Consiglio Comunale / “Piena applicazione per la 194”

 Consiglio Comunale / “Piena applicazione per la 194”

Ok all’odg presentato da Venturelli (Pd) che chiede, come previsto dalla legge, anche di tutelare la salute delle donne potenziando la rete pubblica dei consultori familiari

Valorizzare il ruolo sociale della maternità e tutelare la salute della donna, così come espresso dalla legge 194, rafforzando anche la rete dei consultori pubblici per sostenere situazioni di fragilità degli utenti e promuovere una genitorialità sempre più responsabile. È la richiesta del Consiglio comunale di Modena che ha approvato, giovedì 23 febbraio, l’ordine del giorno “Piena applicazione della legge 194 e potenziamento della rete dei consultori familiari”. L’atto, presentato da Federica Venturelli (Pd), e sottoscritto da Sinistra per Modena, Europa Verde-Verdi, Modena Civica e Movimento 5 stelle, ha ottenuto il voto contrario di Lega Modena, Alternativa Popolare e Fratelli d’Italia.

Responsabilità nel procreare, autodeterminazione della donna e tutela della sua salute, sono alcune delle parole chiave utilizzate da Venturelli nell’illustrare il documento. Il riferimento è alla legge 194 che, dal 1978, regola anche il diritto della donna di interrompere volontariamente la gravidanza per motivi di salute, economici, sociali e familiari. Il testo normativo, che prevede l’obiezione di coscienza per il personale sanitario impegnato nelle procedure di interruzione, ma non in quelle di assistenza alla donna nelle fasi antecedenti e conseguenti all’intervento, specifica che gli enti ospedalieri e le case di cura autorizzate sono tenuti ad assicurare l’espletamento dell’interruzione secondo le modalità previste dai protocolli sanitari.

Venturelli, dopo aver ricordato la condanna inflitta all’Italia dal Consiglio d’Europa e dal Comitato europeo dei Diritti sociali, per aver violato il diritto alla salute delle donne che vogliono interrompere la gravidanza, ed evidenziando le assenze di monitoraggio e di misure compensative di fronte all’aumento delle obiezioni di coscienza del personale medico, ha affermato che “nel corso degli anni, la legge ha dimostrato comunque di essere in grado di ridurre non solo il numero di aborti clandestini ma anche lo stesso ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza”. La consigliera, nel sottolineare quindi l’importanza dei consultori nelle azioni di informazione, prevenzione e accompagnamento alla procreazione responsabile, nonché a problematiche riguardanti anche la maternità, ha sollecitato la Regione a proseguirne il potenziamento della rete pubblica, a tutela ulteriore di quei diritti garantiti dalla legge, tra cui pure l’accesso prescritto a contraccettivi ormonali. Rivolgendosi infine al sindaco Gian Carlo Muzzarelli, in qualità di presidente della Conferenza sociosanitaria territoriale, Venturelli ha chiesto di vigilare affinché la legge 194 sia pienamente applicata anche nella realtà sanitaria di Modena, facendosi contestualmente portavoce delle istanze della mozione in Regione: “Necessario garantire in tutto il territorio regionale standard sanitari adeguati a tutelare pienamente i diritti previsti dalla normativa”.

Aprendo il dibattito per il Pd, Vittorio Reggiani ha ricordato l’ampia maggioranza dei cittadini a sostegno della 194, chiarendo, pertanto, che “qualsiasi percorso di revisione deve percorrere una strada legislativa, dentro un quadro costituzionale: altrimenti rischiamo confusione”. Il consigliere ha poi sottolineato l’importanza di sostenere e potenziare i servizi previsti dai consultori, integrandoli ai servizi sociali territoriali: “I consultori hanno la possibilità di applicare la 194 ma la domanda cruciale è: ne hanno gli strumenti? Su questo siamo chiamati a rispondere”. Per Federica Di Padova “un tema delicato come la 194 si smarca da una lettura esclusivamente scientifica”. La consigliera ha specificato che la mozione vuole focalizzarsi sulla possibilità che l’interruzione volontaria di una gravidanza non desiderata avvenga in modo sicuro e legale: “Nessuno è contento quando una donna ricorre all’aborto ma, a volte, delle circostanze lo richiedono e allora occorre assistere nel migliore dei modi la madre, riservando grande rispetto alla sua scelta”. Irene Guadagnini ha puntualizzato che la richiesta della mozione è ben precisa: “Ciò che viene chiesto, al di là delle sensibilità personali, è un maggiore potenziamento di quelle strutture, come i consultori, in cui la legge deve essere applicata in tutti i suoi aspetti”.

“La 194 è un recinto di protezione legale, sanitaria ed emotiva”. Così Paola Aime (Europa Verde-Verdi) ha definito la legge “che consente di mettere al mondo figli desiderati: un vantaggio che può rendere migliore la vita del bambino”. Per la consigliera “la mozione prova a ricostruire una scala di valori e di diritti che dobbiamo tutelare in tutti i modi”. In particolare, Aime ha affermato che “occorre valorizzare e supportare i servizi consultoriali, così come sensibilizzare il personale sanitario e favorire l’accesso a metodi contraccettivi: queste sono le strade maestre di libertà e genitorialità matura e consapevole”.

Per Camilla Scarpa (Sinistra per Modena) occorre “opporsi alle attuali spinte antiabortiste del Governo: si favorisce così il ricorso ad aborti clandestini”. La consigliera ha specificato che la legge, “frutto di una battaglia delle donne che ci hanno preceduto”, esige una piena applicazione soprattutto attraverso i consultori “che sono tassello fondamentale a una risposta di bisogni, soprattutto dei più giovani”.

Elisa Rossini (FdI) ha voluto rilevare il taglio strumentale della mozione: “Riprende un precedente documento già discusso in aula e il recente dibattito avvenuto in campagna elettorale”. Sostenendo che l’ordine del giorno propone un’interpretazione parziale e ideologica del testo normativo, Rossini ha puntualizzato che “prima di tutto” la 194 riconosce la procreazione responsabile: “Solo in caso di gravi circostanze, e dopo aver esaminato tutte le soluzioni alternative, può essere acconsentita l’interruzione”. Rossini ha concluso affermando che “la piena applicazione della legge dovrebbe riguardare una valorizzazione delle nascite”.

Per Lega Modena, Barbara Moretti ha parlato di mozione “contorta”, precisando che “la 194 non è in discussione; lo è la sua applicazione”. La consigliera ha voluto condividere quindi un’altra interpretazione del testo normativo “che afferma soprattutto il diritto della donna di non abortire, di scegliere di essere madre”. Pur contraria alla mozione, Moretti ne ha condiviso la richiesta di implementare il sostegno alle famiglie: “Occorre evitare che ci siano aborti per ragioni di svantaggio economico e sociale”. Secondo Giovanni Bertoldi è necessario percorrere tutte le strade possibili prima dell’aborto: “La fertilità è crollata e molte coppie sono ben disposte ad adottare: perché non favorire questa opportunità di vita?”. Il capogruppo, affermando che “il Governo Meloni non vuole intervenire sulla legge”, ha rilevato infine il carattere “strumentale” di questa mozione: “I consultori del nostro territorio funzionano perfettamente soprattutto per i giovani e per gli stranieri”. Per Luigia Santoro “la mozione non tiene conto del soggetto debole che è il figlio concepito: non è in grado di potersi difendere”. Anche per la consigliera l’adozione può essere un’opportunità alternativa all’interruzione della gravidanza: “Occorre promuovere questa possibilità”.

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