Endometriosi, nel 2022 centesimo intervento in laparoscopia eseguito al Policlinico di Modena (VIDEO)

Due giorni di corso teorico pratico al Policlinico. Modena è Centro di riferimento AVEN per questa patologia dai forti risvolti sociali


(Dott.Carlo Alboni e Professoressa Roberta Gelmini)

Centesimo intervento in laparoscopia nel 2022 per correggere l’endometriosi profonda intestinale. Questo l’importante risultato portato a termine in questi giorni al Policlinico di Modena dai chirurghi dell’Ostetricia e Ginecologia, diretta dal prof. Fabio Facchinetti, e della Chirurgia Generale d’Urgenza e Oncologica, diretta dalla prof.ssa Roberta Gelmini. Si tratta del frutto di una costante crescita che negli ultimi anni ha portato la Chirurgia generale d’Urgenza ed Oncologica e la Clinica Ginecologica ai vertici nazionali per numeri e risultati raggiunti.

Il notevole risultato è frutto del lavoro di un team multidisciplinare: il dott. Carlo Alboni, Responsabile dell’Ambulatorio endometriosi e dolore pelvico cronico della Clinica Ginecologica con i Colleghi ginecologi dott.ssa Marianna Cannoletta ed il dott. Antonino Farulla, insieme con il dott. Nicola Sforza e la dott.ssa Francesca Cabry della Chirurgia Generale d’Urgenza ed Oncologica dell’Azienda Ospedaliera-Universitaria Policlinico di Modena che fanno parte del team multi disciplinare. Fondamentale la costante collaborazione degli Anestesisti del Primo Servizio coordinati dal prof. Massimo Girardis.

Nel gennaio 2020, la regione Emilia-Romagna ha riconosciuto il ruolo di Centro di riferimento dell’area AVEN per la cura della endometriosi profonda multiviscerale alla AOU di Modena con la delibera del PDTA per la paziente affetta da Endometriosi.

Ogni caso clinico, soprattutto, nel caso in cui la malattia comporti un interessamento extra genitale, è discusso in ambito multidisciplinare, coinvolgendo specialisti diversi, soprattutto chirurgo generale ed urologo di elevato livello nel proprio settore per garantire un approccio chirurgico completo.

“La qualità espressa nel campo della endometriosi profonda, conferma il Policlinico di Modena quale centro di eccellenza nell’utilizzo delle nuove tecnologie applicate alla medicina – si è complimentato il Direttore Generale, dott. Claudio Vagnini – Giungere a questi risultati in un anno come il 2022, al termine della emergenza pandemica testimonia una grande crescita ed attenzione alla popolazione che ha permesso ai pazienti emiliani e delle regioni limitrofe di essere trattati al pari delle migliori strutture nazionali”.

“L’endometriosi – spiega il prof. Fabio Facchinetti – è la presenza di endometrio, mucosa che normalmente riveste esclusivamente la cavità uterina, all’esterno dell’utero. Questo provoca dolore mestruale, dolore nei rapporti sessuali e può provocare infertilità nel 30-40% dei casi. Si tratta quindi di una malattia subdola, con aspetti misconosciuti per la sua complessità, che colpisce la donna, la vita della famiglia, le relazioni sociali. Una patologia che richiede un approccio multidisciplinare che deve coinvolgere diversi specialisti, da quelli ospedalieri a quelli che operano sul territorio, dal ginecologo al radiologo, dall’urologo al chirurgo generale, dall’anatomopatologo all’epidemiologo e allo psicologo”.

In Italia sono affette da endometriosi il 10-25% delle donne in età riproduttiva; la patologia interessa circa il 30-50% delle donne infertili o che hanno difficolta a concepire. Le donne con diagnosi conclamata sono almeno 3 milioni. Il picco si verifica tra i 25 e i 35 anni, ma la patologia può comparire anche in fasce d’età più basse. La diagnosi arriva spesso dopo un percorso lungo e dispendioso, il più delle volte vissuto con gravi ripercussioni psicologiche per la donna. Le linee guida nazionali ed internazionali indicano che l’endometriosi debba essere trattata da specialisti di riferimento per ridurre il più possibile il ritardo diagnostico e passare rapidamente all’approccio più indicato ponendo le basi per un idoneo iter terapeutico.

“I ginecologi ed i chirurghi di questo gruppo multidisciplinare – ha aggiunto la prof.ssa Roberta Gelmini – hanno vasta esperienza nel trattamento laparoscopico anche di problematiche extra genitali, come procedure chirurgiche colo rettali. Presso il Policlinico il trattamento è sempre effettuato da una equipe multidisciplinare (ginecologo, chirurgo generale, urologo), con analoga esperienza nel trattamento dell’endometriosi pelvica severa”.

“Il centro Endometriosi di Modena aveva già da anni raggiunto un elevato livello di competenza multidisciplinare trasversale fra le diverse unità Operative coinvolte – spiega il dottor Carlo Alboni – L’attività ambulatoriale specialistica per la malattia endometriosica esegue più di 1000 prestazioni all’anno a fronte di un enorme impegno di trattamento chirurgico che, negli ultimi quattro anni e mezzo e mezzo, ha visto eseguire più di 600 procedure chirurgiche per curare questa complessa patologia. Tali risultati sono stati possibili proprio e solo grazie all’integrazione aziendale delle varie unità operative coinvolte per creare un percorso di cura ma anche di crescita culturale ed organizzativa atto al miglioramento della qualità dell’assistenza. Ad esempio, all’interno del progetto in essere, in data 25 e 26 ottobre si terrà a Modena un importante corso di chirurgia Ginecologica avanzata mini-invasiva durante il quale si alterneranno alcuni dei maggiori esperti italiani per insegnare l’approccio corretto alla gestione chirurgica della patologia.”

“L’endometriosi profonda con interessamento colo rettale trova indicazione chirurgica solo in casi molto selezionati, quando la terapia medica non risulta efficace. La malattia è benigna ma il quadro clinico che ne deriva può talvolta comportare conseguenze gravi o un impatto così severo sulla qualità della vita da obbligare ad un intervento chirurgico – conclude il dottor Nicola Sforza – L’eradicazione chirurgica dell’endometriosi profonda può però essere molto complessa, soprattutto se coesiste un interessamento multi-viscerale, in particolare del retto. Inoltre, le possibili sequele, naturali o post-chirurgiche, possono sfociare in alterazioni permanenti della qualità di vita che, anche per la giovane età delle pazienti che ne sono affette, sono da considerare particolarmente gravi”.

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