Sisma / 10 anni / Bonaccini: “Abbiamo ricostruito il 95%”
Il presidente della Regione: “C’era rischio desertificazione, ma oggi ci sono più imprese”
“Domani presenteremo al presidente Mattarella una parte d’Italia che funziona bene. Dopo 10 anni, avere pienamente ricostruito quasi il 95% di ciò che era distrutto o inagibile per un terremoto che si stima attorno ai 13-14 miliardi di euro di danni è qualcosa di molto importante”.
Così Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna e commissario alla ricostruzione, ha presentato questa mattina, in una conferenza stampa in Regione, il decimo anniversario del Sisma che nel 2012 colpì il territorio emiliano provocando 28 morti, 300 feriti e 45mila sfollati e danni per 12,2 miliardi di euro Domani il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sarà presente al teatro di Medolla, Comune epicentro della seconda scossa del 29 maggio. “Giustamente questo è stato definito come un terremoto industriale – ha aggiunto Bonaccini – si poteva ipotizzare la desertificazione del sistema produttivo, ma oggi in quella zona ci sono più imprese di prima”. Per il presidente della Regione, inoltre, il processo di ricostruzione ha dimostrato la volontà di mantenere “integra la comunità”.
“Abbiamo deciso di non fare delle new town – ha sottolineato Bonaccini – ma di rischiare di metterci qualche anno in più e fare in modo che le persone tornassero a vivere esattamente dopo lo facevano prima”. Negli anni sono stati concessi complessivamente contributi per quasi 6,5 miliardi di euro, erogati alle famiglie e alle imprese delle aree colpite. Di questi, già liquidati oltre 5 miliardi di euro. Sono 17.500 abitazioni ripristinate e 27 mila persone rientrate nelle proprie case, 570 le scuole ripristinate o ricostruire ex novo, seimila piccole attività commerciali, artigiane e dei servizi rese di nuovi agibili, 3.500 aziende industriali e agricole ristrutturate e altre 1.550 imprese che hanno potuto mettere in sicurezza i propri stabilimenti o spazi di produzione in nome della prevenzione futura. Ancora: 1.000 interventi nei centri storici per la riqualificazione o nuove aperture di botteghe, uffici, attività artigianali e professionali e 330 chiese riaperte al culto.