Dal Consiglio solidarietà allo studente del Barozzi

 Dal Consiglio solidarietà allo studente del Barozzi

 

Ok all’ordine del giorno dei gruppi di maggioranza e di M5s: riafferma il diritto inalienabile di pensiero e di critica e auspica che si recuperino dialogo e serenità

Il Consiglio comunale di Modena esprime solidarietà allo studente del Barozzi sospeso dalla scuola approvando, nella seduta di giovedì 15 febbraio, un ordine del giorno nel quale riafferma anche “il diritto inalienabile della libertà di pensiero e di critica” e auspica che all’interno della scuola si possano recuperare dialogo e serenità.

Il documento, presentato dai gruppi di maggioranza (Pd, Europa Verde-Verdi, Sinistra per Modena, Modena Civica) e dal Movimento 5 stelle, è stato illustrato da Federica Venturelli ed è stato approvato anche con il voto del capogruppo di Lega Modena Giovanni Bertoldi. Non hanno partecipato al voto le consigliere Luigia Santoro (Lega Modena) ed Elisa Rossini (Fratelli d’Italia). Insieme all’ordine del giorno il Consiglio ha trattato anche l’interrogazione sullo stesso tema di Paola Aime (Europa Verde-Verdi) all’assessora all’Istruzione Grazia Baracchi che ha sottolineato che “è necessario che nella scuola si possa tornare a dialogare e confrontarsi con serenità”.

L’ordine del giorno afferma che la sospensione di dodici giorni comminata dalla scuola allo studente e rappresentante d’istituto crea un “precedente pericoloso, soprattutto perché erogato da un’istituzione che dovrebbe essere luogo di inclusione, confronto e democrazia”. “Il provvedimento appare molto severo e rischia di pregiudicare la carriera dell’alunno”, ha affermato Venturelli illustrando la mozione e specificando che occorre “ripristinare un clima di serenità nel contesto scolastico, messo a dura prova anche dall’attenzione mediatica ricevuta dal caso”.

L’ordine del giorno, dunque, specifica che, al di là del merito delle richieste e dei metodi scelti dagli studenti, la libertà di pensiero e critica è un diritto universale inalienabile e auspica che all’interno della scuola si recuperi un dialogo “in grado di garantire la serenità della comunità scolastica, senza irrigidimenti che rischiano di minare questo obiettivo”.

Aprendo il dibattito per Lega Modena, il capogruppo Bertoldi ha ricordato che la funzione dei rappresentanti di istituto “è proprio parlare e confrontarsi” e che “parlare con la stampa è in linea con la libertà di parola garantita dalla Costituzione”. Per Bertoldi “sanzioni di questa gravità dovrebbero colpire comportamenti davvero gravi non l’espressione di una critica: si tratta di sanzioni sbagliate e sproporzionate a cui questa dirigente non è nuova e che creano un clima intimidatorio nella scuola”.

“Come comunità educante ci concentriamo tanto sull’educazione civica e alla cittadinanza – ha detto Enrica Manenti (M5s) – ma se vogliamo una maggiore partecipazione da parte dei giovani, come minimo dobbiamo lasciarli liberi di esprimere le loro opinioni. Per crescere devono fare il loro lavoro di prendere posizione e di contestare noi adulti”.

Per il Pd, Antonio Carpentieri ha ricordato che, come già sancito dallo Statuto degli studenti, la scuola “è comunità di dialogo e di valori democratici e che la vita della comunità scolastica si basa sulla libertà di pensiero e di espressione. Valori che lo stesso Barozzi ha fatto propri nel regolamento che, come prima cosa, afferma che il compito preminente della scuola è educare. Compito nostro è contribuire a ristabilire il clima di dialogo e di serenità che ora non esiste più”. Dopo aver ribadito che “la scuola è soprattutto luogo di inclusione e di dialogo”, Mara Bergonzoni ha affermato che, nella vicenda del Barozzi, “a perdere è stata la fiducia nella libertà da parte dei ragazzi che si stanno formando come cittadini: il messaggio che è passato, infatti, è quello di non esporsi, non parlare, non esplicitare il dissenso. Ma non è questo il futuro che vogliamo”. Vittorio Reggiani ha cambiato prospettiva dichiarando che la domanda che la comunità politica deve farsi ora è “come recuperare questa situazione. Cosa può generare la rabbia degli studenti? Avranno ancora voglia di confrontarsi con gli adulti? Dobbiamo fare in modo che gli studenti tornino a dialogare con i loro docenti, che le due comunità si mettano una di fronte all’altra, per far capire ai ragazzi che da questa vicenda può nascere un modo nuovo di dialogare con gli adulti”.

Vincenzo Walter Stella (Sinistra per Modena) si è domandato se “sia saggio da parte degli adulti coinvolti nella vicenda punire e reprimere le idee e le critiche, giuste o sbagliate che fossero, espresse da un ragazzo nella sua veste di rappresentante d’istituto invece di confrontarsi con lui per farlo crescere e renderlo una persona pensante. Si rischia di creare un precedente molto pericoloso per la scuola modenese, accettando che l’autonomia scolastica giustifichi la repressione della libertà di espressione”.

Elisa Rossini (Fratelli d’Italia) si è dichiarata “in imbarazzo” affermando di condividere “le considerazioni sulla libertà d’espressione e sul fatto che provvedimenti come quello adottato dalla scuola non aiutino lo svolgimento del ruolo di rappresentante degli studenti”. D’altra parte, ha aggiunto, “definire inaccettabile, come ha fatto l’assessora, la sospensione significa interferire nella libertà di decidere degli organi collegiali della scuola. È un’ingerenza preoccupante, che crea un precedente perché non sappiamo qual è la linea di confine dietro a cui fermarsi. Questa seduta è fuori luogo”.

Paola Aime (Europa verde-Verdi), che aveva presentato l’interrogazione alla quale ha risposto l’assessora all’Istruzione Grazia Baracchi, ha posto l’attenzione sulle diverse questioni che la vicenda ha messo in gioco: “Chi insegna ai docenti a essere anche educatori? Chi è stato maggiormente danneggiato? Lo studente che si vede negare il diritto allo studio per il tempo della sospensione? gli insegnanti che hanno dovuto uniformarsi?”. Per la consigliera, inoltre, non bisogna dimenticare “il valore dell’errore per i giovani: si è giovani anche per sbagliare e sta agli adulti cogliere l’occasione per educare”.

Intervenendo nel dibattito, il sindaco Gian Carlo Muzzarelli ha ribadito che il tema centrale nella discussione in corso deve sempre essere quello dell’educazione e della scuola come riferimento educativo. “L’autonomia scolastica va rispettata, ma la scuola deve rimanere una comunità educante e i ragazzi non possono essere sanzionati per aver espresso un’opinione. C’è un richiamo alla responsabilità degli adulti perché, se i ragazzi non possono più avere fiducia nei loro referenti rischiamo che non abbiano più fiducia neanche nella società e non possiamo permettercelo”.

GUERRA ISRAELE-PALESTINA, “IMMEDIATO CESSATE IL FUOCO”

Ok del Consiglio comunale a quattro mozioni presentate dai gruppi di maggioranza, M5s e Modena Sociale-Indipendenza!. “Rilanciare soluzione politica: due popoli in due Stati”

Il Governo italiano rilanci un’azione diplomatica per l’immediata liberazione degli ostaggi israeliani di Hamas e per l’incondizionato “cessate il fuoco” del conflitto in corso; quindi, contribuisca a promuovere l’attivazione di corridoi umanitari per la popolazione della Striscia di Gaza e una Conferenza internazionale di pace che ponga fine al conflitto israelo-palestinese, attraverso la soluzione politica dei “due popoli in due Stati”. Sono le principali richieste condivise nelle quattro mozioni approvate dal Consiglio comunale nella seduta di giovedì 15 febbraio, di cui due presentate dai gruppi di maggioranza (Pd con Modena Civica, Europa Verde-Verdi con Sinistra per Modena), una da Movimento 5 stelle e  una da Modena Sociale – Indipendenza!.

Sono stati in tutto sei i documenti collegati al conflitto in Medioriente, aggravatosi dopo l’attacco terroristico compiuto il 7 ottobre dai miliziani di Hamas contro Israele e il conseguente assedio israeliano della Striscia di Gaza, discussi in Consiglio comunale: quattro approvati, due respinti.

Nel dettaglio, l’Assemblea ha approvato la mozione di Pd e Modena Civica che chiede, in particolare, un ruolo di primo piano al Governo italiano per promuovere iniziative di de-escalation della tensione in Medioriente (presentata da Federica Di Padova del Pd e approvata con anche il voto a favore di Europa Verde-Verdi, Sinistra per Modena, Gruppo indipendente per Modena e M5s; astenuti Lega Modena, Alternativa Popolare e Modena Sociale-Indipendenza!, mentre si sono avvalsi del non voto Fabio Poggio e Vittorio Reggiani del Pd, Fratelli d’Italia e Luigia Santoro di Lega Modena). Approvata anche la proposta di Europa Verde-Verdi e Sinistra per Modena che auspica pure lo svolgimento di indagini sui crimini di guerra in corso e quindi la definizione di sanzioni a essi commisurati (presentata da Paola Aime di Europa Verde-Verdi e approvata con anche il voto a favore di Pd, Modena Civica, Gruppo indipendente per Modena, Modena Sociale e M5s e quello contrario di Lega Modena; astensione per Alternativa Popolare e non voto per Federica Di Padova, Fabio Poggi, Vittorio Reggiani del Pd e Fratelli d’Italia). Approvato anche l’ordine del giorno del Movimento 5 stelle che propone pure la costituzione di un Patto di solidarietà tra Modena e Gaza (illustrato da Giovanni Silingardi e approvato con anche il voto a favore di Europa Verde-Verdi, Pd, Modena Civica, Sinistra per Modena e Gruppo indipendente per Modena e il voto contrario di Lega Modena; astensione per Alternativa Popolare e Modena Sociale – Indipendenza!, non voto per Federica Di Padova, Fabio Poggi, Vittorio Reggiani del Pd e Fratelli d’Italia). Approvato, infine, anche il documento di Modena Sociale – Indipendenza! che invita a respingere la censura di opinioni a sostegno del popolo palestinese (illustrato da Beatrice De Maio e approvato con anche il voto a favore di Irene Guadagnini del Pd, Europa Verde-Verdi, Sinistra per Modena, Modena Civica, Gruppo indipendente per Modena e M5s; contrari Lega Modena, astenuti Alternativa Popolare e Marco Forghieri del Pd, non voto per Pd e Fratelli d’Italia).

Respinti, invece, i seguenti documenti: la mozione “Con Israele, con la democrazia per la pace”, proposta da Giovanni Bertoldi di Lega Modena (con anche il voto a favore di Alternativa Popolare, quello contrario di Pd, Europa Verde-Verdi, Sinistra per Modena, Modena Civica, Modena Sociale-Indipendenza! e M5s; astenuto Gruppo indipendente per Modena, non voto di Fabio Poggi e Vittorio Reggiani del Pd e di Fratelli d’Italia) e la proposta “Pieno sostegno allo Stato di Israele e al suo diritto di esistere” presentata da Alberto Bosi di Alternativa Popolare (con anche il voto a favore di Lega Modena e quello contrario di Pd, Europa Verde-Verdi, Sinistra per Modena, Modena Civica, Modena Sociale-Indipendenza! e M5s; astenuto Gruppo indipendente per Modena, non voto di Fabio Poggi e Vittorio Reggiani del Pd e di Fratelli d’Italia).

Entrando nel dettaglio dei diversi documenti, la principale richiesta di Pd e Modena Civica è quella di un ruolo di primo piano dell’Italia nel processo di pace in Medioriente che abbia come obiettivo il diritto di Israele e Palestina alla coesistenza in sicurezza, sulla base della prospettiva dei “due popoli in due Stati”. Uno scopo, si specifica nell’atto approvato, in linea con le risoluzioni dell’Onu e che “non può prescindere da un rinnovato ruolo dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) nella costituzione di uno Stato democratico di Palestina”. Al centro della mozione approvata di Europa Verde-Verdi e Sinistra per Modena vi è anche l’esigenza di verificare il pieno rispetto del diritto internazionale, a fronte “della catastrofe umanitaria attualmente in corso a Gaza”. In particolare, si chiede di accertare violazioni e crimini della guerra in corso, di sbloccare i finanziamenti dell’Agenzia delle Nazioni unite per il soccorso dei profughi palestinesi e di interrompere qualsiasi fornitura di armi a Israele.

Anche la mozione approvata del Movimento 5 stelle invita il Governo a farsi promotore della sospensione della vendita di armamenti allo Stato israeliano e della permanente apertura dei corridoi umanitari nella Striscia di Gaza a supporto della popolazione palestinese, per far fronte “a rischi sempre più imminenti di carestie e di epidemie”. Il documento, inoltre, invita l’Amministrazione comunale a valutare la costituzione di un Patto di solidarietà con la città di Gaza, nell’ambito del Regolamento comunale per la costituzione e lo sviluppo di relazioni internazionali con città, comunità e territori.

L’ordine del giorno approvato di Modena Sociale – Indipendenza!, infine, sottolinea come l’attuale Governo si sia schiarato “in maniera unilaterale” a sostegno di Israele, mettendo nel mirino le manifestazioni di sostegno della causa palestinese, “che si cerca di equiparare all’appoggio al terrorismo”. Il documento chiede dunque anche di respingere ogni tentativo di censura della libera circolazione di idee “messa in pericolo dal clima che si è creato, alimentato anche da esponenti della maggioranza politica che governa il paese.

Il sostegno allo Stato di Israele e il suo riconoscimento “come baluardo di democrazia”, accomuna i due ordini del giorno respinti. In particolare, la mozione presentata da Alberto Bosi (Alternativa Popolare) mette l’accento sui “nemici” di Israele (“non solo Hamas, ma Hezbollah, e potenze totalitarie come Cina, Iran e Russia”) che non ne riconoscono il diritto a esistere come Stato. Auspicando quindi “una giusta reazione” di Israele che tenga conto della necessità di evitare vittime tra i civili palestinesi (“prime vittime di Hamas”), Bosi ha invitato a sostenere il diritto di esistere dello Stato di israeliano e il processo di pace tra i due popoli attraverso la soluzione dei “due popoli in due Stati”. L’ordine del giorno illustrato da Giovanni Bertoldi (Lega Modena), puntualizza che “il Governo italiano ha ribadito il diritto dell’unica democrazia del Medioriente, cioè Israele, a difendersi”. Nello specifico, la mozione evidenzia come le azioni di Hamas vadano in direzione opposta all’auspicato processo di pace. Pertanto, esprimendo “piena e incondizionata” solidarietà a Israele, il documento chiede di sostenere l’auspicato processo di pace e il diritto dello Stato israeliano a esistere e difendersi.

GUERRA ISRAELE-PALESTINA – IL DIBATTITO IN CONSIGLIO

Numerosi gli interventi dei consiglieri intervenuti in Aula prima del voto sulle mozioni riguardanti il conflitto in Medioriente

Diversi consiglieri sono intervenuti nel dibattito che ha preceduto il voto sulle sei mozioni collegate al conflitto israelo-palestinese.

Aprendo la discussione per il Movimento 5 stelle, Barbara Moretti ha affermato che per raggiungere l’obiettivo della pace è necessario “mettere al centro la diplomazia: senza ambiguità e altri interessi”. A questo proposito, la consigliera ha parlato di “segnali contrastanti” dal Governo, riferendosi al voto di astensione dell’Italia alla risoluzione, approvata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, che chiedeva una tregua umanitaria a Gaza. “Giusto portare questo tema in Consiglio comunale, nonostante i suoi poteri limitati – ha precisato Giovanni Silingardi – perché mette al centro una visione del mondo, anche culturale, orientata alla pace, a un certo modo di spendere i soldi”. Il consigliere ha dunque affermato che occorrerebbe investire di più su sanità, istruzione e meno in armi, “per evitare situazioni come queste, in cui siamo costretti a fare una orribile contabilità di morti, soprattutto tra le fasce più fragili della popolazione”. Silingardi, infine, ha sottolineato l’importanza “non solo simbolica” di un patto di solidarietà tra Modena e Gaza.

Elisa Rossini (Fratelli d’Italia) ha aperto il proprio intervento leggendo alcuni passi tratti da testi sulla Dottrina sociale della Chiesa riferiti alla guerra di aggressione e al conseguente diritto alla legittima difesa: “Ho voluto usare queste parole ispirate perché in tutti gli ordini del giorno c’è una certa superficialità: se ci fossimo uniti nel presentare un solo documento, forse avremmo dato un ottimo segnale”. La consigliera ha quindi evidenziato che “il nostro livello comunale fatica, strutturalmente, a comprendere tutte le problematiche del conflitto: non abbiamo gli strumenti per capire appieno, per esempio, i processi diplomatici in corso”.

Alberto Bosi (Alternativa Popolare) ha parlato di “persone e governi che tengono sotto scacco israeliani e palestinesi di buona volontà che vogliono la pace”. In particolare, il consigliere ha riconosciuto Israele come “unica democrazia in Medioriente che deve essere sostenuta: gli attacchi che ha subito sono un crimine contro l’umanità”. Bosi ha poi puntualizzato che “i vertici di Israele non possono colpire indistintamente i palestinesi che nulla hanno a che fare con gli attacchi di Hamas: occorre quindi l’intervento delle Nazioni unite per riprendere la soluzione politica di due popoli in due Stati”.

Per Lega Modena, Luigia Santoro ha sostenuto che “gli israeliani stanno lottando per la loro sopravvivenza: se sarà Hamas a sopravvivere, che ha tra i suoi obiettivi la distruzione di Israele, prenderà piede il fanatismo islamico”. La consigliera ha quindi aggiunto che è “giusto” il riconoscimento di due popoli in due Stati, “ma bisogna fare pressioni internazionali affinché Hamas riconosca lo Stato di Israele”. “L’attacco di Hamas è stato di una violenza inaudita – ha evidenziato Giovanni Bertoldi – legittima dunque la reazione di Israele che però, in quanto potenza democratica in Medioriente, deve limitare i danni alla popolazione palestinese: colpire la popolazione civile in modo massivo rischia di essere un boomerang”. Il capogruppo ha anche sottolineato che “l’operato di Israele non deve giustificare il riemergere dell’antisemitismo, che bisogna respingere con forza”. Infine, Bertoldi ha auspicato che l’Italia “possa recuperare la forza diplomatica del passato, per contribuire al processo di pace”.

“I palestinesi devono avere il loro Stato, come sancito da tutte le risoluzioni Onu, e non una gabbia a cielo aperto”, ha affermato Beatrice De Mario (Modena Sociale – Indipendenza!) che ha parlato della necessità di fermare con la diplomazia il “massacro continuo” di donne, uomini e bambini palestinesi, “voluto dall’unico giudice che dà diritto alla vita e alla morte: il Governo israeliano”. La consigliera ha quindi ricordato come la Corte internazionale di giustizia dell’Aia “abbia ordinato a Israele di adottare tutte le misure in suo potere per prevenire atti di genocidio a Gaza”.

Per il Pd, Vittorio Reggiani ha motivato il proprio voto di astensione a tutte le mozioni, sottolineando che “in tutti i documenti si parla di guerra e di limitazione della guerra, e questo perché in Italia e nel mondo c’è stato un incremento di spese militari e di armi: quindi è evidente che non siamo in un percorso di pace”. Federica Di Padova ha dichiarato che “quanto accaduto il 7 ottobre ha di fatto pregiudicato ulteriormente il cammino di pace tra Israele e Palestina. In aggiunta, si sono moltiplicati in tutta Europa veri e propri atti di antisemitismo”. La consigliera ha quindi affermato che “i torti e le ragioni sono equamente ripartiti dalle leadership politiche dei due popoli, ma anche tra gli osservatori internazionali che hanno spesso alzato le mani”. Di Padova ha poi sottolineato come “l’embargo esercitato di fatto da Israele nella Striscia di Gaza pesi enormemente sulla vita sociale, economica e culturale dei palestinesi, determinando per molti una vita vissuta a metà”. Per Stefano Manicardi un vero “cessate il fuoco” può essere conseguito solo “chiedendo che le armi non siano più date a un Paese, come Israele, che le utilizza per massacrare una popolazione, senza alcuna proporzionalità rispetto agli attacchi subiti”. Secondo Marco Forghieri, per raggiungere degli “accordi accettabili”, è necessario che i Governi occidentali facciano la loro parte, “come in passato, quando avevano sempre dei buoni canali di comunicazione con il mondo arabo”. “L’azione del Governo israeliano contro Hamas deve realizzarsi entro il rispetto del diritto internazionale” ha sostenuto Federica Venturelli, aggiungendo che “bisogna dire con forza che Hamas non è la popolazione palestinese”. Per Diego Lenzini occorre precisare che “Israele è diverso dal Governo israeliano; semmai, bisogna approfondire perché gli israeliani trovano sicurezza in un Esecutivo di estrema destra, così come chi vive sotto il giogo dell’occupazione trova risposte nel votare un’organizzazione terroristica come Hamas”. “La pace non è un cessate il fuoco” ha affermato Fabio Poggi, che ha motivato il proprio “non voto” alle mozioni spiegando che “votare contribuirebbe a riconoscere documenti che in diversi modi giustificano e legittimano la guerra, l’omicidio, la violenza e le armi”.

“La comunità internazionale è rimasta in larga parte indifferente e silente rispetto alla questione israelo-palestinese”, ha dichiarato Camilla Scarpa (Sinistra per Modena), che ha parlato di una “complicità delle élite occidentali nella escalation del conflitto”. Si tratta di un aspetto, ha sottolineato la consigliera, riscontrabile anche nel livello di censura del nostro Paese “in cui è impossibile nominare parole come Palestina o Israele”. Scarpa ha infine sostenuto la necessità di una posizione chiara del Governo italiano rispetto al conflitto, “che invece si astiene, come accaduto all’Assemblea generale delle Nazioni Unite”.

Per Paola Aime (Europa Verde-Verdi) “si sta seminando un odio che raccoglierà solo morte fisica e morale”. Il riferimento è non solo a Israele e Palestina, “ma a una guerra globale che non cessa a fermarsi”. Aime ha perciò evidenziato come ci siano voluti “mesi di massacro” per riconoscere, anche da parte del Governo italiano, la reazione spropositata di Israele, “nei confronti di civili che nulla hanno a che fare con Hamas”. La consigliera infine ha affermato che “costruire la pace implica sempre inclusione ed elevazione spirituale”.

 

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