GESTIONE STADIO BRAGLIA / “SÌ ALLA SINERGIA PUBBLICO-PRIVATA. LA LEGA RESPINGE L’ODG

 GESTIONE STADIO BRAGLIA / “SÌ ALLA SINERGIA PUBBLICO-PRIVATA. LA LEGA RESPINGE L’ODG

Approvata la mozione presentata da Franchini (Pd) che invita l’Amministrazione a sviluppare il partenariato col Modena calcio. Respinto l’odg proposto da Bosi (Lega)

Proseguire nella definizione del percorso avviato dal Comune e dal Modena calcio per la definizione di un partenariato pluriennale pubblico-privato per la gestione dello stadio Braglia, con l’obiettivo di favorire “un salto di qualità complessivo dello sport cittadino e di tutto l’indotto economico e sociale che ruota attorno al calcio professionistico, garantendo sempre per l’impianto la licenza della federazione internazionale Uefa”. È l’invito che rivolge all’Amministrazione di Modena l’ordine del giorno approvato dal Consiglio comunale nella seduta di giovedì 26 maggio.

La mozione, presentata dalla prima firmataria Ilaria Franchini per il Pd e sottoscritta anche da Sinistra per Modena e Modena civica, ha ricevuto pure il voto a favore di Europa verde-Verdi e Movimento 5 stelle; astenuta Modena sociale, contrari Lega Modena, Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia e Forza Italia. Il documento è stato approvato dopo essere stato emendato su proposta del M5s, precisando che il partenariato dovrà essere “congruo e adeguato in rapporto agli impegni e ai miglioramenti” che la società sportiva effettuerà sullo stadio.

Presentando il documento in aula, la consigliera Franchini ha sottolineato che il Braglia e il Modena calcio “rappresentano un patrimonio per il territorio” e ha ricordato che a seguito del fallimento societario del 2017 “il Comune ha dovuto adempiere alle sue prerogative di garante nei confronti dell’Istituto del credito sportivo per quasi quattro milioni di euro, con riferimento alla riqualificazione pubblico-privata della struttura di inizio anni 2000”. Nel frattempo la rinascita sportiva del club, avviata a partire dall’estate del 2018, è stata affiancata “da convenzioni di gestione di breve durata dello stadio, per assicurare la gestione del bene pubblico e per agevolare la transizione e gestire l’emergenza, anche con rilevanti oneri e spese di investimento”. Ora la situazione è a un possibile punto di svolta grazie alla recente promozione in serie B raggiunta grazie all’impegno “dell’attuale proprietà del Modena calcio, che dà importanti garanzie sotto il profilo finanziario e della credibilità, oltre che comprovato attaccamento al territorio modenese”: rappresenta perciò “un interlocutore strategico per l’Amministrazione comunale in merito alla gestione e allo sviluppo dell’impianto”.

In questo contesto si inseriscono le prospettive future e in particolare le riflessioni sul percorso tecnico e giuridico, citato in aula, finalizzato alla definizione di un partenariato pluriennale pubblico-privato per la gestione del “Braglia”. L’accordo, da formalizzare nei prossimi mesi nell’ambito, appunto, dei rapporti positivi di collaborazione con la società sportiva di viale Monte Kosica, potrà svilupparsi dopo il rinnovo temporaneo dell’attuale convenzione, in scadenza il 31 luglio, in base a cui la gestione è affidata annualmente al club, che si fa carico della cura del manto erboso del campo principale e del terreno di allenamento Zelocchi.

L’ipotesi progettuale di valorizzazione promossa dalla società gialloblù e a cui l’Amministrazione guarda con favore, con l’obiettivo di dare seguito e sviluppare ulteriormente le azioni di riqualificazione degli ultimi anni, include la qualificazione dell’impianto per il calcio e non solo. La mozione sollecita quindi a “proseguire le interlocuzioni istituzionali” con lo scopo “di garantire una buona gestione e investimenti di medio-lungo periodo sullo stadio”, ricordando inoltre l’importanza di attivarsi in queste settimane di pausa del campionato per accertare, non solo col Modena Fc ma anche con tutti gli altri soggetti istituzionali, come per esempio la sicurezza pubblica, “le necessità tecniche, amministrative e organizzative necessarie per affrontare la prossima stagione sportiva di serie B”.

Nella stessa seduta è stata respinta una seconda mozione sul tema, presentata in aula dal primo firmatario Alberto Bosi per Lega Modena, e sostenuta anche da Forza Italia e Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia, che oltre a valutare l’ipotesi del partenariato, suggeriva di “individuare soluzioni di vendita dello stadio”, sempre nell’ottica della valorizzazione del “Braglia”. La mozione ha ricevuto i voti contrari dei gruppi di maggioranza e del M5s; astenuta Modena sociale.

IL DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE

Gli interventi dei consiglieri prima della votazione dei due ordini del giorno sulle prospettive del “Braglia”

Sono intervenuti diversi consiglieri nel dibattito che ha preceduto la votazione dei due ordini del giorno incentrati sulle prospettive dello stadio di calcio “Alberto Braglia” discussi nella seduta di giovedì 26 maggio del Consiglio comunale di Modena.

Aprendo il dibattito per Lega Modena, Alberto Bosi ha spiegato che un’eventuale cessione dello stadio “farebbe bene a Modena e al Modena calcio, con un vantaggio sia per il territorio sia per la società sportiva”. I costi per manutenere l’impianto, infatti, “sono elevati e quelle risorse potrebbero essere impiegate per sostenere le imprese e le famiglie che purtroppo si ritrovano in gravi difficoltà economiche a causa della pandemia”. Giovanni Bertoldi ha aggiunto che la tendenza dei club a possedere uno stadio di proprietà “costituisce un volano economico per l’intero territorio, oltre che per i club”. Il consigliere ha auspicato, quindi, che l’impianto diventi “una struttura multifunzionale in grado di dare maggiore vitalità alla città, accogliendo per esempio grandi concerti come avveniva in passato”.

Uno stadio di proprietà “proietterebbe Modena nel futuro”, ha affermato Antonio Baldini (Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia). Al fianco delle aree “da mettere a disposizione del Comune attraverso una convenzione”, infatti, il privato potrebbe sviluppare “servizi e iniziative complementari e valorizzare gli spazi, anche per eventi extra-sportivi, generando così ulteriori flussi finanziari sia per il club sia per il territorio”.

Intervenendo sull’emendamento presentato dal suo gruppo, Enrica Manenti (Movimento 5 stelle) ha messo l’accento “sull’equilibrio” che dovrà avere l’eventuale convenzione dell’Amministrazione col privato, evitando quindi “concessioni troppo lunghe e rinnovi obbligati che andrebbero a discapito dell’interesse e del ruolo pubblico”.

Per il futuro dello stadio, Vincenzo Walter Stella (Sinistra per Modena) ha suggerito “di affidare la gestione dello stadio a un soggetto serio e affidabile, come sta dimostrando di essere l’attuale proprietà”, e contestualmente di avviare “un’interazione fra Amministrazione e società sportiva finalizzata a rivitalizzare l’impianto”. Il consigliere ha auspicato pure che la struttura sia utilizzata “in modo multifunzionale, ospitando concerti e altre importanti kermesse extra sportive”.

Per il Pd, Vincenza Carriero si è concentrata sull’importanza dello sport “e sulle opportunità di svago e crescita sociale che offre ai cittadini la presenza di uno stadio come il Braglia”. In questo contesto si inserisce quindi il partenariato: “Questa formula consentirebbe alla città di rimanere proprietaria dell’impianto, assicurando all’Amministrazione di perseguire le politiche di tutela del bene”. Lo stadio, infatti, ha osservato Ilaria Franchini, “ha un valore sociale, culturale e storico che va ben oltre quello economico” e l’ipotesi di sinergia pubblico-privata “permetterà di svilupparlo ancora di più”. La consigliera ha sottolineato anche che gli interventi di riqualificazione potranno rendere lo stadio “più inclusivo, grazie all’attenzione dimostrata dalla società sportiva nei confronti delle persone con disabilità”. Ricordando che lo stadio ospita un bene pubblico vincolato, la tribuna storica del 1936 “su cui sarebbe necessaria una diversa valutazione amministrativa”, Marco Forghieri ha respinto “l’ipotesi di vendita, un percorso certo complesso, come si vede in numerose realtà italiane, pure di serie A, dove gli iter di cessione non sono arrivati a compimento anche per le difficoltà di strutturare gli interventi privati”. La privatizzazione “è una scelta importante e prima di affrontarla occorrerebbe maggiore cautela”. Antonio Carpentieri ha precisato che “sono motivazioni concrete, e non ideologiche, a convincerci che lo stadio non debba essere ceduto a soggetti privati. Questo bene, per la sua centralità, il suo ruolo e la sua storia, deve rimanere a disposizione della comunità”; peraltro un’eventuale cessione comporterebbe il rischio per l’Amministrazione “di essere esclusi, in futuro, dalle decisioni che prenderebbero soggetti terzi”.

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