Giornata del Malato, la visita dell’Arcivescovo. “Prendersi cura, vocazione umana” (VIDEO)
Monsignor Erio Castellucci ha incontrato i dipendenti e i pazienti all’Ospedale Civile di Baggiovara. “
Monsignor Erio Castellucci, Arcivescovo di Modena-Nonantola è stato gradito ospite dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, questa volta all’Ospedale Civile di Baggiovara in occasione della XXXI Giornata del Malato che, come ogni anno, si celebrerà l’11 febbraio, giorno della prima apparizione della Madonna a Lourdes. Don Erio ha accettato l’invito del Direttore Generale, Claudio Vagnini, del Parroco, don Ilario Cappi e del Cappellano don Carlo a incontrare non solo una rappresentanza dei pazienti ma anche dei professionisti che ogni giorno si impegnano per curare il prossimo al Policlinico di Modena e all’Ospedale Civile di Baggiovara.
Il tema di questa edizione della Giornata è stato «Abbi cura di lui» (Lc 10,35) che rimanda alla raccomandazione del Samaritano all’albergatore. Come ha sottolineato Papa Francesco nell’Enciclica Fratelli tutti del 2020 «la parabola ci mostra con quali iniziative si può rifare una comunità a partire da uomini e donne che fanno propria la fragilità degli altri, che non lasciano edificare una società di esclusione, ma si fanno prossimi e rialzano e riabilitano l’uomo caduto, perché il bene sia comune».
Mons. Castellucci è stato accolto dal dottor Ottavio Nicastro, Direttore Sanitario dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena che ha parlato dell’importanza della compassione (nel senso latino del condividere la stessa sofferenza. Don Erio ha sottolineato l’importanza della compassione anche nel senso greco del verbo che significa sentire la vita dentro. Il samaritano ha visto l’uomo ferito, ha condiviso la sua sofferenza e la sua vita e si è messo al livello del ferito prendendosi cura di lui. Il samaritano ha impegnato tempo ed energie nel prendersi cura ma da questo gesto è uscito migliore perché prendersi cura dell’altro fa bene a entrambi, chi beneficia dell’azione e chi la compie. Dalle parole dell’Arcivescovo è cominciata una bella discussione sul senso del prendersi cura con i professionisti presenti. In particolare, sono interventi il dottor Daniele Dini, già oncologo dell’hospice oggi in pensione che presta il suo servizio come volontario, il dottor Giovanni Pinelli, Direttore Struttura Complessa di Medicina Interna d’Urgenza e Area Critica dell’Ospedale Civile, il dottor Stefano Tondi, Direttore della Cardiologia dell’Ospedale Civile e la dottoressa Micaela Piccoli, Direttore della Chirurgia Generale, d’Urgenza e Nuove Tecnologie. Tutti hanno declinato la necessità del prendersi cura in un contesto in cui la scienza medica è sempre più tecnologica e quindi è forte il rischio di perdere di vista la dimensione umana, come gli anni di pandemia hanno tristemente mostrato. In chiusura il Direttore amministrativo, dottor Lorenzo Broccoli, ha evidenziato come oggi siamo in grado di trattare alcune patologie che un tempo non si curavano. Queste conquiste mediche e chirurgiche, però, pongono il sistema sanitario pubblico di fronte a nuove sfide, perché occorre prendere in carico pazienti cronici o comunque con lunghi periodi di follow up. L’invecchiamento della popolazione, infine, necessita di risposte importanti e strutturate. In chiusura Mons. Castellucci ha voluto ringraziare tutti i presenti leggendo il messaggio di Papa Francesco nella parte sull’isolamento e sullo smarrimento della malattia vanno superati grazie alla capacità di prendersi cura.
Questo concetto è stato ripreso nell’omelia della Santa Messa – celebrata nella chiesa – partendo dalla lettura del Vangelo che racconta l’episodio del paralitico portato al cospetto di Gesù, addirittura calandolo dal soffitto (Marco 2; 1-12) e guarito con la celebre frase “alzati, prendi il tuo lettuccio e va’ a casa tua”. Qui Don Erio ha ripreso il concetto del “consolare” che significa farsi carico della solitudine altrui e quindi guarirla. Infatti, lo storpio viene guarito perché i suoi amici riescono a portarlo al cospetto di Gesù con tanti sforzi. Così è importante non vergognarsi di chiedere aiuto quando si è soli e rispondere a questa richiesta di aiuto delle persone sole. Come avviene per chi è compassionevole, anche chi consola è arricchito da questo gesto quanto la persona consolata.
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opo la Messa, Mons. Castellucci, accompagnato da don Charles, dal dottor Nicastro e da una delegazione della Direzione Professioni Sanitarie e della Direzione Sanitaria ha visitato i reparti di Post Acuzie e Riabilitazione Estensiva (PARE) – guidato dal direttore, dottor Marcello Pradelli e di Medicina Riabilitativa. Accompagnato da dottor Marcello Pradelli e dalla coordinatrice infermieristica Lorenza Ferrari – e Medicina Riabilitativa – accompagnato dal Direttore dottoressa Giovanna Fabbri e dalla coordinatrice dei fisioterapisti Francesca Bonacini. Qui si è intrattenuto con i pazienti e il personale portando una la propria benedizione.
La Giornata del Malato. La Giornata Mondiale del Malato è stata voluta da San Giovanni Paolo II nel lontano 1992, ha lo scopo di sensibilizzare le comunità cristiane e la società civile sui problemi della cura e dell’assistenza nei confronti di chi soffre, richiamando – altresì – l’impegno sociale del volontariato sanitario, aiutando i malati a sentirsi soggetto attivo nella comunità, non solo cristiana, e ponendo l’accento sulla necessità di pervenire ad una effettiva umanizzazione della cura e dei luoghi di cura.