Lucenti e l’Amleto tra danza, parole e uno strano fantasma

Originale performance nel Ridotto dello Storchi

 

torna la prosa nel Ridotto del Teatro Storchi dove va in scena, nell’ambito del focus sulla drammaturgia fisica di Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale Carne, Hamlet Puppet, una performance tra musica, parola e movimento firmata dalla coreografa e danzatrice Michela Lucenti e nata dal felice incontro artistico con il musicista Paolo Spaccamonti, la regista e autrice Giorgina Pi e il sound designer Valerio Vigilar. Lo spettacolo va in scena questa sera con inizio alle ore 19, mentre domani, sabato, andrà in scena alle 21,30.Hamlet Puppet è una ballad-perfomance che affronta le vicende di Amleto dal punto di vista del fantasma del padre, per una riflessione sul significato di essere eredi, ma anche sull’essenza della vita e dell’arte. La narrazione viene riportata attraverso un linguaggio ricco e ibrido, composto dall’intreccio di immagini, musica, canto, recitazione e danza, in un contesto immersivo dato da una sonic sphere, che genera distorsioni elettriche di una chitarra-cardiogramma. Lo spettro del padre, quando appare, ha le sembianze di un diavolo in carne e ossa e la sua ambiguità riflette la confusione generale dei personaggi: ergendosi sopra un podio radiofonico, declama il famoso monologo della fine del primo atto, che in scena viene indagato, decostruito e ri-assemblato. L’orrendo tradimento del fratello e della moglie viene infatti rivelato per frammenti che si tramutano nei refrain di un cupo disco in stile Nick Cave. La scena è infatti avvolta da un flusso continuo di suoni, da cui nascono brani e ritornelli che si fissano nella testa dello spettatore. «Lo spirito chiederà al giovane principe di seguirlo e vendicarlo, ma cosa significa vendicare un padre? – spiegano le note dello spettacolo – Amleto, a sua volta fantasma di sé stesso, diviene un fantoccio del teatro, un ectoplasma, uno spaventapasseri che prende vita e guarda il mondo da un nuovo punto di vista. Un personaggio che solleva alcune domande cruciali: il peso dei padri ricade su ognuno di noi? Quante volte ci chiediamo se sia meglio essere o non essere, forse dormire. Ma è ancora questo il problema? Amleto non smetterà mai di danzare, lo farà in maniera ossessiva e frammentata, sempre mantenendo alta la guardia con la speranza che lo spettro riappaia».

 

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