Nuova vita per Palazzo Solmi tra cultura e tradizione (video)

 Nuova vita per Palazzo Solmi tra cultura e tradizione (video)

Il sindaco Muzzarelli e il presidente della Società del Sandrone Iattici hanno sottoscritto il protocollo d’intesa per l’allestimento e la gestione del Museo del burattino

Una grande famiglia di circa 150 burattini realizzati a partire dalla fine dell’Ottocento, una “Baracca”, come si definisce il teatro delle teste di legno, dello stesso periodo, i manoscritti delle farse e una mostra storica, ricca di documenti e immagini che ripercorre gli oltre 150 anni della Società del Sandrone e la tradizione dell’antico Carnevale modenese.

È questo il cuore del Museo permanente del burattino che troverà la sua casa al piano nobile di Palazzo Solmi insieme a tutte le attività della Società del Sandrone per la valorizzazione della cultura e della tradizione modenese. Il protocollo che sancisce il percorso, in attesa del completamento del progetto di riqualificazione degli spazi di Palazzo Solmi che è attualmente allo studio della Soprintendenza, è stato sottoscritto questa mattina, lunedì 21 febbraio, a Palazzo comunale, dal sindaco Gian Carlo Muzzarelli e dal presidente della Società del Sandrone Gian Carlo Iattici.

Il protocollo, che richiama l’ordine del giorno approvato dal Consiglio comunale, stabilisce che la Società del Sandrone avrà la sua nuova sede nello storico palazzo di via Emilia insieme all’incarico di gestire il Museo secondo un progetto che dovrà essere concordato con l’amministrazione comunale e con l’obiettivo di valorizzare la cultura e la tradizione modenese, in coordinamento con il progetto di valorizzazione del patrimonio delle teste di legno del Museo civico. Modena, infatti, ha una secolare tradizione burattinesca portata avanti fin dal 1790 dalle importanti famiglie di burattinai Campogalliani, Preti e Maletti. Lo stesso Sandrone e la famiglia Pavironica nacquero come burattini e “solo” dalla fine dell’Ottocento sono impersonati da attori che rappresentano il simbolo del Carnevale modenese e contribuiscono a mantenere viva la tradizione dialettale locale. Anche l’artista e caricaturista modenese Umberto Tirelli, a cui è dedicata la mostra a cura del Museo civico in corso nel complesso San Paolo a 150 dalla nascita, nel creare nel 1921 il suo Teatro nazionale delle Teste di legno, si è riallacciato in modo originale a uno degli aspetti tipici della tradizione burattinesca modenese: concepire lo spettacolo anche come un momento di istruzione, in cui commedie di carattere storico, letterario o operistico, non mancano di stimolare una maggiore consapevolezza del proprio tempo.

Insieme al Museo del burattino e ai locali destinati alle attività istituzionali della Società del Sandrone, il settecentesco palazzo Solmi ospiterà al piano nobile anche il Consorzio Festival Filosofia, mentre il Salone delle feste e il Camerino degli specchi rimarranno visitabili e disponibili per concerti di musica da camera, eventi, feste, mostre temporanee e convegni.

Il recupero del complesso monumentale di Palazzo Solmi era già stato avviato dalla Soprintendenza per i Beni architettonici e per il paesaggio di Bologna una decina di anni fa, prima del trasferimento di quell’area dell’immobile al Comune, avvenuto a marzo 2021. Quei lavori erano stati conclusi solo parzialmente nel 2014.

Il progetto che completa la riqualificazione prevede un investimento complessivo di due milioni e mezzo di euro, interessa una superficie complessiva di 1.803 metri quadrati e comprende anche le corti interne che saranno attrezzate per poter ospitare eventi all’aperto. Al primo piano, tre sale tra cui l’ampio salone con soffitto cassettonato, saranno destinate, appunto, alle attività della società del Sandrone, mentre all’estremità opposta del corridoio centrale sarà collocata la cucina di servizio per il circolo ricreativo. Al piano nobile, le logge della corte cinquecentesca, già recuperate con l’intervento effettuato, diventeranno il nodo distributivo per tutta la porzione del fabbricato e verranno chiuse con vetrate nel rispetto della configurazione architettonica. Internamente, l’intervento preserva e valorizza l’effetto ottico che, passando attraverso le diverse sale e relative porte, consente di traguardare le finestre di via Badia e via Carteria, attraverso un asse lungo oltre 65 metri. Il Camerino degli specchi verrà ripristinato con gli apparati decorativi originari e, nel lato est del Salone delle feste, saranno collocati gli uffici e i servizi del Consorzio Festival Filosofia, dotati di propria scala di accesso esclusiva. Al piano sottotetto, raggiungibile con due scale interne e un piccolo ascensore, saranno collocati gli impianti e, nel lato ovest, gli ambienti potranno essere utilizzati come uffici o archivi e ospitare eventualmente altre attività.

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