Dal Consiglio Comunale / L’ipotesi di una sezione 41 bis al S.anna non ha riscontri

 Dal Consiglio Comunale / L’ipotesi di una sezione 41 bis al S.anna non ha riscontri

Il sindaco Muzzarelli ha risposto all’interrogazione della consigliera Moretti (Lega Modena) dopo aver contattato a riguardo anche l’amministrazione penitenziaria. Il riassunto della giornata di giovedi 14 in Consiglio.

“Come Amministrazione comunale non abbiamo alcun riscontro né politico né istituzionale in merito all’ipotesi di creare nel carcere di Sant’Anna di Modena una sezione dedicata al regime speciale di detenzione ex art. 41 bis del Codice Penale. Dall’inizio della legislatura che ha visto tre Governi avvicendarsi alla guida del Paese, nessun parlamentare o esponente politico nazionale mi ha mai dato notizie o anche solo segnali in tal senso”.

Lo ha affermato il sindaco Gian Carlo Muzzarelli durante la seduta del Consiglio comunale di giovedì 14 aprile rispondendo a un’interrogazione di Lega Modena illustrata dalla consigliera Barbara Moretti. L’istanza partiva dal presupposto che “nel 2017 il dibattito politico parlamentare e locale si concentrò sull’ipotesi dell’allora amministrazione penitenziaria di realizzare nel carcere circondariale Sant’Anna, una sezione di massima sicurezza per il regime di 41 bis” e proseguiva dicendo che “da informazioni, non confermate ufficialmente, risulterebbe che per il carcere di Modena si prospetterebbe nuovamente l’ipotesi di una sezione riservata ai detenuti in regime di cosiddetto carcere duro”. La consigliera ha quindi chiesto “se risulti, e a quale livello, confermata l’ipotesi” e “quale sarebbe nel caso la posizione dell’amministrazione comunale”.

Il sindaco ha precisato di non aver alcun riscontro in tal senso non solo per quanto riguarda la consiliatura in corso, iniziata nel 2019, ma anche in quella precedente quando era ministro della Giustizia Orlando. “Abbiamo ovviamente chiesto anche informazioni all’amministrazione della casa circondariale di Sant’Anna – ha continuato Muzzarelli – inoltrando il testo dell’interrogazione alla direttrice e la dottoressa Anna Albano ha testualmente risposto che ad oggi non vi sono provvedimenti comprovanti quanto oggetto dell’interrogazione”.

Il sindaco ha poi assicurato che vista la rilevanza dell’argomento, si riserva in ogni caso di fare nuove verifiche in futuro, se necessario anche attivando contatti diretti con la ministra Cartabia.

Ammettendo quindi l’impossibilità di esprimere una posizione politica dell’Amministrazione comunale in merito a qualcosa che oggi non sussiste, Muzzarelli si è limitato ad una considerazione generale valida per tutte le amministrazioni dello Stato centrale che si trovano sui territori e che sono completamente al di fuori delle competenze degli Enti locali, come appunto il comparto giustizia ed istituti penitenziari.

“Qualunque implementazione, modifica o cambiamento venga decisa a Roma – ha affermato Muzzarelli – deve sempre prevedere garanzie per le comunità locali. La collaborazione istituzionale è alla base di una Pubblica amministrazione che funziona e a Modena la mettiamo in pratica da sempre. Però quando lo Stato prende una decisione che ha implicazioni sulle città e sulla vita quotidiana delle persone, è tenuto a prendersi fino in fondo tutte le responsabilità, mettendo a disposizione risorse economiche, persone e competenze. È una considerazione ovvia, ma, purtroppo, assolutamente attuale come ci testimoniano anche le ultime istanze dei sindaci italiani nei confronti del Governo centrale”, ha concluso.

In replica, la consigliera Moretti ha ribadito che l’ipotesi di realizzare una sezione per il 41bis al Sant’Anna “non è una nostra idea ma ci era stata rappresentata. Da informazioni della Commissione parlamentare antimafia – ha aggiunto – sappiamo che sono stati fatti sopralluoghi per verificare se la casa circondariale è idonea per una dislocazione temporanea e di poche unità”.

PUG / SI POSSONO PRESENTARE OSSERVAZIONI FINO AL 19 MAGGIO

Il Consiglio comunale ha approvato la delibera che proroga di ulteriori 30 giorni il termine finale del deposito del Piano urbanistico per consentire la massima partecipazione

Ci sarà tempo fino al 19 maggio per presentare osservazioni alla proposta del nuovo Piano urbanistico generale che delineerà la città di Modena dei prossimi 30 anni. Il Consiglio comunale, nella seduta di giovedì 14 aprile, ha infatti approvato all’unanimità la delibera proposta dall’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli che proroga di ulteriori 30 giorni il termine finale del deposito del Pug.

Già in occasione dell’assunzione del Piano, a fine 2021, era stata proposta la proroga del termine delle osservazioni da 60 a 90 giorni dalla pubblicazione dell’avviso, avvenuta intorno alla metà di gennaio, a garanzia della massima partecipazione. Con l’ulteriore proroga si arriva quindi a 120 giorni consecutivi di pubblicazione, il massimo previsto dalla legge regionale. L’obiettivo dell’Amministrazione è arrivare all’approvazione del Pug, in seguito al passaggio in Regione, entro la fine del 2022.

“Il provvedimento – ha spiegato Vandelli – segue le richieste arrivate dalle maggior associazioni di categoria e ordini professionali che operano sul territorio, oltre che dai gruppi consiliari di maggioranza. La scelta di prorogare la scadenza ha l’obiettivo di consentire la massima partecipazione dei cittadini interessati a prendere parte al percorso offrendo un tempo maggiore per ulteriori approfondimenti sui contenuti della proposta, vista anche la rilevanza e complessità del Piano, la sua innovazione e il cambiamento dei parametri urbanistici-edilizi, che richiedono un’ampia attività di illustrazione alla città, associazioni, imprese, ordini e collegi professionali”.

Già prima dell’assunzione, il Piano era stato oggetto di un percorso partecipato con la Consultazione preliminare nell’autunno 2020, una settantina di incontri e comunicazioni con diversi attori e soggetti del territorio e numerose commissioni comunali nell’autunno scorso. Dopo l’assunzione, il percorso di condivisione del Pug è proseguito con oltre venti incontri con Enti, Quartieri, Ordini e collegi professionali, associazioni e personale interno del Comune in formazione, altri ne seguiranno nelle prossime settimane. Lo scorso 4 aprile, infine, alla Camera di Commercio si è svolto il convegno pubblico “Pug, Piano urbanistico generale. Modena 2050, il futuro è adesso”, trasmesso anche in streaming per permettere di seguirlo a distanza.

La visione di città futura del Piano è quella di una Modena realtà “green, sana e antifragile”; di una città che sa valorizzare i propri paesaggi, in una prospettiva di rigenerazione per i suoi 38 rioni; una città globale e interconnessa con le altre realtà internazionali; un luogo di opportunità e inclusivo; ma anche una città attenta al welfare, alla storia e alla cultura, alla sua vocazione universitaria, al suo essere collocata nel cuore di territori produttivi impegnati ad affrontare la sfida del Covid. Le cinque strategie sono assunte nel Pug come orientamento di fondo per sviluppare obiettivi e azioni future. Il nuovo Piano si distingue dal vecchio strumento urbanistico (piuttosto rigido, prescrittivo e iperdettagliato), per flessibilità, semplificazione e trasparenza tali da non richiedere varianti.

La disciplina del Piano è improntata alla rigenerazione del territorio urbanizzato, limitando la città da urbanizzare al 3 per cento di qui al 2050, come previsto dalla legge urbanistica regionale. Lo strumento si sviluppa per tessuti, non attribuisce potestà e potenzialità edificatorie alle aree libere e conforma il territorio disciplinando usi e trasformazioni compatibili con la sua tutela e valorizzazione. Nel Pug viene delineata, infatti, una sorta di “Carta della trasformabilità”, che mette insieme alle norme (articolate in vincoli e tutele, città consolidata, città da urbanizzare, città pubblica, territorio rurale e strumenti per disciplinare le varie trasformazioni) uno schema di assetto della città e un focus su rioni, riferimento per la città consolidata, e piattaforme, luoghi di connessione fondamentali per ricucire il centro urbano con la città contemporanea (o periferia) e con il territorio rurale (tutti i materiali sono consultabili nella pagina dedicata al Pug del sito del Comune: www.comune.modena.it/piano-urbanistico-generale).

IL DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE

Gli interventi dei consiglieri prima dell’approvazione unanime della delibera

L’approvazione unanime da parte del Consiglio comunale della delibera presentata dall’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli, che proroga di ulteriori trenta giorni il termine finale del deposito del Piano urbanistico generale per consentire la massima partecipazione, è stata preceduta da diversi interventi dei consiglieri.

Aprendo il dibattito, Antonio Baldini (Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia) ha affermato che “l’immediata assunzione del Pug, con il regime della doppia conformità, è stata una scelta politica poco assennata anche se conforme alla legge”. Rimarcando che la richiesta di proroga dei termini proveniente dalle associazioni di categoria “conferma le perplessità sui tempi troppo stretti che avevamo già espresso al momento dell’assunzione”, il consigliere ha auspicato che “l’approvazione del Pug sia il frutto di un percorso partecipato vero, non una bandierina da esibire nelle assemblee di quartiere”. Anche Elisa Rossini ha ribadito che “come hanno scritto le associazioni, gli incontri sono stati solo presentazioni che non hanno permesso di valutare i contenuti nella loro complessità e di interloquire in modo diretto. C’è stata un’accelerazione del percorso inspiegabile e inopportuna e anche noi consiglieri siamo stati forzati a votare il Piano a dicembre senza avere il tempo necessario per studiarlo. Votare la proroga – ha concluso la consigliera – è coerente, quindi, con la nostra posizione di allora”.

Per il Pd, Diego Lenzini, dopo aver sottolineato l’opportunità della proroga (“su un atto di questa portata non bisogna lasciare spazio a dubbi e perplessità”), ha ricordato che il Pug “è stato costruito nel tempo: l’impostazione politica e le scelte di base erano disponibili a tutti mesi e mesi prima dell’assunzione anche se le ultime cose sono arrivate a ridosso del voto. E infatti, su quel materiale, come Pd abbiamo avviato numerosi percorsi partecipati sul territorio che ci hanno permesso di individuare nodi da sciogliere e cose da migliorare”. Il capogruppo Antonio Carpentieri ha messo in evidenza la scelta di assumere il Pug “in Consiglio comunale e non in Giunta, come sarebbe stato possibile, e quindi con una discussione pubblica, necessaria anche per consentire di applicare il regime di doppia conformità, fondamentale per evitare operazioni poco trasparenti anche se legittime e governare il periodo di transizione”.

D’accordo sulla proroga anche Giovanni Bertoldi (Lega Modena), poiché “il Piano è complesso e bisogna avere il tempo di approfondirlo, come richiesto anche dalle associazioni, e digerirlo”. Secondo il consigliere “è oggettivo che ci sia stata un’accelerazione alla fine dell’anno, ed è vero che i documenti erano sul sito ma non è semplice interpretarli”.

In dichiarazione di voto, Camilla Scarpa (Sinistra per Modena) ha ribadito che il Pug “è centrale per il futuro della città. Questa ulteriore proroga di trenta giorni è un segnale importante per i cittadini e le associazioni che, in questo modo, hanno a disposizione tutto il tempo previsto dalla legge per fare le valutazioni e presentare osservazioni”.

Anche Paola Aime (Europa verde-Verdi) ha sottolineato l’importanza di avere a disposizione più tempo per “studiare, approfondire e guardare in tutte le pieghe del Pug, perché noi, come ambientalisti, riteniamo di non poter fare sconti su nulla che non sia tutelante per l’ambiente”.

EMERGENZA UCRAINA, PRIMO OBIETTIVO: AUMENTARE I POSTI CAS

Servono inoltre un Piano e nuove risorse statali per la gestione dei minori stranieri non accompagnati. Il sindaco Muzzarelli nell’informazione al Consiglio comunale

Bene il bando nazionale per l’accoglienza diffusa. “Sono convinto che sul nostro territorio ci sono soggetti e reti del terzo settore o dell’associazionismo volontario che possono presentare progetti di qualità, ma l’implementazione dei posti Cas rimane il primo e vero grande obiettivo da perseguire per gestire questa lunga emergenza”.

È uno dei punti politici rimarcati dal sindaco Gian Carlo Muzzarelli durante l’informazione sull’emergenza Ucraina al Consiglio comunale di giovedì 14 aprile, quando ha ricordato appunto la pubblicazione del bando che dà attuazione all’Ordinanza di Protezione Civile, rivolto al mondo del terzo settore per 15mila posti temporanei, sottolineando però che: “non è e non potrà essere sostitutivo dei circuiti di accoglienza Cas e Sai, più codificati storicamente e gestiti dalle Prefetture”.

“L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia – aveva detto il sindaco in apertura d’intervento – ha superato i 50 giorni e purtroppo non si vede all’orizzonte uno sbocco positivo. La situazione purtroppo è drammaticamente stazionaria e intanto, i civili continuano a morire”. Dopo aver ricordato la richiesta di un “cessate il fuoco pasquale” indirizzata ai presidenti russo e ucraino dai presidenti della Conferenza delle Chiese europee e della Commissione dei vescovi cattolici europei e l’istanza di pace portata avanti da Vaticano e Conferenza Episcopale italiana, Muzzarelli si è soffermato sulla tragedia umanitaria in atto. L’Agenzia Onu per i rifugiati stima che circa 13 milioni di persone siano bloccate nelle aree colpite dal conflitto, impossibilitate a spostarsi; altre 6,5 milioni sono sfollate all’interno del loro Paese e sono 4.656.509 le persone che dal 24 febbraio sono fuggite dall’Ucraina.

L’accoglienza resta quindi al centro dell’emergenza umanitaria e sono quasi 92mila le persone in fuga dall’Ucraina giunte in Italia; in Emilia-Romagna ne sono arrivate oltre 22mila, di cui 1.823 accolte nei Cas.

In territorio modenese le persone in fuga dalla guerra registrate dalla sanità pubblica sono 2.818. Per quanto riguarda il Comune di Modena: il Centro stranieri (tra i principali snodi del sistema dell’accoglienza) ha registrato sinora 469 presenze, di cui 214 minori; le segnalazioni alla Prefettura ai fini dell’accoglienza nei Cas sono 215 e le persone accolte nei Cas 81, mentre le accoglienze in corso da parte del Comune sono 68. Dopo il tavolo congiunto con Prefettura e Regione, il Comune di Modena ha operato per un consolidamento di circa 50 posti di prima accoglienza tramite l’attivazione dell’Agenzia Regionale di Protezione Civile; in questo modo il settore Servizi Sociali potrà contare su una maggiore disponibilità per i collocamenti per le persone che non riescono ad entrare subito nella rete dei Cas. Si tratta di un trasferimento di circa 51 mila euro per il quale la Giunta ha già approvato la specifica variazione di bilancio che nei prossimi giorni dovrà essere ratificata dal Consiglio.

Sul versante degli inserimenti scolastici, punto importante per l’alto numero di minori giunti, sono 99 le bambine e i bambini per cui è stata fatta richiesta di iscrizione (63 ai due sportelli attivati dal settore Istruzione del Comune, 36 direttamente ai Comprensivi): 2 ai nidi, 19 alla scuola infanzia, 46 alla primaria, 29 alle medie e 3 alle superiori. I minori già inseriti sono 57, di cui 14 a infanzia, 34 a primaria e 9 alle medie.

Il sindaco ha quindi posto l’attenzione sul tema delle risorse per la mediazione linguistica: “La maggior parte delle scuole non ha ancora ricevuto fondi dal Governo e fino ad ora stiamo sopperendo noi come Amministrazione comunale con una quantità di risorse sostanzialmente doppia rispetto alle previsioni di bilancio”.

Muzzarelli ha anche spiegato che la Regione sta cercando fondi per le attività estive dei bambini ucraini e ha deciso di concedere ai profughi ucraini nati tra il 2003 e il 2011 che frequentano le scuole medie e superiori, la gratuità dei viaggi su autobus e treni regionali nel tragitto casa-scuola, grazie ad un accordo con aziende e agenzie dei trasporti.

Questa mattina si è riunito nuovamente il Comitato Istituzionale della Regione Emilia Romagna con il presidente Bonaccini in qualità di commissario per l’emergenza. A breve il Dipartimento di Protezione Civile nazionale pubblicherà la piattaforma per il Contributo di sostentamento e l’erogazione dei contributi in contanti presso le poste o altri istituti finanziari accreditati verrà disciplinata da un’ordinanza di Protezione Civile. Alla riunione, insieme a Prefetture, Comuni capoluogo, Province e Protezione Civile, era presente anche Franca Ferrandino, capo dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, che si è soffermata sul tema della accoglienza dei minori stranieri non accompagnati non solo provenienti dall’Ucraina. Nel merito il presidente Anci Emilia-Romagna ha sottolineato la necessità di pensare per tempo a come sostenere nel medio periodo le finanze degli Enti Locali in prima fila nella gestione dell’emergenza. E il sindaco Muzzarelli, in Aula, ha concluso: “Servono un nuovo Piano nazionale e nuove risorse; questo doveroso compito che la legge assegna ai Comuni deve vedere una maggiore partecipazione concreta dello Stato”.

SICUREZZA, I MILITARI DI “STRADE SICURE” RESTANO IN CITTÀ

Presenza confermata nonostante la rimodulazione del progetto per la guerra in Ucraina. Lo ha riferito in Consiglio il sindaco rispondendo a un’interrogazione di Carpentieri

“I militari di Strade Sicure che presidiano alcuni luoghi pubblici della città in chiave antiterrorismo resteranno a Modena. A differenza di quanto era emerso in un primo momento, la rimodulazione del progetto decisa a Roma, necessaria a causa della guerra in Ucraina, conferma la presenza dei militari in particolare alla Stazione ferroviaria, oltre che presso altri punti sensibili. La disposizione operativa è stata firmata proprio in queste ore.”

Ad annunciarlo al Consiglio comunale di Modena, giovedì 14 aprile, è stato il sindaco Gian Carlo Muzzarelli rispondendo a un’interrogazione di Antonio Carpentieri, capogruppo del Partito Democratico, sul tema della sicurezza in autostazione. L’istanza sottolineava in particolare episodi sfociati in risse, come quella del 19 febbraio. Chiedeva quindi conferma dell’accaduto, oltre che quante telecamere coprono l’area; quanti agenti della Polizia di Stato sono in forza al Posto Integrato e se è previsto un aumento; se sia possibile intensificare i controlli nell’area dell’autostazione”.

Il sindaco non solo ha confermato l’episodio, ma lo ha definito “un fatto grave che deve essere assolutamente perseguito secondo la legge” e ha ringraziato gli agenti di Polizia locale del Posto integrato intervenuti per primi. Ribadendo che la Questura ha già ricevuto alcuni rinforzi proprio per garantire una presenza più costante presso l’autostazione, ha sottolineato come il Posto integrato, previsto dal Patto per Modena Città Sicura, rappresenti un elemento concreto molto importante per le sicurezze urbane” e che “il presidio territoriale di Istituzioni e Forze dell’ordine continua ad essere un elemento di forza delle politiche di sicurezza pubblica, a maggior ragione ora che, terminato lo stato di emergenza sanitaria, riprendono a pieno regime dinamiche sociali e relazionali”.

Muzzarelli ha quindi ricordato che nel Posto Integrato, dove verrà anche installato un totem elettronico per il pagamento automatico delle sanzioni, sono presenti due operatori di Polizia Locale che ricevono gli utenti e in diversi giorni della settimana un ufficiale per le denunce dei cittadini (59 le denunce nel primo trimestre). Inoltre, una pattuglia presidia l’autostazione negli orari in cui è maggiore la presenza di studenti e traffico. Negli ultimi casi di diverbi e risse, la pattuglia in servizio antibullismo ha permesso di identificare velocemente i coinvolti e il servizio è stato esteso anche al parcheggio antistante il Pala Molza, nei pressi delle panchine davanti agli stalli dei taxi e in piazzale Primo Maggio. In generale sono numerosi i controlli di Polizia Locale in zona: nel primo trimestre sono stati effettuati 188 servizi antibullismo e 51 servizi di controllo nel piazzale Primo Maggio.

Inoltre, la zona è coperta dalla videosorveglianza pubblica: 12 le telecamere in funzione grazie ad un investimento comunale che ha aumentato di tre unità gli apparecchi e li ha ammodernati tutti con tecnologia di nuova generazione. Altre quattro telecamere saranno installate una in piazzale Molza, due in piazza Cittadella, una davanti alla Tenda.

Grazie ai fondi regionali per riqualificazione e sicurezza, si lavora anche al potenziamento di videosorveglianza e illuminazione in piazzale Primo Maggio e parchetto adiacente.

“Il Comune – ha affermato Muzzarelli – continuerà ad investire sulla videosorveglianza, come previsto dal Piano comunale delle Sicurezze. Siamo convinti che l’implementazione tecnologica sia una componente rilevante delle politiche integrate di sicurezza urbana e mi riferisco a tutte le dotazioni per la Polizia locale utili sia per i controlli sulle strade che del territorio; ovviamente queste dotazioni devono essere sicure al 100 per cento per i lavoratori e per le persone. Lo dico – ha continuato il sindaco – perché da mesi sento da parte di alcune forze politiche giudizi troppo ‘disinvolti’ sull’utilizzo del taser, strumento per il quale il Ministero ha escluso la sperimentazione da parte delle Polizie locali”. Il sindaco, sottolineando di guardare con favore alle innovazioni tecnologiche, ha ricordato anche l’avvio di un percorso per la sperimentazione della body cam e non ha escluso altre iniziative “con l’obiettivo di contribuire a garantire maggiore sicurezza di cittadini ed operatori. Ci vuole grande responsabilità su questi temi e soprattutto fiducia nelle Istituzioni preposte alle valutazioni tecniche e giuridiche”, ha concluso.

Dopo aver chiesto la trasformazione in interpellanza, Barbara Moretti (Lega Modena) ha affermato che la presentazione dell’interrogazione da parte del Pd, dimostra che il problema della sicurezza “non è un’invenzione della Lega e nemmeno solo una percezione”. Per la consigliera il fatto che gli episodi di delinquenza si ripetano nella zona, nonostante “sia una delle più monitorate della città”, dipende “dal senso di impunità di spacciatori e immigrati irregolari: ci sono tanti stranieri che non hanno nulla da perdere e rappresentano un problema grave su cui vorremmo maggiori risposte dalle istituzioni”. Dopo aver sottolineato la svolta sul fronte dell’immigrazione irregolare da parte del nuovo questore, ha concluso affermando che “le azioni del Comune sono insufficienti”.

In replica, il consigliere Carpentieri ha ribadito che sull’immigrazione irregolare la competenza è dello Stato e “lo stesso vale per lo spaccio: per contrastarlo seriamente non basta la repressione sul posto ma è necessario un grande lavoro delle Forze dell’ordine e dello Stato, per il lavoro d’indagine necessario a combattere le organizzazioni criminali. Viene da sé che, in questo contesto, il Comune sta facendo la sua parte”. Il consigliere ha osservato anche che le telecamere non servono solo a prevenire i reati “ma soprattutto per l’indagine successiva”. E ha concluso invitando il sindaco a “proseguire nell’impegno di sollecitare lo Stato a completare l’organico delle Forze dell’ordine in città”.

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