Le liriche del ‘Maggio’ risuonano a Romanoro

 Le liriche del ‘Maggio’ risuonano a Romanoro

Il 16 agosto rappresentazione cantata in quartine e ottave del teatro popolare, affonda le sue radici nella seconda metà dell’Ottocento.

 

Ormai quasi cinquant’anni fa, all’alba del 1974, uno dei più grandi registi nella storia del cinema italiano e mondiale, Bernardo Bertolucci, riscoprì la tradizione del Maggio sul nostro Appennino. Il Maggio, rappresentazione cantata in quartine e ottave del teatro popolare, affonda le sue radici nella seconda metà dell’Ottocento. Bertolucci volle che le liriche del Maggio fossero parte fondamentale del finale del suo film cult dedicato all’Italia rurale e proletaria dell’epoca: ’Novecento’, capolavoro cinematografico interpretato da attori leggendari come Robert De Niro, Gerard Depardieu e Donald Sutherland, Stefania Sandrelli e Romolo Valli, si chiude proprio con i versi di Tranquillo Turrini, autore dei Maggi più famosi sull’Appennino modenese.Il 16 agosto questa storia fascinosamente incredibile (ma tutta vera!) verrà ricordata al campo sportivo di Romanoro (Frassinoro), dove dalle 15 in poi sarà rappresentata l’opera ’Valentino di Castiglia’ di Davide Borghi. Video e testimonianze valorizzeranno il senso di un sentimento collettivo che ha abbattuto la barriera delle generazioni. Perché, come diceva Bernardo Bertolucci, un paese che non rispetta la memoria, in montagna come in pianura, è senza futuro.

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