sette misuratori di giunto, tre pendoli, due deformometri, sei estensimetri, sei piezometri, sei termometri, un barometro e un gonioanemometro; il monitoraggio dinamico, eseguito mediante due reti di accelerometri installate su Duomo e Ghirlandina, ha l’obiettivo di studiare il comportamento dinamico dei due edifici, cioè le frequenze proprie e i modi di vibrare; la livellazione di precisione ha lo scopo di monitorare i fenomeni di subsidenza del terreno ed è attuata mediante la misurazione degli abbassamenti relativi delle due micro-reti di caposaldi installati in Piazza Grande e Duomo.

Ringraziando per la risposta, il consigliere Giacobazzi ha precisato che “l’istanza non nasce da allarmismo ma dall’esigenza di aggiornare i dati pubblicati sul sito Unesco rispetto alla Ghirlandina, anche alla luce di quanto sta accadendo a Bologna, con dinamiche che si erano sottovalutate”.

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